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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Siracusano, nuovo capo del CTS, parla e c'è poco da stare allegri: si preparano nuove psicosi chiusuriste?

Tutto come se niente fosse successo, come se i disastri e atroci disastri non si fossero allineati: dogmatismo, scientismo, l'attitudine repressiva, insomma continua il regime paternalista ma all'occorrenza autoritario.

11 Luglio 2025

polizia sanitaria

Dicono che Giorgia Meloni traccheggi, che faccia piccolo cabotaggio, per disturbare il meno possibile le opposizioni che sa essere egemoni non nel Paese ma nei centri di potere dalla magistratura all'informazione alla produzione para-culturale; dicono che stia alla finestra aspettando un secondo mandato con cui governare da posizioni di maggioranza assoluta. Non ce la farà mai, la democrazia italiana non contemplando situazioni di potere totale se non nella figura del Capo dello Stato. La democrazia italiana è una monarchia repubblicana e dopo Mussolini ha sempre saputo come far saltare i governi troppo pericolosi in senso populistico-elettorale. Più probabile, Più verosimile, come anticipato dall'erede Berlusconi che in scioltezza parla già da successore politico del padre, è che dopo il Meloni I si vada incontro ad una ammucchiata di tutti con tutti affidata a un notabile piddino scelto da Mattarella il quale procederà al terzo mandato oltre i 90 anni, tanto le leggi biologiche e quelle costituzionali sono ampiamente contestualizzate, per dire superate. Se vi pare fantapolitica, mettete pure in fila i segni, unite i puntini a cominciare dall'intervista a “la Stampa” (ripresa in termini critici da “la Verità”) con cui si presenta il nuovo capo del Consiglio Superiore di Sanità, Alberto Siracusano: è un ultra-vax e un ultra lockdown e, come niente fosse successo, riprende con protervia istituzionale tutti i disastrosi dettami dei centri di potere a ponte tra oriente e occidente, dal totalitarismo sanitario di stampo cinese alle proiezioni attuate da OMS, UE. A dire il woke sanitario che ha provocato milioni di vittime e strazio infinito. Siracusano è molto gradito al ministro Schillaci che è molto gradito al predecessore Speranza: che resta da capire, da discutere quanto ad un grumo di potere che supera i regimi, che è un continuum tra regimi? Siracusano è psichiatra e, sbaglieremo noi, ci pare avallare prospettive inquietanti: se parla la scienza, cioè noi sommi sacerdoti che ci arroghiamo il potere del Verbo, tutti debbono tacere a partirte dagli eretici; l'arroganza è l'unica democrazia, il confronto non si pone, “in emergenza tocca prendere provvedimenti stringenti” cioè la deportazione di recente e lugubre memoria e, ripeto sbaglieremo noi ma certe uscite non sembrano scappate da un fianco quanto perfettamente concertate con l'informazione di supporto, sembrano alludere a prospettive allucinanti: chi non si piega, chi resiste stavolta verrà spedito in massa al trattamento sanitario obbligatorio. I casi dello studente di Fano prima, del povero Enrico Gianini poi (a proposito, che fine ha fatto?), non vanno considerati eccezionali ma propedeutici.

Il tutto sotto il regime meloniano falsamente contrario alle misure repressive adottate da Conte per conto di Draghi (come debitamente ammesso proprio con “la Verità”), da Draghi per conto di non si sa chi. La democrazia italiana! Dove un presidente del Consiglio risponde a logiche eccentriche, forse endogene, sicuramente esorbitanti. E messi in bocca a uno psichiatra piazzato al sommo potere del controllo sanitario, certi passaggi fanno rabbrividire: “Serve sicuramente educare e informare per ottenere un maggior consenso consapevole rispetto a eventuali provvedimenti da adottare. Ma dico anche che, quando ci si trova di fronte a una crisi di carattere emergenziale, biogna prendere provvedimenti stringenti. Sviluppando adeguata cultura scientifica per affrontare le emergenze”. È il linguaggio, burocratico, gelido, spietato dei totalitarismi, pronto a scatenare la polizia sanitaria.

Dicono che la Meloni, fin che dura, è l'unico baluardo? A noi pare il contrario, più viatico che baluardo, più illusione, inganno che garanzia. Meloni sarà pure animata da nobili intenzioni, ma il suo attendismo tattico, il suo sostenere la indifendibile Von der Leyen, proprio sulla corruzione dei vaccini, per sottrarsi alla tenaglia Lega-5 Stelle rischia di stritolarla e noi tutti con lei. Servirebbero scelte coraggiose mentre assistiamo al perpetuarsi di un regime collettivo dove ogni pretesto, dalla salute pubblica al riarmo, dalla crisi climatica alla riconversione energetica, è buono per tornare ad agitare gli spettri del regime concentrazionario. Diceva lo stato maggiore grillo-piddino alla presentazione della nuova edizione del libercolo, da nessuno letto ma a molti imposto, dell'ex ministro Speranza: il nostro errore è di essere stati troppo morbidi, ma quando torneremo, e torneremo, non sbaglieremo più e non consentiremo più margini. L'intervista del nuovo capo del Comitato tecnico scientifico sembra andare precisamente in questa direzione ed è una intervista organizzata, come un messaggio per chi deve intendere. Chi deve intendere non è tanto la Meloni che da capo del governo avalla certe nomine, ma tutti noi che assistiamo sgomenti; e se il cittadino comune ha tutte le ragioni alla lunga per essere spaventato, e magari vile, il cittadino italiano, allevato all'opportunismo familistico, trova molti alibi in più. Giro da anni a convegni e manifestazioni di fanatici e idealisti che credono di cambiare il mondo bevendo aranciata e schierando gli sciancati sotto al sole, li sento dire che “questa volta non ci piegheremo” e ho la nettissima certezza che non aspettino altro, che gli basta uno strapuntino per mollare: tutti a sognare improbabili liste o movimenti, senza considerare che Grillo aveva dietro il banchiere Sassoon e la finanza di mezzo mondo, che la sua setta di mattoidi e di ladri aveva precisi intenti da prima repubblica, destabilizzare per stabilizzare. Missione si direbbe perfettamente compiuta: i grillini a bivaccare in Parlamento, gli antisistema rifluiti nel sistema, i prosseneti grillini dell'informazione imposti ovunque, cinque anni dopo arriva Conte, prodotto del grillismo di laboratorio, ad ammettere qualcosa di terrificante e cioè che lui era un capo del Governo fantoccio, che rispondeva a tutt'altri poteri. E nessuno che gli chieda quali. Forse perchè ce li immaginiamo benissimo da soli. Ma che a distanza di 5 anni il governo di destra nomini uno psichiatra di sinistra pronto ad evocare nuove misure repressive all'accorrenza, col pretesto totalitario della salute pubblica, è una prospettiva difficile da mandare giù.

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