Frajese al GdI: "Borghi o Buonguerrieri presidente della commissione d'inchiesta Covid, no a Ronzulli, estrema ed estremistica; Khelif intersex? Strano" - ESCLUSIVA
L'endocrinologo Giovanni Frajese intervistato dal Giornale d'Italia: "La commissione d'inchiesta sul Covid indaghi su lockdown, mascherine, vaccini Covid e Tachipirina e vigile attesa". E sul caso Khelif: "Se i criteri d'accesso sono quanto scritto sul passaporto e non i livelli androgeni, è un problema"
L'endocrinologo Giovanni Frajese è stato intervistato dal Giornale d'Italia riguardo le recenti novità in merito alla commissione d'inchiesta Covid e le olimpiadi di Parigi, che in merito al caso Khelif, hanno creato non poche discussioni.
Pare che la commissione d'inchiesta sul Covid stia cominciando a vedere la luce, sono stati nominati i componenti di Camera e Senato, molti dei quali abbiamo scoperto essere pro vax, quali sono gli auspici?
"Gli auspici sono quelli di avere la possibilità di ascoltare ogni fonte in maniera indipendente, se non c'è paura di dire quella che è la verità ormai nota da anni, non saremo mai pronti per le pandemie del futuro perché si ripeteranno gli stessi errori della prima ondata. Quello che ci si aspetta è che ci sia la capacità di esporre le proprie idee e dati scientifici. Bisogna fare una commissione che osservi possibilmente tutte le misure messe in atto durante la pandemia, non saprei delinearne una specifica, è un percorso che ripercorrerei. Inizierei a vedere cosa ha causato i lockdown, se c'è stato un abbassamento delle curve oltre al danno economico certificato, e se avesse un senso oppure no. E poi i dispositivi di protezione individuali (mascherine, ndr), come sono stati utilizzati, se erano efficaci o gli obblighi erano privi di ogni fondamento scientifico.
Bisogna poi capire la capacità dei vaccini Covid di bloccare la trasmissione di questa patologia, cosa che sappiamo già in quanto anche le case farmaceutiche non hanno mai detto una cosa di questo tipo. E parlare della Tachipirina e vigile attesa".
Per quanto riguarda la scelta del presidente della commissione, chi potrebbe e dovrebbe essere secondo lei?
"Mi piacerebbe che a guidarla ci possa essere qualcuno che l'ha fortemente voluta, tipo Borghi (Lega) o Buonguerrieri (FdI), che hanno cercato nel tempo che questa commissione diventasse realtà. So che è uso politico dare presidenza a chi non si trova al governo, ma sarebbe negativo darla ad esempio alla Ronzulli, che in mezzo a coloro che vanno a indagare va bene, ma con lei è facile prevedere che essendo una persona estrema ed estremistica sarebbe difficile avere equità".
Passiamo alle Olimpiadi di Parigi, si parla molto della pugile Khelif, definita quasi in modo unanime intersex: che idea si è fatto lei?
"Non posseggo dati sicuri su cui trarre una decisione, il fatto che l'atleta sia intersex è una cosa molto rara e dovrebbe essere biologicamente provato, ma è un approccio che diventa più ampio. Se i criteri d'accesso sono quanto scritto sul passaporto e non i livelli androgeni, è un problema, lo sport dovrebbe risolvere questa cosa".
Khelif dovrebbe gareggiare in queste competizioni femminili?
"Ci sono tre fattori da considerare: i cromosomi, il fenotipo e quelli che sono i livelli di testosterone, non potendo sapere, non posso dire una cosa che sia precisa, ma l'IBA ha detto che è un uomo dai cromosomi e anche il fenotipo sembra quello. Il vero punto non è questo singolo atleta ma come verrà affrontata la discussione in futuro".
Di Ivan Vito