19 Agosto 2024
La presenza nel vaccino Covid conosciuto come Vaxzevria (prodotto dalla multinazionale anglo-svedese AstraZeneca) di adenovirus di scimpanzé, ha portato alcuni utenti dei social network ad ipotizzare una correlazione tra il Monkeypox o meglio conosciuto 'vaiolo delle scimmie' e il vettore virale contenuto nella composizione del siero allo scopo di veicolare la famosa proteina Spike per la produzione di anticorpi: un’ipotesi che evidenzia un possibile effetto avverso dovuto al vaccino, dunque. Diversi canali Telegram, come quello chiamato 'Nessuna Correlazione', avevano pubblicato già nel maggio 2022 una teoria 'No-Vax' secondo cui l'aumento di casi di vaiolo delle scimmie in Africa sarebbe da imputare proprio al vaccino AstraZeneca: "L’hanno chiamato 'vaiolo delle scimmie', perché chiamarlo 'reazione avversa', faceva troppo complottista!" scrive l’utente Francesca, condividendo l’immagine fornita dal canale stesso. Anche l’omonimo canale d’informazione gestito da Mercello Paimo, sempre a maggio dello stesso anno, aveva scritto: "Avete già capito qual è questo virus, vero? Esatto: un adenovirus di scimpanzè! E lo scrivono candidamente nel foglietto illustrativo pubblicato nel sito dell’AIFA. Ora registrano un aumento di casi di vaiolo delle scimmie. Ma guarda che strana coincidenza. Stanno montando la tenda del nuovo teatrino, e serviva una nuova arma di distrazione di massa per finire la distruzione delle masse!". Tra le condivisioni, lo screenshot di un post dove si associa il vaiolo delle scimmie con il vaccino ad adenovettore, mostrando una foto di un foglio dove viene indicato cosa contiene quest’ultimo.
l’Agenzia Europea per i medicinali (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno finora autorizzato due vaccini anti Covid-19 a vettore virale: Vaxzevria di AstraZeneca e Jcovden di Johnson&Johnson. Vediamo un po’ più da vicino come funziona una tecnologia di profilassi basata su questo principio: Un vaccino a vettore virale utilizza un virus (generalmente un adenovirus reso incapace di replicarsi) per portare all'interno della cellula (ecco il vettore) la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina Spike. Il sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi contro il Covid, diminuendone la carica virale in caso d’infezione, senza però arrestarne totalmente il contagio (come ammesso anche recentemente dall’AIFA stessa). In particolare, mentre il vaccino di casa Johnson utilizza un adenovirus umano appositamente modificato per impedire una sua riproduzione ed effetturare il potenziamento del sistema immunitario, quello della multinazionale anglo-svedese è composto da un adenovirus di scimpanzé incapace di replicarsi (ChAdOx1 - Chimpanzee Adenovirus Oxford 1): secondo AstraZeneca questa scelta deriverebbe dal fatto che un adenovirus umano così come presente in natura verrebbe individuato ed eliminato troppo velocemente dal sistema, senza permettere un'adeguata immunizzazione.
Intanto, già lo scorso 14 agosto L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva dichiarato lo stato di emergenza sanitaria internazionale (Pheic - Public health emergency of international concern) in seguito all'aumento dei casi di Monkeypox in Congo. A dare l'annuncio, era stato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nella sola Repubblica Democratica del Congo sono stati registrati 14 mila casi e 500 morti da inizio anno, più del doppio di quelli registrati in tutto il pianeta durante l’epidemia 2022-2023. Ma come funziona questo virus? Il Vaiolo delle scimmie è causato dal Monkeypox virus, un patogeno con DNA a doppia elica che non ha nulla a che fare con gli adenovirus, poiché fa parte della famiglia dei poxviridae, dove troviamo anche lo Smallpox virus e cioè, nelle sue due varianti, il noto virus del vaiolo umano. Esso infetta le scimmie ed il primo caso di trasmissione umana è stato segnalato nel 1970. Ghebreyesus ha spiegato "che la rapida diffusione di un nuovo clade del virus - un raggruppamento di specie con uno stesso antenato comune ndr - nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, il suo rilevamento nei paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato la malattia, e il rischio di un’ulteriore diffusione in Africa e oltre sono molto preoccupanti". Dunque si tratta di una variante del virus appartenente al clade 1 e da una sua sotto-variante, il clade 1b. Il tasso di mortalità di questo ceppo è stimato al 3,6 per cento. Il vaccino contro il Vaiolo umano e il relativo farmaco (tecovirimat), hanno già dimostrato di essere efficaci anche contro il suo "cugino" Monkeypox. Tanto gli adenovirus usati come vettori nei vaccini, quanto i poxiviridae, possono essere identificati con un test PCR in grado di individuarne la presenza molecolare.
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