15 Luglio 2024
Su X una aspirante Lucarelli mi manda faccine che ridono a commento dell’articolo in cui confesso che non ho più forza di curarmi, che dopo un anno di chemio e continue malattie di conseguenza aspetto solo di farla finita. Già basta a qualificare la presunzione di chi sistema tutto con le visioni e mi rinfaccia il mio “negazionismo”, perché i presuntuosetti allo sbaraglio tacciano di negazionista chiunque li rimetta al loro posto. Ammesso che io mi sia mai occupato di certi sconosciuti che, oltretutto, mi calunniano pubblicamente, inducendo a credere che io mi fossi vaccinato per allegria, sperimentando su di me manco fossi De Quincey. Non è così, avevo ceduto anch’io in parte per l’impossibilità di tirare avanti, in parte perché, dopo una vita da sciagurato, trovavo ipocrita tutelarmi da un vaccino che sospettavo potenzialmente dannoso, ma non certo letale. “Al limite, avrò sperimentato su me stesso”. Poi ho raccontato mille volte il mio errore, anche per mettere in guardia i dubbiosi. Anzi, tra i cosiddetti vip o personaggi esposti, sono stato assolutamente l’unico. Che cerca certa gente? Ma è di suo talmente irrilevante da non meritare una querela.
Niente da nascondere, anzi: già nel 2021, prima di vaccinarmi avevo scritto un piccolo ebook dal titolo “L’esperimento”, sugli abusi giuridici che travolgevano le libertà fondamentali: poi, alla luce del mio linfoma e di quanto riscontravo sia in me che nelle centinaia di ammalati al pari mio, ho fatto, non so come, altri tre lavori, l’ultimo dei quali dal titolo inequivocabile: “Ti vaccini, ti ammali, muori” (il seguito arriverà a settembre). Voglio dire che c’è modo e modo di analizzare le situazioni, specie su scala globale: serve umiltà, la sicumera di certe teorie da asilo infantile, zeppe di circostanze che dicono niente, di conclusioni raffazzonate, di personalismi, valgono zero. Altra cosa è constatare, partendo dalla propria condizione, che la correlazione tra vaccino e linfoma, almeno nel mio caso, non può essere casuale (del resto me l’hanno confermata fior di specialisti, e anche chi tendeva a negarla non si azzarda più); altra cosa è anche convincersi, fiaccato, svuotato da ogni residua spinta vitale, rassegnato al peggio, che che dietro ci deve essere una intenzione, magari coagulatasi nello scorrere di emergenze fronteggiate da personaggi inetti dall’attitudine mascalzona e occasionalmente ladronesca. Che me ne vado non per colpa mia, non so se per una cospirazione, ma certamente per qualcosa che hanno escogitato e imposto a bella posta. E questa sconsolata conclusione mi pare anche umana, Cristo santo.
In altre parole, il trionfo della finanza a discapito della produzione di cui parlava Giorgio Bocca. Ma neppure lui si convinceva delle ricette troppo facili, che per spiegare tutto non spiegano niente, i “reset” grandi o piccoli che siano, vecchi come l’uomo, come la sua tentazione di voler capire senza sapere, esorcizzando la complessità del reale. Al mondo ci sono i demiurghi del male, ci sono i filantropi stragisti come i Bill Gates, i Soros, gli Schwab, padroni della finanza criminale, ma ci sono anche mille spinte contrapposte, contraddittorie, regimi che crollano, altri che si insediano, alleanze che cedono, che si coagulano, il mondo non sta nelle tesine preconfezionate ma in un immenso casino di forze babeliche, ambigue, opportunistiche, transeunte e spesso irrazionali. Hanno spinto per venti anni l’auto elettrica, hanno provato ad imporla con leggi repressive, con i ricatti mentali, con quelli concreti, con le elemosine di Stato, con la propaganda forsennata, ma al dunque il mercato, ossia i consumatori, ha dettato la sentenza definitiva: l’auto elettrica ha fallito, nessuno la vuole più, tutte le case produttrici le dismettono, si torna, si resta alle vecchie fonti fossili per il momento, la Cina, che è quella che ne produce e ne smercia di più, sta cercando di corrompere la UE per ottenere l’apertura alla sua sovrapproduzione. Stessa cosa per il woke che ha invaso la cultura, il cinema, i modi di parlare, la pubblicità: un fiasco dietro l’altro, un fallimento industriale dopo l’altro.
