28 Novembre 2023
Aifa, fonte: imagoeconomica
I vaccini Covid sono stati approvati alla cieca. È quanto ammette l'Aifa in tribunale dopo un esposto del team dell'avvocato italo-tedesco Francesco Golinelli, che si occupa di diritto sanitario. Al momento della messa in commercio dei vaccini, l'Agenzia italiana del Farmaco non aveva dati su efficacia, trasmissione del virus e rapporto rischi/benefici perché erano in possesso di Ema e lo sono tuttora. Una rivelazione choc, specie considerando che Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, disse nel 2020 di avere in mano i dati da Ema. Nei due anni successivi poi, venne confermata tanto l'efficacia quanto la sicurezza del vaccino Covid, sulla base di dati che oggi l'ente dichiara di non avere.
Un cortocircuito non da poco. Lo scandalo sui vaccini Covid approvati alla cieca fa il paio con le recenti novità uscite in ambito vaccinazione, come la lettera inviata dalla stessa Ema al Parlamento Europeo, nella quale viene comunicato che l'Agenzia sapeva che il siero non evitava il contagio, non era mai "stato autorizzato per questo fine" e poteva "causare effetti collaterali gravi".
La sentenza del Tar apre degli interrogativi sull'approvazione al buio dei vaccini. Il fatto che l'organismo di regolamento non avesse a disposizione nemmeno i dati basilari pone importanti quesiti sul via libera a misure come obbligo vaccinale e Green pass. Le informazioni chiave sui vaccini - pare - siano in possesso dell'Ema e l'Aifa non può esibire alcun contraddittorio a riprova della correttezza delle sue azioni.
"Dato che i provvedimenti di sospensione dal lavoro si diceva che erano motivati da evidenze scientifiche, abbiamo chiesto ad Aifa di indicarci quali sarebbero queste evidenze che giustificavano il mantenimento in commercio dei vaccini. Ma non abbiamo ricevuto risposta, se non qualche generico riscontro senza alcun riferimento scientifico", ha spiegato Golinelli.
Se la sentenza da un lato respinge la richiesta di un centinaio abbondante di sanitari, alcuni anche danneggiati da vaccino Covid, dall'altra obbliga ad alcune domande sulla gestione della campagna vaccinale. "Nel caso in esame – si legge nel dispositivo – l'Aifa ha dichiarato di non essere in possesso della documentazione richiesta dai punti 1 a 6, con la conseguenza che il ricorso deve essere respinto proprio alla luce della dichiarazione Aifa".
Golinelli continua e si chiede: "In base a che cosa i cittadini sono stati chiusi dentro casa? E sulla base di quale evidenza scientifica i cittadini sono stati praticamente costretti a inocularsi il vaccino pena la perdita dei diritti civili?".
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