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Più melanomi e la ricetta qual è? Più vaccini a rMNA. Che hanno originato i melanomi

Non se ne esce: i morti "improvvisi" lasciati nel mistero, raccontati con i luoghi comuni e il patetismo rituale. Intanto il tempo scava, stanca, le bugie si depositano e la propaganda si stratifica. E nessuno pone domande, se no è subito fatto fuori.

29 Giugno 2024

Melanoma

Di che è morta improvvisamente la psicologa Vera Slepoj? È morta perché è morta, perché non era più viva. E la trentaduenne infermiera Jessica, che voleva “solo dormire”, che era sempre sfinita ed è morta nel sonno per un malore improvviso? È morta perché era stanca. E che gli è successo al calciatore franco-algerino Bentaleb, stramazzato, ma ancora vivo, mentre giocava una partita di calcetto? Eh, sarà stato il caldo. E al conducente del pullman che trasportava i capintesta della Nazionale spagnola in Germania, accasciatosi improvvisamente sul volante? Appunto, il caldo, forse la tensione per la partita con l’Italia, vai a sapere. Ma sì, sono misteri, meglio lasciarli tali. Misteriosa anche la causa dell’esplosione dei melanomi, in particolare “tra i più giovani”, ma non solo, negli ultimi due, tre anni. Con la solita Fondazione Humanitas, coinvolta in progetti di ricerca e sviluppo dei nuovi vaccini, che caldamente raccomanda un vaccino. Un vaccino contro il melanoma che, misteriosamente, è uno dei cancri maggiormente insorti dopo i vaccini anticovid. Dicono altri oncologi: non abbiamo mai visto tumori così, men che meno nei più giovani, non sono melanomi naturali, non sono normali. Insomma il solito gioco infernale: ti vaccini, ti ammali, ti rivaccini, ti riammali. Ho parenti ai quali dopo la terza o trentesima dose, non si è mai sicuri di niente perché subentra sempre un certo ritegno, il medico, lo stesso che li aveva vaccinati, ha detto: io ti salvo ma tu coi vaccini finisci qui, se no non ti salva neanche il Padreterno. Misteri. “Sono un oncologo e vi dico cosa evitare per non ammalarvi di cancro” dice un dottor Waqqas, medico social. E cosa prescrive? No alle sigarette, neanche elettroniche, alle carni rosse, all’alcool. Sì, in compenso, alle carni sintetiche e ai vaccini. ‘Ndemm, Waqqas, che abbiamo capito. Anche a me i sanitari, giustamente rigorosi, hanno vietato di fumare “perché dopo quello che hai avuto”. Giusto, ma neppure l’aerosol dello svapo? “No, che non si sa cosa ci mettono dentro”. Nei vaccini si sa?

Ma il tempo gioca a favore dei vaccinisti a tout prix, più ne scorre, più la gente si stufa, più i media fanno il loro porco lavoro: “Kate, la principessa, in forma smagliante, alla fine il suo cancro non era niente”. Curiosamente, non si è mai parlato tanto, scritto tanto di cancri, nuovi e vecchi, turbo o regolari, come dall’insorgenza della vaccinazione di massa. Ma guai a metterli in correlazione! E si capisce la resiliente, cinica capacità di rigenerazione del liberismo sanitario, più cancri ci sono e meglio va agli Stranamore dei vaccini che forse, diciamo forse, sono gli stessi che hanno alimentato l’esplosione dei cancri. Ma anche dei cuori rotti, delle malattie autoimmuni: meglio! Per tutto c’è un potenziale vaccino, per tutto una manipolazione genetica, una tecnologia rMNA ad hoc. Non dicono mai dei danni correlati, se ne disinteressano totalmente, manipolare le cellule umane come un meccano, ma il meccano sui viventi difficilmente è scevro da conseguenze, per lo più devastanti. Dei vaccini per il Covid dissero di tutto, che immunizzavano a vita e poi per tre settimane, che erano ricostituenti e poi che potevano, ma in casi rari, provocare conseguenze anche letali, che stavano fermi lì dove li avevano sparati e poi che giravano, giravano in eterno per l’organismo, intercettando e scatenando patologie latenti, larvali. Ma insistono con la stessa sicumera e la stessa omertà: basta spingere sulla malattia e trascurare la casistica, basta dirottare le cause, mentire sulle cause e sui rimedi asseriti. Ne deriva una mistificazione colossale, senza soluzione di continuità: quello che fu organizzato col Covid va espanso e reso definito con tutto il resto. A Civitanova Marche il fotografo di 77 anni Roberto Vives cade fulminato da una crisi improvvisa: ma che fa? Basta lasciare il mistero, basta concentrarsi sul colore, “il paparazzo del mondo”, “ha parapazzato Civitanova e provincia”, “lascia la moglie e tanti amici cari”. Questo il modo di dare le notizie oggi ed è un modo che chiunque riconosce come mafioso, come omertoso. Sconcio, se nessuno si prende la briga di andare oltre i luoghi comuni, di abbozzare qualche domanda. Ma nessuno si azzarda e sappiamo tutti noi del mestiere che la consegna è tassativa, chi si permette anche il minimo sospetto, chi traccia anche la più lieve ipotesi, è fuori. La Stampa, uno dei massimi organi istituzionali della informazione di sinistra, è riuscita a scrivere dei 50mila alienati, tutti giovanissimi, che non escono mai dalla loro stanza, in giapponese “hikikomori”, le larve umane, i già morti dentro, senza metterli in correlazione con i danni da lockdown che tutti paventavano e si stanno puntualmente verificando nei tempi lunghi del cosiddetto ritorno alla normalità.

Un giorno forse si arriverà a discutere di tutto questo zelo, che la corruzione politica, istituzionale, sanitaria non basta a motivare compiutamente. Con ogni probabilità c’è anche un effetto traino, tutti dentro il gioco della menzogna e della digressione per non essere da meno, nella convinzione di star facendo il giusto. O forse, semplicemente, per non ritrovarsi emarginati e maledetti, privi di credibilità, guardati come degli squilibrati, senza più possibilità di lavorare, di collaborare. Ma per chi ha avuto una malattia e l’ha sentita arrivare dopo il vaccino, per chi da un anno sopravvive arrancando e vede centinaia, migliaia nella stessa condizione è diverso. Per chi si chiede se ne uscirà mai, e a quale costo, questo gioco lurido a mentire è insopportabile almeno quanto il male.

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