Coi vaccini è andata in parte diversamente: essendoci di mezzo la salute e la paura atavica che ne deriva. Sono riusciti ad imporli con le armi dell’isteria e, ancora una volta, della propaganda, ma dopo la prima fase anche questo business si è esaurito, la gente non ne ha più voluto sapere, i virologi in carriera sono disperati, i produttori si spostano verso i vaccini preventivi, verso il vaccinare i sani. Volevano insistere a oltranza, ma la gente non ha ascoltato più. Mi fanno pena quelli che ridono siccome ho un cancro e forse non mi salvo: loro, loro avevano capito tutto? Con lo sbandierare le lenzuola dei fantasmi in modo da vendere qualche copia in più, magari insultando chi si gioca la pelle? Ridessero pure di me, ma almeno rispettassero le migliaia di morti, di malati come me, gente umile, contadini, popolani, semianalfabeti che di fronte al ricatto di Stato non avevano strumenti per difendersi. O andranno sulle loro tombe a sghignazzare, ve la siete cercata e avevo ragione io, in un delirio di vanità spocchiosa, infantile? Rideranno anche per quella giovane donna che in piscina, rieducandosi dopo l’asportazione di un’anca, a seguito di somministrazione vaccinale (la seconda asportazione seguirà a breve), mi ha detto: ho resistito fin che ho potuto, alla fine ho ceduto ma mai avrei potuto immaginare che fossero così malvagi, così spietati. Questo non potevamo saperlo.
No, non potevamo, ha ragione. Perché se uno arriva a sospettare che chi lo governa a prescindere sia come Hitler, cade tutto. Solo un paranoico può farlo, ma la paranoia esistenziale non è un bel modo di stare al mondo. Ho sentito dire a una serata padovana dall’oncologa Patrizia Gentilini, dove eravamo entrambi invitati: “Neppure noi scienziati all’inizio sapevamo; avevamo sospetti, avevamo indizi, ma ci sono voluti tre anni di studi, di riscontri, di approfondimenti, di casistica planetaria per arrivare a capire”. Poi arriva una frustrata e ti ride in faccia siccome lei aveva capito tutto. Chi sono queste apprendiste giornaliste? Cosa vogliono? Ridere perché stai crepando? Ma stiano là, che ci fanno migliore figura. Oppure ci passino, anche loro, così vediamo se resta la voglia di ridere. Di morte improvvisa o accelerata si continuerà a morire per decenni, forse per sempre e le ragioni le riassume oggi Silvana de Mari, medico: un vaccino che entra nelle cellule, che le modifica riscrivendo il dna non è un vaccino ma un preparato sulfureo e micidiale. Ma Silvana, come altri colleghi, ha verificato, ha studiato anche lei verificando ipotesi iniziali. Se era così facile sapere tutto prima che tutto succedesse, come mai non finiscono di uscire studi, approfondimenti che sempre più dimostrano e perfino superano gli assunti iniziali? E questi studi sono a maggior ragione necessari perché la spinta a dimenticare e a mentire, per tornare a spacciare veleno, non si è mai esaurita. Eccoli che tornano più indemoniati che mai. Pfizer ha appena ammesso, quasi in souplesse, di avere ucciso 3000 persone col vaccino in sei mesi, oltre a migliaia di casi di svariate malattie insorte dalla cecità alle paralisi. Se dicono tremila vuol dire dieci, cento volte di più e in ogni caso il dato va proiettato su base triennale. Ma le ammissioni sgradite si fa finta di non sentirle come le bestialità per cui le sordità e gli infarti vengono indotti dal caldo, dalle bibite, l’esplosione di cancri la si spiega con i cattivi stili di vita che ci sono sempre stati, con l’inquinamento che nei decenni passati era molto più spinto. Qui c’è l’evidenza della malizia, della falsità: a che serve spingere sulle guerre stellari se non a fornire argomenti a quelli in malafede?
