29 Dicembre 2023
L'autorevole quotidiano tedesco Berliner Zeitung ha sollevato un'allarmante questione con il suo recente articolo "Corona: Spike-Schäden als TabuThema – die Diskussion ist überfällig" ("I danni da spike sono argomento tabù: ma la discussione non si può più rimandare"), dichiarando che i danni derivanti dalle nanoparticelle lipidiche e dalla proteina Spike, presenti nel vaccino per il Covid, rappresentano un argomento tabù che non può più essere ignorato.
Come noto, il Sars-Cov-2, grazie alla proteina spike si lega al recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2) per entrare e infettare cellule ospiti. L'articolo sottolinea la necessità di aprire una discussione franca e approfondita su questi aspetti, poiché le implicazioni vanno dal deterioramento del sistema immunitario a rischiosi coaguli di sangue, da condizioni neurologiche all'inibizione delle difese contro il cancro.
La crescente preoccupazione riguardo agli effetti collaterali legati al processo di vaccinazione ha sollevato una serie di interrogativi che sembrano, secondo lo Zeitung, essere stati evitati o ignorati dagli istituti legati al governo federale. La mancanza di trasparenza e condivisione delle informazioni da parte di tali istituti contribuisce a creare un clima di segretezza e alimenta la diffidenza tra il pubblico.
Uno dei punti chiave dello studio esposto dal quotidiano tedesco è l'allusione ai danni al sistema immunitario, ai pericolosi coaguli di sangue, alle condizioni neurologiche e all'inibizione delle difese contro il cancro, tutti aspetti che meritano un'analisi approfondita. La necessità di una discussione aperta e informata su questi temi è evidenziata come imperativa, poiché si tratta di questioni che coinvolgono la salute pubblica e il benessere della popolazione.
Il Berliner Zeitung evidenzia la mancanza di trasparenza in merito alle informazioni riguardanti questi danni, sottolineando che tutti gli istituti legati al governo federale sembrano restii a condividere dettagli cruciali. Questa mancanza di accesso alle informazioni potrebbe ostacolare la capacità del pubblico di prendere decisioni informate sulla propria salute.
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