11 Maggio 2024
Giorgio Palù / fonte foto: Imago
C'è una data che ruota attorno alla morte di Camilla Canepa, ragazza di 18 anni deceduta a causa degli effetti avversi del vaccino Astrazeneca. La data è quella dell’11 giugno 2021. A Cts la tensione è massima. Il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù, con una telefonata, si lamenta per le pressioni che dentro al Cts starebbero subendo per allargare la platea dei possibili utilizzatori del vaccino Astrazeneca. Da quanto viene ricostruito da La Verita, nessuno sembra essere più disposto ad accettare tali sollecitazioni e ognuno è preoccupato per la scellerata autorizzazione ai vaccination day a cui ha partecipato, tra gli altri, il 25 maggio 2021 Camilla Canepa.
Il 12 maggio era stato deciso di non estendere "la raccomandazione di uso preferenziale di vaccini con vettore adenovirale (Astrazeneca e Johnson&Johnson, ndr) alla fascia di età 50-59 anni", ritenendola a rischio. Eppure, un paragrafo di cui in realtà non si era discusso e autorizzava i vaccination day: "Alla luce di tutte le considerazioni sopra esposte il Cts non rileva motivi ostativi a che vengano organizzate dalle differenti realtà regionali o legate a province autonome, iniziative,
quali i vaccination day, mirate a offrire, in seguito ad adesione/richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni".
Ma, come abbiamo anticipato, il momento più clamoroso della riunione è la telefonata videoregistrata di Palù con un misterioso Mister X, probabilmente posizionato gerarchicamente sopra al ministro della Salute, Roberto Speranza. Pare che Palù chieda un pronto intervento per fermare le pressioni a favore di una distribuzione più estesa di Astrazeneca.
"Buongiorno, scusi spengo un attimo (il microfono, ndr) sono nel Cts, ecco io avevo piacere di incontrarla anche così per riferirle… (le voci si sovrappongono e i colleghi cercano di far capire a Palù che stanno ascoltando la sua conversazione privata, ndr)… che era una decisione presa in linea con gli altri Paesi europei cioè che Astrazeneca, e Johnson&Johson per analogia, non si faceva sotto i sessant’anni, ci sono pressioni che non capisco sia per portarla più basso Astrazeneca che Johnson&Johnson, ecco le dico la verità (le voci si confondono ancora, ndr), glielo dico perché sia, uno, per la responsabilità, perché il Cts giustamente abbiamo un parere…", si legge nella trascrizione. Nella confusione sembra che Palù pronunci la frase "in caso di un morto". Poi l’audio si comprende in modo più nitido: "Credo che ho espresso il mio parere anche come virologo, non mi sento di tornare indietro, ecco, per qualche insistenza o desiderata ministeriale, ecco volevo dirglielo come sempre".
Locatelli prova a fermare il collega: "Giorgio hai il microfono aperto, ti stiamo ascoltando, per cortesia, chiudi il microfono". La collega Cinzia Caporale trova la situazione imbarazzante: "Potete staccare l’audio dalla regia, per favore? Possiamo staccarglielo con delicatezza e ricollegarci? Non capisco perché la regia non riesca a chiudere il microfono, francamente presidente credo… io mio scollego perché non mi sembra carino nei confronti del collega, scusatemi io mi scollego".
Palù continua: "Ma sa, in Francia, in Germania sessanta… Johnson&Johnson". Le sue parole vengono coperte dagli interventi degli altri membri del Cts: "Sotto i cinquanta", "esclude le donne ovviamente", "non abbiamo ancora contezza di cosa sia", "come quello di scimpanzè".
La telefonata torna nuovamente comprensibile: "…ecco, è questa che stiamo prendendo sia come Aifa, l’abbiamo presa, e devo dire che anche Magrini […], anche come ente regolatorio, l’ho portata io in Cts... questa quindi questa sicuramente siamo tutti d’accordo, il problema è quell’altro che…". Anche Sergio Abrignani prova a uscire dall’impasse: "Che dobbiamo fare? Ci scolleghiamo tutti? Giorgio sei collegato, Giorgio ti stiamo sentendo".
La discussione si concentra su chi abbia presentato al Cts la richiesta di parere sui vaccination day. Abrignani: "Dobbiamo mettere nel verbale, secondo me, chi ha posto il quesito anzitutto, se è stato il ministro, se è stata la Direzione, se è stata la presidenza del Consiglio e questo taglia la testa al toro, perché sento dire “non sappiamo chi ci ha chiesto, chi ci ha posto il quesito”".
Silvio Brusaferro: "Però, scusate, una domanda, non possiamo mettere il nome, cioè chi chi ha fatto la richiesta? Scusate io non ho contezza". Rezza: "Io non firmerò mai quel verbale". Poi, rivolgendosi a Ciciliano, parla di Camilla: "C’è una ragazza che è morta e tu stai bloccando tutto ciò per una frase". E Ciciliano sbotta: "Gianni non te lo consento, non mi fare alzare la voce, non te lo consento perché se si fosse lavorato in maniera diversa questa ragazza non sarebbe morta, Gianni. E non te lo consento".
Locatelli, alla fine, decide di scrivere "è raccomandato l’uso di vaccini a mRna per la prima dose sotto i sessant’anni di età rispetto al vaccino di Astrazeneca". Una proposta su cui tutti sembrano allinearsi, tanto che Giuseppe Ippolito si complimenta con Locatelli. Per poi aggiungere: "Oggi hai bisogno di una dose di omeprazolo (un farmaco che viene prescritto per trattare il refiusso gastroesofageo, ndr)... noi dobbiamo arrivare ad avere nell’arco dei prossimi 30 minuti dieci punti che voi possiate dire in conferenza stampa con un accordo totale".
L’ultimo suggerimento di Locatelli mette tutti d’accordo: "Allora provo a proporvi una versione. Il Cts raccomanda che le Regioni quando promuovono eventi open day a favore delle vaccinazioni rispettino le indicazioni per fasce d’età. Va bene?". Il verbale finisce.
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