21 Febbraio 2024
Covid vaccino (fonte foto Lapresse)
I vaccini Covid a mRNA Pfizer, Moderna e Astrazeneca possono causare rari casi di disturbi cardiaci, cerebrali e del sangue. Lo si apprende da uno studio redatto dai ricercatori del Global Vaccine Data Network, che hanno analizzato 99 milioni di persone che hanno ricevuto vaccinazioni in otto paesi e hanno monitorato gli aumenti in 13 condizioni mediche. All'interno dello studio, pubblicato la settimana scorsa sulla rivista Vaccine, si è scoperto che i vaccini erano collegati a un leggero picco di condizioni mediche neurologiche, del sangue e cardiache.
Come detto, secondo lo studio del Global Vaccine Data Network i vaccini possono portare a rari casi di miocardite – infiammazione del muscolo cardiaco. Questo rischio è stato riscontrato nella prima, seconda e terza dose di vaccini mRNA di Pfizer-BioNTech e Moderna. Lo studio ha rilevato che un’altra condizione cardiaca, la pericardite, l’infiammazione del muscolo cardiaco, presentava un rischio maggiore di 6,9 volte in coloro che avevano ricevuto una terza dose di vaccino con vettore virale di AstraZeneca.
Nel frattempo, una prima e una quarta dose del vaccino di Moderna avevano un rischio aumentato rispettivamente di 1,7 e 2,6 volte. È stato inoltre identificato un aumento del rischio di un tipo di coagulo di sangue nel cervello derivante da iniezioni di vettori virali come quello sviluppato dall’Università di Oxford e prodotto da AstraZeneca: secondo lo studio, inoltre, tra le persone che hanno ricevuto il vaccino di AstraZeneca c’era un rischio 2,5 volte maggiore di sviluppare la sindrome di Guillain-Barré, una rara malattia neurologica in cui il sistema immunitario attacca i nervi.
Come detto il rischio degli affetti avversi comprende anche la sfera neurologica. Sono stati riscontrati casi di mielite trasversa, infiammazione del midollo spinale, così come l’encefalomielite acuta disseminata, l’infiammazione e il gonfiore nel cervello e nel midollo spinale. Questo dopo vaccini sia a vettore virale che a mRNA. Gli esperti del GVDV in Nuova Zelanda hanno esaminato 13 condizioni mediche che consideravano “eventi avversi di particolare interesse” tra i soggetti, con l’obiettivo di identificare casi più elevati del previsto dopo un vaccino.
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