27 Agosto 2024
Giuseppe Barbaro, cardiologo
Il dott. Giuseppe Barbaro è dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e in cardiologia. È il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso un importante ospedale di Roma. Barbaro è stato intervistato da Il Giornale d'Italia per parlare della recente decisione dell'Oms di dichiarare l'emergenza sanitaria globale in relazione al vaiolo delle scimmie, e sul relativo allarmismo.
Dottore, ha senso dichiarare emergenza per questo numero esiguo di casi?
"Assolutamente no, sia in termini epidemiologici che clinici poiché casi diagnosticati come vaiolo delle scimmie (mpox) necessitano di un’accurata diagnosi differenziale con altre patologie (v.allegato schema di valutazione clinica). In particolare, l’mpox va differenziato con l’infezione da varicella zoster (VZV), la cui incidenza è significativamente incrementata dopo l’introduzione dei profarmaci genici anti Covid-19. Nella maggior parte dei soggetti vaccinati, è possibile rilevare mediante il pannello MIT (fenotipizzazione delle sottopopolazioni linfocitarie) una immunodepressione (specialmente a carico di alcune sottopolazioni cellulari) con riattivazione di infezioni erpetiche, incluso il VZV. La espressione clinica del VZV e dell’mpox è molto simile e una sierologia specifica per VZV (con incremento significativo delle IgG specifiche) insieme con una corretta diagnosi differenziale con l’mpox la cui diagnosi specifica richiede la identicazione, mediante PCR del DNA specifico del poxvirus e tale metodica non è disponibile nella maggior parte degli ospedali (ad eccezione di quelli ad alta specializzazione per le malattie infettive). L’associazione tra VZV e vaccinazione a mRNA contro il Covid-19 è stata dimostrata con la identificazione della spike vaccinale, mediante esame immunoistochinico, all’interno delle vescicole erpetiche (v. Yamamoto et al. ,J.Cutan Immunol Allergy, 2022) ed era be nota, anche prima della pandemia, la possibile riattivazione di infezioni erpetiche successiva a vaccinazione (v.Kost et al,NEJM 1996) Vi è da aggiungere che mpox è endemico in alcuni paesi africani (es.Congo), interessa particolari categorie di soggetti a rischio (sex workers) e, indipendentemente dalla vaccinazione, l’infezione è favorita dalla vulnerabilità immunologica associata alla denutrizione/malnutrizione. In tali contesti epidemiologici, VZV e mpox sono spesso associati (v.McNeil et al, CID,2009) e vi è un’associazione con l’HIV-1 fino al 60% dei casi (v.Bhunu et al, Appl.Math.Comput, 2012).
Il vaiolo delle scimmie è trasmissibile solo per via sessuale o ci sono altri modi? Se no, che senso ha allarmare la popolazione?
Cosa è cambiato rispetto al 2022 quando lei diceva queste cose?
"Il video risale al luglio del 2022, in occasione di una giornata commemorativa a Luc Montagnier organizzata al Senato dal sen. Paragone. In tale occasione, facevo riferimento alla mia esperienza clinica personale riferita ad un paziente HIV-positivo che aveva ricevuto tre dosi di profarmacogenico, in seguito alle quali aveva presentato un peggioramento del suo status immunologico (con depressione del rapporto CD4/CD8 e NK) e riattivazione delle IgG specifiche per VZV di quasi 20 volte rispetto al cut-off di positività. La positiva risposta all’aciclovir ad alto dosaggio ha permesso di formulare la diagnosi ex-adiuvantibus. In quello stesso periodo, avevo avuto modo di confrontarmi con colleghi di altre istituzioni ospedaliere che hanno confermato, in base alla esperienza, la mia visione clinica. Da allora, purtroppo, abbiamo assistito, con il ripetersi delle dosi di richiamo del profarmaco genico, ad una progressiva compromissione del sistema immunitario, sia della componente cellulare che umorale (VAIDS o sindrome da immunodeficienza acquisita associata alla vaccinazione) ed a un progressivo incremento dei casi di VZV (le cui manifestazioni cliniche spesso si sommano a quelle indotte dalla neuropatia delle piccole fibre, presente in quasi il 40% dei soggetti vaccinati), la cui incidenza è ampiamente sottostimata in farmacovigilanza passiva, anche perché non correttamente interpretata dalla classe medica che tende a non correlare tali manifestazioni sia al profarmaco genico, che alle alterazioni del sistema immunologico associate al profarmaco, essendo restii alla prescrizione di indagini specifiche (pannello MIT, sierologia per herpesvirus, pannello autoanticorpale, dosaggio delle immunoglobuline, incluse le IgG4)".
Il vaccino Covid è un innesco a tutto ciò?
"Come detto in precedenza, il profarmaco genico anti Covid-19 si associa, specialmente dopo tre dosi, ad una alterazione del sistema immunitario valutabile mediante il pannello MIT. Tali alterazioni, specialmente in soggetti di giovane età, si riscontra, secondo la mia personale esperienza clinica, in circa il 75% dei casi. In tali casi, si può rilevare una riduzione di alcune sottopopolazioni linfocitarie, del rapporto CD4/CD8 e degli NK. Nello stesso pannello, la sierologia per herpes virus può dimostrare la riattivazione di alcune infezioni con alto titolo delle IgG specifiche (ad es, EBV e CMV, virus cardiotropi che possono associarsi a casi di miopericardite), incluso il VZV. Non vi è attualmente nessun allarme epidemiologico riguardante l’mpox; sarebbe auspicabile, da parte della classe medica, una maggiore attenzione nella valutazione dello status immunologico dei soggetti che hanno ricevuto il profarmaco genico, al fine di formulare una diagnosi corretta effettuando follow-up sistematici. La clinica è chiara e, nella sua concezione empirica, deve essere aperta al confronto nell’interesse del paziente e non essere strumento per applicare la strategia della paura al servizio dell’ideologia dogmatica".
Il Dott. Giuseppe Barbaro è specialista in Medicina Interna e in Cardiologia. È specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali (es. HIV) ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Inoltre, è specializzato nella valutazione di marker di adiposità viscerale cardiaca, mediante la determinazione ecocardiografica dello spessore del tessuto adiposo epicardico nei soggetti con lipodistrofia da farmaci antiretrovirali e in quelli affetti da obesità e sindrome metabolica. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV.
L'intervista è stata rilasciata a titolo personale.
Di Ivan Vito
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