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Guido Bertolaso esulta contro i 'no vax': "asfaltati, solo 96 richieste di indennizzo"; ma le reazioni avverse al Vaccino Covid sarebbero oltre 1 mln, i morti oltre 1.000 e le segnalazioni oltre 100 mila, e la campagna vaccinale un flop (inoculazioni allo 0,25%)

Guido Bertolaso esulta di fronte alle "ridotte" richieste di indennizzo, ma osserva solo la punta dell'iceberg, il problema ha dimensioni assai maggiori le la diffidenza contro i vaccini ormai diffusa. E i numeri parlano chiaro: le vaccinazioni "anti" Covid in Lombardia dall'avvio della campagna sono state 21.694, circa lo 0,25% dei potenziali soggetti

20 Ottobre 2023

Guido Bertolaso contro i "no vax"

Guido Bertolaso contro i "no vax"

Hanno fatto scalpore le parole di Guido Bertolaso, l'assessore al welfare di Regione Lombardia che, ad un evento di volontari del soccorso aveva snocciolato la frase: "Fino ad oggi in Lombardia le richieste di indennizzo a causa di reazioni avverse del vaccino contro il Covid sono state 96 e 3 accettate".
In effetti, quanto detto sembrerebbe inattaccabile (a parte il fatto che le richieste siano in realtà 94, ma diciamo che si sia trattato di un lapsus).
Quello che colpisce, piuttosto, è il "non detto". L'espressione utilizzata da Bertolaso, infatti, non è "reazioni avverse segnalate", ma "richieste di indennizzo".
Una differenza importante, che nasconde in realtà numeri ben più alti di quelli indicati dall'assessore. Questo, per varie ragioni.

Reazioni avverse in Lombardia: le segnalazioni stimate in oltre 100 mila, i casi oltre 1 milione e i decessi oltre i 1.000 

"Se il suo obbiettivo era quello di attaccare i "no vax" lombardi - non manca di commentare qualcuno online - forse Bertolaso avrebbe dovuto citare i dati delle segnalazioni di effetti avversi, piuttosto che le richieste di indennizzo". Quello delle segnalazioni, in effetti, appare come un argomento molto meno roseo rispetto a quello degli indennizzi (filtrato dalla gravità del presunto effetto avverso subito, dalla difficoltà nelle procedure di richiesta, dall'ignoranza riguardo ad un diritto che non si può certo dire essere tra i più sbandierati dalla società civile). 

A complicare il dibattito sulle segnalazioni, tuttavia, sembra piombare l'apparente assenza di dati in merito. Abbiamo chiesto agli agli indirizzi mail indicati nel sito della Regione Lombardia crfv@regione.lombardia.it 
e olivia_leoni@regione.lombardia.it e chiamato al numero indicato, ma senza esito.

Abbiamo quindi recuperato i dati EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) ed Eudra Vigilance da noi pubblicati a marzo 2023, che indicavano le segnalazioni delle reazioni avverse a 5,3 milioni in Europa e decessi a 50 mila. Numeri choc, peraltro sottostimati. Numeri peraltro in forte crescita rispetto al 2022.

Si tratta di numeri davvero impressionanti che, tuttavia, forniscono dei dati solo parziali e sottostimati fino a dieci volte. Questo per quattro ragioni. La prima è che ancora in tantissimi non segnalano gli effetti collaterali post vaccino. La seconda è che, anche volendo segnalare, è molto complicato capire dove fare la segnalazione, come farla pervenire e non si ha riscontro dell'avvenuto recepimento della stessa. Il terzo è legato al fatto che il grosso della campagna vaccinale è stato già effettuato, quindi l'intervallo tra la data del vaccino e la manifestazione dell'effetto tende ad allungarsi. Questo rende più difficoltoso il nesso causa-effetto. Infine la quarta ragione è che l'EudraVigilance, quindi l'Ema, è finanziata per l'86% dalle stesse aziende farmaceutiche.  

Facendo la proporzione tra i dati suindicati con la popolazione europea (circa 400 milioni di persone) e quella lombarda (circa 10 milioni), le segnalazioni di reazioni avverse sarebbero oltre le 100 mila, forse 120mila, con la conseguenza che le reazioni avverse effettive potrebbero superare di molto il milione di casi. I decessi invece sarebbero ben oltre i 1.000 casi
E tutto questo in proporzione ai numeri UE di Marzo 2023, che alla data odierna potrebbero essere di almeno un 30% più elevati, con un proporzionale incremento stimato dei casi lombardi.

