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Vaccino Covid, "pericarditi, miocarditi e reazioni avverse: correlazione con l'inoculazione del siero, comparsa malattia anche dopo anni"

Le cicatrici lasciate dal virus o dalla terapia anti-Cov-Sars 2 potrebbero innescare la malattia anche dopo mesi e anni: i sintomi e i dati raccolti dalla CMSi

18 Febbraio 2024

Vaccino Covid, pericarditi, miocarditi: correlazione con l'inoculazione del siero, innesco malattia anche dopo anni

Fonte: imagoeconomica

Pochi conoscono i sintomi di pericardite e miocarditi, ma tanti si sono accorti che sono sempre più frequenti i casi di malattia in questi ultimi anni. L’ultimo ricovero famoso per pericardite è quello del ministro della Difesa, Guido Crosetto. Ma come hanno ormai affermato tutti i medici cardiologi intervistati sulle principali testate giornalistiche, non ci sarebbe alcun collegamento con la vaccinazione anti Cov-Sars 2. La pericardite è una malattia che può essere causata anche da virus, da diversi agenti patogeni, compreso quello delSARS-CoV-2. Quindi, il vaccino Covid non c’entrerebbe nulla. La pericardite può colpire tutti, giovani e meno giovani sani o con patologie, e può essere curata. Sia la pericardite che la miocardite sono due processi infiammatori che riguardano il cuore: la miocardite colpisce lo strato intermedio delle pareti del cuore, ossia il miocardio, la pericardite il foglietto esterno che riveste il cuore. “La miocardite e la pericardite sono condizioni infiammatorie cardiache che presentano una serie di sintomi, tra cui spesso è presente la mancanza di respiro, il battito cardiaco accelerato che può essere irregolare (palpitazioni) e il dolore toracico” citazione dell’Aifa

Inoltre, aggiunge: “I dati disponibili suggeriscono che il decorso della miocardite e della pericardite dopo la vaccinazione non è diverso dalla miocardite o dalla pericardite nella popolazione generale”. Eppure, nonostante le rassicurazioni di rito, sono stati descritti in letteratura dei possibili effetti collaterali, manifestati con pericarditi e miocarditi, dovute ai vaccini. Secondo il Commissione medico scientifica indipendente (CMSi)* che ha raccolto i dati internazionali sulla correlazione tra miocarditi/pericarditi e vaccinazioni nella popolazione di tutto il mondo, escono informazioni importanti.

A partire da quelle del comitato per la sicurezza dell'EMA (PRAC) che ha valutato i dati aggiornati sul rischio noto di miocardite e pericardite, in seguito alla vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax, che includevano due ampi studi epidemiologici europei. Un altro studio è stato condotto, utilizzando i dati del sistema sanitario nazionale francese (Epi-phare) e del registro Nordic. “Dai dati esaminati, il PRAC ha stabilito che il rischio per entrambi questi eventi è complessivamente "molto raro", il che significa che può essere colpita fino a una persona su 10.000 vaccinata. Inoltre, i dati mostrano che l'aumento del rischio di miocardite dopo la vaccinazione è maggiore nei maschi più giovani. Il PRAC ha pertanto raccomandato di aggiornare le informazioni sul prodotto per riflettere tali dati”.Va ricordata anche la sorveglianza attiva, come lo studio prospettico di coorte tailandese, che ha raccolto ECG, ecocardiografia ed enzimi cardiologici di 301 studenti di età compresa tra i 13 e i 18 anni prima della vaccinazione e, successivamente, al 3°, al 7° e al 14° (facoltativo) giorno dopo la seconda dose di vaccino Pfizer. Nel 29,24% dei pazienti sono state riscontrate manifestazioni cardiovascolari che prima non c’erano, dalla tachicardia all’ipertensione, prolasso mitralico sino alla miopericardite. Anche uno studio svizzero di sorveglianza attiva su 770 sanitari dell’Ospedale di Basilea, conferma l’incidenza di miocarditi subcliniche che erano state riscontrate negli studenti Tailandesi: 2,8% alla 3a dose del vaccino Moderna, quasi mille volte più di quanto riconosciuto in studi di sorveglianza passiva. Quindi, “Il rischio di miocardite causato dai vaccini contro COVID-19 non è modesto e non è più basso del rischio di miocardite causato dal SARS-CoV-2”. inserisce nelle conclusioni della lettera del dottor Donzelli, medico specialista in Igiene e Medicina preventiva, già membro del Consiglio Superiore di sanità, pubblicata sulla prestigiosa rivista Circulation.

Inoltre: “La miocardite e la pericardite possono svilupparsi entro pochi giorni dalla vaccinazione e la maggior parte dei casi si sono manifestati entro 14 giorni. Sono stati osservati più spesso dopo la seconda somministrazione” afferma il rapporto del CMSi. Ma non solo: ci sono studi, come uno giapponese, che documentano che l’infiammazione del cuore può presentarsi anche a distanza di mesi (e le sue conseguenze potrebbero manifestarsi dopo anni...).

Qual è il meccanismo che favorisce pericarditi e miocarditi?

 “La troponina è una proteina che sta normalmente dentro i muscoli scheletrico e cardiaco. Quando la si ritrova nel sangue, è segno che le fibre muscolari si sono danneggiate e la hanno lasciata uscire. La misurazione dei livelli della troponina specifica del cuore è indice di danno cardiaco” afferma il dottor Marco Cosentino, docente di Farmacologia dell’Università Insubria. E aggiunge: “Un danno che si ripara con una microcicatrice che rimane a vita e costituirà per sempre un possibile innesco ad esempio per aritmie”.

Sullo stesso avviso anche il dottor Eugenio Serravalle, presidente dell’Associazione Studi Scientifici e informazione sulla Salute, che ha concorso alla raccolta dati pubblicata dalla CSMi:  “Le alterazioni della troponina successive a una vaccinazione sono asintomatiche, però creano piccole cicatrici e, a seconda di dove si trovano, possono dare complicanze anche a distanza di mesi o anni”.

Come dire, insomma, che i danni silenti a livello cardiaco paiono di fatto sovrapponibili tra covid e vaccino, con la differenza che il vaccino è una scelta… e che in genere si fa molto più spesso della malattia, che lascia un'immunità molto più duratura.

Di Saverio Merlino.

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