Obbligo vaccino Covid, tribunale Torino reintegra dipendente di una Asl non vaccinata: "Sospensione illegittima"

La giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Torino, Lucia Mancinelli ribalta la decisione della Corte d'appello: alla donna spettano gli stipendi che vanno dal primo gennaio al 2 novembre 2022

Obbligo vaccino Covid, una dipendente di una Asl di Torino è stata reintegrata dal lavoro dal tribunale dopo essere stata sospesa dal servizio per essersi rifiutata di inocularsi il vaccino Covid. La donna, assistita dagli avvocati Fabio Pansera e Valerio Savino, ha vinto il ricorso dopo che le era stato proibito anche lo smart working e si era trovata priva di mansioni alternative. Per il giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Torino, Lucia Mancinelli che ribalta la decisione della Corte d'appello, la sospensione è semplicemente "illegittima".

Obbligo vaccino Covid, tribunale Torino reintegra dipendente di una Asl non vaccinata

Succede tutto nel capoluogo piemontese. La donna è una dipendente di una Asl di Torino impiegata in una struttura di Sistemi informatici e tecnologie integrate la quale a suo tempo, come tanti lavoratori, si era rifiutata di sottoporsi alla puntura. Si tratta di una sentenza che segue tante altre effettuate in ambito di obbligo vaccinale, andate contro la recente decisione della Consulta.

La dipendente ha ricevuto tutti gli stipendi che le dovevano per intero, dal primo gennaio al 2 novembre 2022 e come specificato dalla sentenza doveva essere esclusa dalle categorie a rischio contagio in quanto aveva funzioni esclusivamente amministrative e non in "edifici, complessi e insediamenti urbanistici" in cui erano erogate prestazioni in regime di ricovero ospedaliero, ambulatoriale e residenziale.

La donna, che era stata assunta sin dal 2008 e ha sempre svolto funzioni essenzialmente amministrative: la sua normale attività era quella di coadiutore amministrativo, vale a dire emettere ordini e liquidazioni, acquisire preventivi, curare i rapporti con fornitori e tecnici biomedici. Non aveva contatti con pazienti e sanitari e quindi è escluso potesse contagiare qualcuno, men che meno malati o degenti.

La giudice ha fatto riferimento al decreto legge 44 del 2021 che aveva esteso l'obbligo del vaccino a tutto il personale che presta servizio in ambito sanitario, e tramite un'applicazione al caso specifico, è riuscita ad obbligare la Asl a restituire alla donna tutto il denaro che le era stato trattenuto oltre al reintegro. La decisione, come sottolineato prima, è stata pronunciata in "consapevole contrasto" con una precedente decisione della Corte d'appello del capoluogo piemontese.