Sembrerebbe chiaro in ogni caso, che i dati snocciolati dall'assessore al Welfare Bertolaso riflettono la realtà in maniera drammaticamente parziale, un numero che è solo la punta dell'iceberg, nascosto da una situazione di  che riflettano una vera e propria dissonanza cognitiva con la realtà. 

Il flop della campagna vaccinale contro il Covid: ad oggi in Lombardia solo lo 0,25% si è ri-vaccinato 

Del resto, probabilmente in conseguenza di quanto sopra e della ormai strutturale diffidenza in essere contro i vaccini, i numeri relativi alle vaccinazioni "anti" Covid effettuate dall'avvio della campagna post estiva parlano chiaro: ad oggi in Lombardia sono state effettuate 21.694 somministrazioni, che su circa 9 milioni di soggetti "inoculabili" fa circa lo 0,25%.
In dettaglio, tale dato è costituito da:
- Over 60 e ospiti di strutture: 16.759
- Lavoratori (sanitari, personale scolastico, altri lavoratori a rischio): 3.562
- Fragili e conviventi di pazienti ad alto rischio: 1.373
Tutti gli altri soggetti sembrano praticamente non pervenuti.

Il vaccino antinfluenzale ad oggi invece ha registrato 197.991 somministrazioni, poco più del 2% dei possibili "fruitori".

La richiesta di indennizzo, procedura complessa, lunga e costosa: un vero e proprio deterrente

Secondo quanto previsto dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210 “Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati”, alcune determinate categorie di soggetti danneggiati da una vaccinazione, hanno diritto ad un riconoscimento economico (non di natura risarcitoria ma assistenziale) nel caso in cui ne facciano richiesta. 

Con il DL 27 gennaio 2022, n. 4, art. 20 (convertito nella Legge 28 marzo 2022, n. 25), anche i danneggiati da vaccino anti Sars-Cov2 rientrano in questa categoria. Quando Bertolaso parla delle 96 persone (in realtà 94) che in Lombardia hanno fatto richiesta di indennizzo, è a questa legge che si riferisce.  

La questione sulla quale più di qualcuno alza un sopracciglio, però, è la sensazione che si intenda far passare il numero di richieste di indennizzo per il numero di effetti avversi riscontrati (un numero estremamente più alto) e magari segnalati (una parte dei numeri riscontrati). Secondo un gioco di scatole cinesi, o matriosche, ca va sans dire che il numero di quanti hanno sostenuto l'intero iter per la richiesta di un indennizzo è minore di quanti avranno segnalato un effetto avverso, dato a sua volta più piccolo di quello riguardante chi, un effetto avverso di più o meno grave entità lo abbia subito.

Del resto la procedura per la richiesta di indennizzo, a detta di molti, oltremodo complessa, lunga e costosa, e che non è difficile immaginare potrebbe aver scoraggiato più di qualcuno a richiedere quanto in realtà nel suo pieno diritto. 

Quattro le fasi in cui si divide l'intero processo: 

  • Istruttoria della domanda: predisposizione del fascicolo con la documentazione amministrativa e sanitaria richiesta per l’espressione del giudizio medico-legale;
  • Giudizio medico legale: verbalizzazione del giudizio medico-legale (riportante nesso di causalità, ascrivibilità della patologia alla categoria di danno, tempestività della domanda e data manifestazione evento dannoso);
  • Notifica del giudizio: acquisizione del giudizio medico-legale; notifica all’interessato del giudizio medico-legale e, nei casi di giudizio favorevole, richiesta delle informazioni necessarie sia per la predisposizione dell’erogazione dell’indennizzo; archiviazione delle pratiche con giudizio negativo; archiviazione delle pratiche prive dei requisiti essenziali;
  • Erogazione indennizzo: quantificazione dell’importo dell’indennizzo; predisposizione atto di pagamento; notifica atto di pagamento all’interessato; predisposizione ordine di pagamento ed erogazione degli importi di indennizzo.

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