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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Quelli che tacciono: vaccinati, ammalati e omertosi

Denunciano le loro malattie ma tacciono sulle dosi assunte. Cosa credono di guadagnarci? Eppure la memoria collettiva non li perdona, escono sempre fuori le loro foto, i loro insulti per chi non si vaccinava. Intanto il regime non smette di provarci con i ricatti e le punizioni.

26 Gennaio 2024

il tronista Costantino

Incalzato dai (pochissimi) mezzi di informazione, tra i quali quello che state leggendo, il ministro sanitario Schillaci si rinnega: “Il piano pandemico verrà rivisto”. Era un piano concentrazionario ricalcato su quello del degno predecessore Speranza. Diciamo che ci ha provato il ministro insieme all’accozzaglia che lo esprime, diciamo pure che né i leghisti oggi riottosi né, tanto meno, il presidente del Consiglio, potevano essere all’oscuro della porcata; diciamo che erano convinti di farla franca ancora una volta, se chiuderli e torturarli ha funzionato prima, perché non dovrebbe continuare a funzionare? Ma nessuna pazienza è infinita, il che, di passata, vale anche per gli autovelox travolti da Fleximan (“basta così, ascoltiamo i cittadini”), per le vessazioni criminali della UE sui contadini, sollevatisi in Germania, in Francia e, se Dio vuole, in Italia, e per un sacco di altre cose, fra le quali non sarebbe male anche la miserabile sceneggiata dei 30 all’ora nelle città. Sì, diciamo che forse questa volta la SinEstra di regime ha sbagliato i suoi calcoli. Detto questo, non si capisce la connivenza dei malati con loro stessi. Dell’appena scomparso Gigi Riva, a Cagliari si racconta l’insofferenza verso i non vaccinati: dopo 4 dosi, devastato com’era, ancora non ammetteva l’ombra di un sospetto. Si può capire, l’uomo era tutto d’un pezzo, aveva la sua età, a 80 anni è difficile ripensarsi. Ma che dire di uno come l’ex tronista Costantino, uno del sottoclou dello spettacolo gossipparo che riemerge dall’oblio per raccontare: ho una malattia autoimmune che mi sta consumando. E non aggiunge altro. Solo che la Rete ha una memoria dilatata e carogna e subito spuntano i suoi vecchi contenuti dove irrideva i “novax” ed esibiva la spalla. Una presa d’atto, un dubbio almeno, no? Ma cosa ci guadagna questa gente ad assecondare ancora il regime, ridotta com’è? Cosa ha da perdere, cosa da vincere ancora? Ce ne fosse mezzo con la dignità di ammettere se non altro: mi sono sparato le mie dosi, dopodiché sono cominciati i guai: mettetela come volete, ma le cose per me sono andate così.

E non mentirebbe, anzi questa è l’unica verità dicibile. Invece nessuno. Tace l’ex tronista e tace la popstar in disarmo, tace il tennista Berrettini che non sta più in piedi e tace l’attore bollito, tace la Bonaccorti dopo un intervento a cuore aperto di 9 ore per una improvvisa devastazione cardiaca, mentre Paola Perego si è scoperta un tumore fulmineo al rene, lo stesso di Michela Murgia che aveva già sconfitto un cancro; la giornalista Paola Ferrari invece ha appena intercettato un melanoma, fortuna per lei in tempo, ma dopo una precedente neoplasia. Allo stesso modo era andata ad una mia parente, salvata con lunghi cicli di chemioterapia e col divieto, provvidenziali, del medico curante di sottoporsi ad una quarta dose vaccinale. Quante le dosi per le Perego, le Ferrari, le Bonaccorti e tutti gli altri?

E non lo dicono. E tacciono. Io pure sono tra i vaccinati che si sono poi scoperti oncologici: un linfoma lungo, complicato, che richiede cure insistite, ci sto proprio in mezzo. Ma ho creduto doveroso raccontare tutto, esponendomi a critiche da tutte le parti, dei novax che mi augurano la morte per essermi vaccinato come dei provax che me la augurano siccome oso “parlare male del vaccino”. Come fosse il Padreterno. Ma che senso avrebbe avuto tacere? Non ho certezze da offrire, se non la mia: io ho un tumore del sangue a seguito di due dosi e quelle due dosi lo hanno scatenato. Di questo sono consapevole anche perché mi è stato più volte dimostrato, confermato, spiegato sia pure in camera caritatis. Di conseguenza, non potrei, da personaggio pubblico, nascondere queste mie perplessità, per dire il minimo: anche perché non faccio che raccogliere o incontrare testimonianze di chi ci sta passando, come me, e ha gli stessi dubbi miei, cioè zero. La morale è semplice: fate attenzione, non insistete con le dosi suicide, che siate vecchi o abbiate bambini (o vi sentiate nel fiore dell’età). Dicevano che i vaccini servivano prima di tutto agli anziani: e sono i primi a cascare stecchiti. Dicevano che andavano bene per gli infanti: e adesso la farmacopea di tutto il mondo li sconsiglia. Dicevano che non presentavano effetti pericolosi: e i bugiardini di chi li produce sono diventate enciclopedie del terrore. Non è un dovere morale, oltre che civico, dire le cose come stanno, da ammalati di conseguenza? Cosa credono di fare, questi più o meno personaggi, tacendo, mentendo a loro stessi? Temono di non lavorare più? Ma non si accorgono che non stanno neanche in piedi? Non si rendono conto che questo sistema li ha ingannati, distrutti e non li raccoglierà mai?