Il grande complotto che spiega tutto non spiega come il presidente degli Stati Uniti si sia ridotto come il mondo, sgomento, va constatando. Biden ha subito certissimamente 4 vaccinazioni dal 2021: le ha documentate lui, come tutti i potenti più o meno sinceri, via social; la quarta, assunta secondo le agenzie il 30 marzo 2022: “Seguite il mio esempio”. Da allora quante altre? Nel giro di tre anni ha perso completamente coscienza. Oggi noi sappiamo che questi vaccini possono indurre anche demenza senile o perfino precoce. Ma lo sappiamo oggi. All’epoca, evidentemente, non lo sapeva il capo supremo degli Stati Uniti. Non lo sapeva Berlusconi, indotto da fanatici o calcolatori del suo cerchio magico a una tripla dose che gli ha scatenato una leucemia fulminante. Eppure siamo al di sopra delle élite, siamo al livello ultrasociale di chi ha tutti i poteri, i mezzi, gli elementi per sottrarsi. Come? Non dicevano che “i potenti” sanno tutto e non si sono vaccinati, hanno assunto dei placebo? Sì, certo, che ci fossero lotti diversi è una certezza, che i privilegiati andassero sul velluto è più di un sospetto, ma resta il fatto che la faccenda non torna in modo automatico e assoluto: anche qualche ultrapotente è caduto nell’inganno, ed è morto oppure è ridotto a uno stato semivegetativo. Forse doveva ascoltare la signorina Vanagloria che aveva capito tutto prima degli scienziati, degli analisti, prima di tutti.
Facile, il giochino del te l’avevo detto, lo praticano in tanti: ma se per qualsiasi cosa si tracciano coordinate strampalate, se sul filo rosso del “no a tutto” scorrono vaccini, scie chimiche, notav, 5G, guerre, terremoti, campionati di calcio, a ribollire nel calderone, sulla base dell’oroscopo nichilista, del “te lo dico io che sono nata consapevole”, questo è solo prendere in giro chi è già preso in giro per dinamiche opposte: dal fidatevi di tutto al non fidatevi di niente perché lo dice la sapienza e la sapienza sono io. Ed è un pessimo modo di servire la causa della scienza, la quale si corregge costantemente. Tra le cause, neppure secondarie, del trionfo del regime sanitario, non mi stanco di ripeterlo, sta la balcanizzazione degli scettici, che non hanno trovato valide rappresentanze, irretiti da imbonitori, da calcolatori, da fondatori di gruppuscoli settari, da scienziati falsi o veri ma troppo ambiziosi, con l’unico scopo di entrare nel “sistema” che dicevano di voler combattere. Tra l’altro, questa che evoca i Vangeli, che sciala in immagini e citazioni sacre, con tutto lo zelo e la furia del bigotto, è gente capace di definirsi a sua volta “pentita”, sugli studi compiuti, sul percorso intrapreso in precedenza. Però rinfaccia i cancri degli altri, e ne ride. Un curioso spirito cristiano. Sarebbe perdita di tempo discutere su basi solide con interlocutori dal cursus honorum della Ferragni, tirando in ballo la storia del potere di Heffer, l’altra di Galli, o la teoria dei ruoli sociali di Goffman o la microfisica del potere di Foucault, tanto più che chi ti ride in faccia siccome hai un cancro, implicando che “te lo meriti”, dimostra una miseria che suscita compatimento. Perché la mancanza di empatia alla fine è una infermità. Mi ha scritto uno, sempre su X: “io ce l’ho messa tutta per salvarti, ma tu niente”. Sono andato a dare un’occhiata al suo profilo: 7 follower, una vita da bar sport, me lo immagino nella desolazione di ogni giorno, questo crociato della mia salvezza. Coi megalomani a intelligenza zero non si perde tempo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia