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Il pietismo di Kate per nascondere i vaccini non è altro che regale cinismo esibito a tutto il mondo

Bella strategia, andare, da guarita, a visitare i malati in favore di telecamere per non parlare delle cause. E le cause sono note: se ne è ammalata o trapassata mezza Casa Reale. Ma pur che il mondo esulti ed esalti!

04 Febbraio 2025

Kate bambini malati

La principessa Kate sta trasformando il suo cancro in business e soprattutto in un'arma di distrazione di massa. Foto, video, ospitate, eventi mondano-benefici, la copertura ossessiva dei media, un battage ossessivo: ho sconfitto il male, ho vinto il male, sono tornata. Ma tutto questo non ha niente a che fare con una improbabile lotta contro una malattia maligna, che capita quando capita, che non dipende da noi, e men che meno con la solidarietà verso chi ne soffre. Anzi in questa totale mancanza di pudore, in questo tornare da risanata in mezzo alla plebe infetta sta l'immenso cinismo del privilegiato. Si dovrebbe usare molta cautela quando si esulta per una guarigione, perché ci saranno milioni che accusano una fitta: io invece sono ancora qua, io non mi salvo. Il cancro non lo guarisci, in te e negli altri, facendoti ritrarre a braccia aperte in un bosco. Non lo sconfiggi vantandotene, se mai ammali di più chi non ha avuto la tua fortuna.

Meno cautela, d'altra parte, andrebbe usata quanto alle cause. La soave Kate, “tornata alla sua piena attività filantropica”, come dicono i media controllati dalla struttura regnante, tra i quali, misteriosamente, i telegiornali della RAI, davvero ossessivi e di gran lunga più ossequienti della BBC, potrebbe per cominciare spiegarci come mai non lei sola, ma mezza real casa britannica si è ritrovata malata di cancro dopo quei leggendari vaccini di cui erano regali sponsor. Tutti: lei, il re, la cognata, fino al principe consorte Filippo, fino all'eterna regina madre misteriosamente appassita in tre mesi: strage a Buckingham Palace, dove tutti cianciavano sulle virtù salvifiche dell'elisir sconosciuto. Dopo la propaganda idiota di ieri il silenzio vile di oggi, ma il silenzio è più grave perché senza più alibi; perché si può capire il guitto o l'istrione la cui carriera dipende dai partiti, si può capire l'atleta che deve difendere gli sponsor e si può capire il povero cristo senza voce e coscienza, ma i membri della famiglia reale inglese non sono obbligati, non sono ricattati da nessuno, non debbono rispondere a nessuno, hanno mezzi e potere per combattere, per distruggere qualsiasi interferenza. Non sono vittime ma padroni nel gioco globale dei media. Tacciono semplicemente per una questione di immagine e di orgoglio, e tacendo dimostrano di non meritare la guarigione.

In Inghilterra il premier punk che non piaceva a Elisabetta, Boris Johnson, dopo avere imposto uno dei regimi più assurdi, secondo solo all'Italia, ha sentito o gli hanno fatto sentire l'esigenza di scusarsi pubblicamente: misure inefficaci, repressive, stolte, da non ripetere mai più. Niente del genere in Italia, dove l'arte della dignità è sconosciuta, dove non si ricorda a memoria d'uomo un politico di potere capace di assumersi la responsabilità del proprio scempio, e dove uno come Speranza può ancora girare a mentire e insultare le vittime. Ma il colore dell'omertà è lo stesso, grigio plumbeo, fumo di Londra. La delicata principessa Kate, del cui tumore nessuno ha potuto spiegare l'origine, smentito e mentito fino all'ultimo, gira per ospedali, sorride e mette le mani sulla testa dei malati terminali che la guardano estasiati perché l'ingenuità degli ultimi non conosce redenzione fino alla fine; li usasse di meno e li rispettasse di più, e per rispettarli è necessario fare una sola cosa: la sincerità, ovvero ammettere, riconoscere: i vaccini mi hanno avvelenato, ci credevo ma sono stata fregata io come voi, mi hanno curato e guarito perché ho a disposizione i medici privati migliori della terra ma anche io ho sofferto, anche io ho dubitato, ho pianto, ho pregato, non ho sentito risposta, ho visto la tomba schiudersi per me, anche io mi sono distrutta per non morire, anche io mi sono cagata addosso e vomitata addosso, ho preso decine di farmaci ogni giorno, ho sentito la morte salirmi dalle gambe all'anima, ho sentito le gambe sciogliersi di colpo, e sono caduta, e mi hanno sorretto, e mi sono vergognata, e tutto bruciava e continua a bruciare, e il tempo era finito e non finiva più, e ho creduto di non farcela e pregato di non farcela, anche io mi sono sentita non più umana, prigioniera del mio corpo che marciva, patetica e sola a vedere il sole che sorge e tramonta dietro ai vetri mentre le stagioni passano, anche io ho maledetto quella puntura e chi mi aveva ingannato, anche io mi sono sentita inutile e ho pensato: morire così, a 40 anni e poco più, con due figli piccoli, con un regno che non vedrò.

Andare da chi sta morendo e dirgli “coraggio! Io ce l'ho fatta” suona lievemente ignobile anche se fatto da una nobile. A chi affonda va resa la dignità della sofferenza e dell'addio, va infuso il coraggio della disperazione, va regalata forse l'ultima illusione, ma senza pietismi e senza l'esercito dei servi, consulenti all'immagine, scriba, operatori, social manager del cazzo. Ci si va in privato a condividere il dolore. In pubblico si condivide la verità. Se no è ucciderli ancora, ucciderli due volte, ucciderli prima del tempo. Cari regnanti, ultrapotenti, ricchi sfondati, volete ancora nascondervi? Volete continuare a mentire? Tacere ciò che ha avvelenato voi come noi? Benissimo, fatelo, certo nessuno può impedirvelo; ma almeno non sulla pelle dei miseri. Non usando chi sa che non si salverà. Custodite pure in voi la menzogna ma non continuate ad alimentarla a dispetto di chi non ha le vostre risorse e cederà. Se invece volete davvero “fare qualcosa”, rinunciate alla sconcia vanità del pietismo e andate nei reparti oncologici a leggere le statistiche: sono tutte in salita, per qualsiasi forma di cancro, dall'introduzione del vaccino in poi. Sarà un caso, sarà sempre successo, saranno i cambiamenti climatici, ma almeno avrete fatto qualcosa di decente per chi non ce la fa. E salverete quel che resta della vostra anima. Perché farsi il servizio fotografico coi bambini terminali, sfruttare i bambini terminali come una Ferragni qualsiasi, l'anima te la brucia.

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