30 Marzo 2024
La malafede oltre un certo limite si tinge d’idiozia. Giorgia Meloni, in evidente rincorsa elettorale, annuncia che le vittime di effetti avversi da vaccino anticovid non verranno lasciate sole, e la stampa scandalistica di sinistra si scatena vedendoci un assist ai novax. Ma è esattamente il contrario, le vittime non sono quelli che, dicendo no al vaccino, si sono salvati ma quelli che, come chi scrive, sottoponendosi ne hanno ricavato conseguenze letali o micidiali come cancri, linfomi, patologie devastanti e permanenti. Di quelle che fanno definire assassino e delinquente dall’ex ministro Speranza uno in carrozzina a vita. Che cosa poi intenda la nostra Meloni per non lasciare soli, è da precisare: si può desumere un indennizzo, una pensione, ma tutto è da chiarire. Certo, la speranza è l’ultima a morire, ma, diciamolo, è difficile prestare fede a una che sulla questione ha finora giocato a rimpiattino, una che ascolta i ronzii nelle orecchie di Bruno Vespa, vaccinaro arrogante. Di conseguenza, anche il ministro sanitario Schillaci, uno in scia al predecessore e mentore Speranza, sembra essersi svegliato e dopo molto oscillare, molto traccheggiare, adesso vagheggia, con questa stessa testata, una commissione non parlamentare ma tecnico-scientifica per valutare i disastri da vaccino. Ancora una volta: sui comitati tecnico-scientifici conserviamo lugubre e fosca memoria, il CTS dei governi Conte e Draghi è roba da Norimberga, ma stiamo a vedere. Di sicuro il materiale non manca e il ministro potrebbe seguire sempre la presente testata per una seppur parziale, ma nutritissima, casistica di misteriosi trapassi, decessi o discese nel mondo dei più o anche solo di chi non è più come prima, non è più come gli altri.
Flavio Briatore, il manager, l’imprenditore spregiudicato e di successo, il padrone del Twiga del ricchi, reduce da un cancro già sconfitto, si scopre un altro tumore, questo benigno, ma al cuore, roba che sembra condensare in un corpo solo i molteplici danni del vaccino; tre anni fa, Briatore andava in televisione a vantare le sue plurime dosi dicendo che voleva “prendere a calci in culo” i novax. Invece a calci in culo, dagli effetti avversi, sembra essere stato preso lui, che pure, anche questa volta, se la caverà. Ad altri va meno bene: a Cecchina, frazione di Albano Laziale, due pensionati, entrambi oncologici, si ammazzano: Antonio Pomilia, 83 anni, ex pilota civile, sopprime la moglie, Margherita Cannone, 78 anni, ex maestra, e poi si finisce. Quante famiglie, quante coppie si sono scoperte insieme travolte da un male orrendo, insorto improvvisamente! Casarano di Puglia, addio all’ex pallavolista poi commentatore televisivo Luigi Baldari, 58 anni, mancato repentinamente. Altro sportivo, Bruno Masiero, di Vigonovo del Brenta, altra morte fulminea: un cancro più che turbo lo mangia in meno di un mese: “Non aveva mai accusato alcun problema di salute. Non conosceva medici e ospedali. Persona sportiva, non beveva, non fumava. È deceduto in 23 giorni a causa di un tumore fulminante partito dai reni. Dopo un intervento chirurgico per tentare di arginare la malattia, si è scatenato un vero cataclisma che, secondo i medici, ha sparso e fatto scoppiare in tutto il suo corpo migliaia di cellule infette”. Precisamente il meccanismo della tecnologia rMNA, sulla quale tanti Stranamore criminali hanno lavorato per almeno due decenni, sempre frenata dati i risvolti micidiali, improvvisamente ammessa a trial fantasma nel 2020, sulla scia dell’emergenza Covid, un’emergenza col senno di poi organizzata, resa di dominio industriale, con tanto di premio Nobel ai due scienziati principalmente responsabili. Ma per i nostri virologi da allegro chirurgo, nessuna correlazione era ed è sospettabile. Andiamo avanti. Lanciano, la ventottenne Marilea Cipolla cade stecchita durante una partita a freccette: sanissima, neanche l’ombra di patologie pregresse o nascoste. A Ginosa, vicino Taranto, la trentaduenne Monica Bongallino, di professione pizzaiola, cade fulminata subito dopo una spirometria di controllo. Barletta, il 48enne Pedro Digiorgio crolla sotto gli occhi degli amici durante un pranzo. Inutili i soccorsi. Londra, il cancro sommerso della principessa Kate comincia a dilatarsi nelle testimonianze delle vittime qualsiasi: «Se accadono anche ai membri della famiglia reale, che hanno senza dubbio la migliore assistenza medica al mondo, certe cose possono succedere a chiunque» dice alla stampa Maia Kennedy, 38 anni, stesso male, identica dinamica fulminante: «Se sei una giovane donna in salute, non pensi mai che ti possa succedere». Lo chef Simone Buzzi, estromesso dal programma culinario della Clerici dopo il tumore, racconta la sua esperienza: un linfoma non-Hodkin improvviso, i difficili mesi della terapia, la guarigione. Tre anni fa si era vantato: “Ho fatto tutte le dosi”. Pasiano di Pordenone, addio all’imprenditrice Diletta Ravagnolo, morta a 54 anni per una malattia improvvisa e spietata. Vasco Rossi piange Gabriella Sturani, madre del suo primo figlio e celebrata in una canzone. “Gabry” se n’è andata a 57 anni dopo breve e micidiale malattia. Il Blasco, riconvertito da rockstar spericolata a rockstar ipocondriaca, si guarda bene dall’ipotizzare effetti vaccinali avversi, lui è quello delle dieci dosi e delle dieci mascherine una sopra l’altra. Riviera di Levante, addio a Walter Cevolatti, 58 anni, “un malore improvviso non gli ha lasciato scampo”. Giorgia Meloni via social piange la scomparsa, dopo malattia inesorabile, “a soli 42 anni, di Valentina Paterna”, esponente di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Lazio. Forse è anche per questo che oggi si è convinta di dovere spiegazioni, non lei quanto lo Stato che attualmente dirige, a 60 milioni di connazionali sottoposti a vessazioni fuori da ogni Stato di diritto e solo per poter essere sterminati meglio. Perché di questo si tratta: di uno sterminio, organizzato per il puro gusto di imporlo, con la furia insana, demoniaca che si scatena ogni volta che la democrazia collassa e la banalità del male ne prende il posto. Sì, diremmo che una verifica ci vorrebbe sul serio. Ma quante possibilità ha di funzionare davvero, senza essere come sempre boicottata dal Colle in giù? E il Presidente sa di poter contare ancora su uno zoccolo duro di faziosi, di maliziosi, di cattive coscienze. Reduce da mesi di chemio devastante, mi accingo a portare in giro un reading poetico dove racconto le esistenze nostre, di noi malati che in un attimo, “In un colpo solo”, abbiamo visto finire tutto, cambiare tutto, imparando a sopravvivere sul crinale tra vita e non più vita. Per uno che mi chiama, dieci rispondono: non è ancora il momento, non si parli male dei vaccini, c’è di mezzo la politica. E io capisco che il momento buono sarà solo quando sarò morto.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia