19 Marzo 2025
Bertolaso e Gori, fonte: imagoeconomica
L'assessore al Welfare in Lombardia Guido Bertolaso e l'ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori "psicovizzati". I due, presenti al Bosco della Memoria, alla Trucca, nella Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, proferiscono frasi che risuonano d'allarmismo e che sembrano riportare indietro nel tempo, nel periodo della pandemia. "Si parla del piano pandemico nazionale che ancora non esiste, che non è stato definito nel dettaglio. Ma ce n’è uno regionale pronto a scattare alla prima avvisaglia", dice Bertolaso. Per Gori addirittura "5 anni dopo credo che siamo in una situazione peggiore. Poco è stato fatto e anzi, il numero di medici di medicina territoriale si è ulteriormente ridotto".
Dalla pandemia di Covid secondo Bertolaso sarebbero stati tratti insegnamenti. L'assessore cita il 96,3% di copertura vaccinale contro il morbillo in Lombardia, gli oltre 2 milioni di vaccini antinfluenzali somministrati, la copertura nei neonati contro il virus sinciziale. E poi i protocolli come il nuovo piano sociosanitario o il "meccanismo di sorveglianza epidemiologica che intercetta anche il singolo episodio di malattia infettiva, che può comportare conseguenze negative per la popolazione".
Bertolaso ha continuato: "Non è accettabile ciò che il personale sanitario subisce quotidianamente nei pronto soccorso, nelle strutture ospedaliere e negli ambulatori periferici. Non possiamo tollerare il minimo insulto o violenza", dice Bertolaso, rivendicando per tutto il personale sanitario parità di "tutela, protezione e incentivi".
Gori ha invece lasciato il posto ad Elena Carnevali, neo sindaca di Bergamo, che non si discosta molto dalla linea del suo predecessore: "I vaccini Covid hanno permesso di evitare tante perdite e di riprenderci le nostre vite. La solidarietà ha prevalso sulla concorrenza e sul protezionismo delle nazioni. Non può esserci un sistema sanitario pubblico senza rispetto per chi vi opera. È inaccettabile assistere alla crescente aggressività verso coloro a cui si deve solo riconoscimento per la dedizione, le conoscenze, la capacità clinica e umana che permette ogni giorno di essere curati, assistiti, riabilitati".
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