11 Dicembre 2024
Loredana Frasca, immunologa e ricercatrice dell'Istituto Superiore di Sanità, è stata intervistata in esclusiva dal Giornale d'Italia per parlare dello studio pubblicato su The Lancet dal titolo "Risk of autoimmune diseases following COVID-19 and the potential protective effect from vaccination: a population-based cohort study", tradotto: "Rischio di malattie autoimmuni a seguito del Covid e potenziale effetto protettivo della vaccinazione".
In questo studio si analizzano pazienti Covid dal 1 aprile 2020 a novembre 2022. Sono però gli autori stessi a dire che Omicron è preponderante e mild da un certo punto in poi.
Poi in questo lavoro del 2024 (COVID-19 vaccination and the risk of autoimmune diseases: a Mendelian randomization study) si vede un segnale per colite ulcerosa e sclerosi multipla, anche se gli autori consigliano di fare ulteriori ricerche per sostanziare questi dati, dopo il cosiddetto vaccino a mRNA (studi che dovrebbero essere stati già fatti, perché si tratta di importanti segnali di salute pubblica).
La dottoressa Frasca vanta collaborazioni con prestigiosi istituti, non solo italiani ma anche internazionali. Oltre a lavorare come ricercatrice per l'Istituto Superiore di Sanità, ha lavorato anche come collaboratore scientifico per l'Università di Losanna, per la University of Texas MD Anderson Cancer Center e anche per l'Imperial College London.
Durante la sua carriera si è occupata di risposte ai trapianti, risposte agli agenti infettivi, in particolare al virus dell’epatite C. Poi ancora del fenomeno della tolleranza immunologica, soffermandosi sulle diverse malattie autoimmuni e ha studiato la presentazione antigenica.
Sono moltissime le pubblicazioni scientifiche dell'esperta e, fra le ultime, ce ne sono diverse sui vaccini anti-Covid e sulle reazioni avverse. Prima di vedere l'ultimo studio a cui ha partecipato, ecco altri argomenti dei quali si è occupata Frasca in collaborazione con altri ricercatori. "I complessi CXCL4-RNA circolano nella sclerosi sistemica e amplificano le risposte infiammatorie/pro-fibrotiche delle cellule dendritiche mieloidi", "Gli anticorpi anti-CXCL4 eparina-indipendenti ed eparina-dipendenti hanno un'espressione reciproca in una coorte di pazienti con sclerosi sistemica", "Potenziale ruolo patogenetico dei peptidi antimicrobici trasportati da vescicole extracellulari in un modello psoriasico in vitro". Poi ancora "L'interferone di tipo I senza sosta accelera l'autoimmunità delle cellule B e la formazione di anticorpi anti-farmaco durante la terapia anti-TNF" e molti altri.
L'intervista è stata rilasciata a titolo personale e non rispecchia le idee dell'istituto presso il quale Loredana Frasca lavora.
Nello studio di The Lancet sono gli stessi autori ad asserire che "nessuno studio ha valutato l'effetto del vaccino Covid sull'insorgenza dell'autoimmunità. L'associazione tra il vaccino COVID-19 e le manifestazioni autoimmuni di nuova insorgenza è casuale o causale resta da chiarire".
"A seguito dell'avvio dei programmi di vaccinazione contro il Covid, i casi clinici hanno evidenziato le malattie autoimmuni di nuova diagnosi, tra cui malattie epatiche autoimmuni, GBS, nefropatia da IgA, come potenziali effetti collaterali rari della vaccinazione contro il Covid", prosegue.
"I nostri risultati hanno suggerito che il Covid è associato a un aumento del rischio di sviluppare vari AD (malattia di Alzheimer, ndr) e il rischio potrebbe essere attenuato dalla vaccinazione Covid. Studi futuri che indagano la patologia e i meccanismi sarebbero preziosi per interpretare i nostri risultati", ammettono infine i ricercatori.
Di Ivan Vito
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