Più tacciono e più avallano le menzogne di uno Speranza che, a prescindere dalle accuse, orrende, per omicidio e avvelenamento, che lo colpiscono e che, se pure verranno archiviate, perché lo Stato difficilmente processa se stesso e ancor più raramente si condanna, si ripresenta con un libercolo riveduto e corretto, vale a dire arricchito di nuove fandonie. Presentato rigorosamente a porte chiuse, temendo il confronto e lo scontro. Le solite accuse ai “novax”, le medesime provocazioni - siete fuori di testa, siete maniaci – a chi si è ammalato, a chi “percepisce” gli effetti avversi: se questo tetro esponente del regime vuole seguirmi in reparto, se vuole sedersi con me e farsi inchiodare a una flebo di chemio, potrò spiegargli alcune cose. Ma è uno che scappa, che si lamenta della “mancanza di dialogo” che non ha mai accettato. L’altra cosa di cui ha paura, è una commissione d’inchiesta che dovrebbe svelare le sue e altrui malefatte (certificate da tanto di chat e di messaggi in cui si ammetteva di conoscere la situazione, le malattie dei vaccinati, si consigliava di mentire, si induceva a insabbiare, si teorizzava “una nuova società in senso gramsciano”, si discuteva su come manipolare l’informazione, eccetera). Commissione che non si farà mai perché il tenutario e garante di quel regime scellerato, vale a dire il Capo dello Stato, ha subito fatto capire che non l’avrebbe mai permessa.

Intanto il ministro scrivano non tradisce mezza autocritica su niente a dispetto dei risultati letteralmente catastrofici della sua azione; non spiega, anzi sorvola sui suoi rapporti con l’omologo cinese venuto ad insegnargli il mestiere, in senso cinese però: “Se il virus fosse stato grave il ministro cinese ce lo avrebbe detto”. Affermazione incredibile e indecente, sbugiardata anche dalle recentissime ammissioni e rivelazioni: il Covid era stato ideato e sequenziato a Wuhan in un laboratorio dove si sviluppava una collaborazione sinoamericana, vale a dire le due superpotenze ufficialmente contrapposte: per cosa si crea un virus potenzialmente micidiale per l’umanità? E come poterlo combattere se davvero non lo si conosceva, come sperare di neutralizzare un agente virale ignoto con un antidoto? Difatti l’antidoto si sarebbe rivelato più letale del virus in sé. Sapevano tutto, hanno predisposto tutto e addirittura erano arrivati al punto di organizzare forme parallele dello stesso virus. Oggi, il loschissimo individuo a capo dell’OMS arriva ad annunciare una misteriosa “pandemia X”, formalmente sconosciuta ma capace di uccidere “20 volte più del Covid”; ovviamente sarebbe già pronto un vaccino efficace contro un agente tuttora inesistente, non precisato, non conosciuto, almeno in forma ufficiale: come fidarsi di nuovo?

Tutto questo, Speranza non lo affronta, così come non si sofferma sulle ambigue visite di militari russi in piena pandemia, sulle misure deliranti, dai banchi a rotelle alla dad, dai presìdi a guisa di primula alla metodica distruzione delle garanzie costituzionali a vantaggio di un inedito sistema autoritario, concentrazionario. E inutile. E rovinoso. Speranza, non più in carica, non ha altri obiettivi che portare a casa la pelle; Schillaci, da parte sua, ha, come il resto della sua fazione, la necessità di durare. Per questo annuncia profonde revisioni al suo piano pandemico ricalcato su quello di chi l’ha preceduto. Per un politico l’unico obiettivo è essere votato. È permanere. Per un voto, un politico ti fa una strage. Oppure se la rimangia. In questo caso siamo riusciti, in pochissimi, se non altro a disinnescare il disegno criminale di un Paese in ostaggio e sotto ricatto: o ti vaccini, e ti fai del male, o non esisti. Ci riproveranno, naturalmente, ma almeno per il momento la cosa è rimandata. Però non certo per la viltà di chi, pur devastato, tace. Mentre i casi di probabilissime, in effetti indiscutibili, reazioni avverse non smettono di falcidiare: una di neanche 40 anni crolla folgorata da un “malore improvviso” al funerale del suocero, stroncato, a quanto pare, da un “malore improvviso”. A questo siamo. Signori, nessuno vi chiede l’eroismo dei martiri, ma martiri lo siete, lo siamo già, a prescindere: almeno non riducetevi agli abissi mentali di questa Demi Lovato, che fra una intossicazione e l’altra pretende di essere chiamata col “loro”, sentendosi molto fluida, ma ai tempi diceva: “Mi farò tutte le dosi di vaccino che mi diranno, preferirei rischiare potenziali effetti collaterali”. È stata accontentata, sei mesi dopo ammetteva: “non riesco più ad alzarmi dal letto”. Di che avete paura, compagni di sventura: di Mattarella? Di Speranza? Di Draghi? Ma più di così, più di quello che ci hanno già fatto?

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