14 Settembre 2023
La Central Intelligence Agency (Cia) avrebbe offerto di pagare sei analisti perchè insabbiassero le loro scoperte riguardo la probabile fuoriuscita da un laboratorio di Wuhan, in Cina, del virus Covid-19. Questa l'esplosiva testimonianza al Congresso degli Stati Uniti di un whistleblower, una cosiddetta "gola profonda", dell'agenzia di intelligence riportata dalla testata New York Post.
Secondo l'ufficiale senior della Cia (rimasto anonimo), la sua agenzia avrebbe cercato di corrompere sei analisti secondo i quali il virus sarebbe stato creato in un laboratorio di Wuhan, e da qui poi fuoriuscito, non è chiaro se intenzionalmente o per errore. In cambio di una somma non specificata di denaro, i sei ricercatori avrebbero dovuto cambiare la propria posizione in merito, appiattendosi sulla narrazione mainstream che voleva il Covid-19 frutto di un salto di specie tra animali e uomo.
Il direttore della Sottocommissione per il Coronavirus Brad Wenstrup e quello del Comitato Permanente per l'Intelligence Mike Turner hanno fatto formale richiesta per ricevere, entro il 26 settembre, tutti i documenti, le comunicazioni e le note di pagamento del Team di Ricerca Covid della Cia.
"Secondo la 'gola profonda' - riporta un comunicato della Camera - al termine delle loro ricerche sei dei sette membri del team ritenevano, grazie ai dati scientifici e d'intelligence in loro possesso, altamente probabile che il Covid-19 avesse avuto origine in un laboratorio di Wuhan, in Cina. Uno solo dei sette analisti riteneva l'origine frutto di zoonosi (passaggio interspecie, ndr)".
Wenstrup e Turner hanno fatto anche formale richiesta per i documenti e le comunicazioni tra la Cia ed altre agenzie federali, tra le quali il Dipartimento di Stato, l'Fbi, il Dipartimento della Salute ed il Dipartimento dell'Energia. Oltre a questo, l'ex chief operating officer dell'agenzia Andrew Makridis (all'epoca terzo nella scala gerarchica della Cia, ritenuto aver giocato un ruolo centrale nelle indagini sul Covid) sarebbe stato invitato a presentarsi per un'interrogazione trascritta.
La Cia ha risposto alle richieste con una nota inviata dal capo della comunicazione Tammy Kupperman Thorp al The Post: "Alla Cia siamo dediti ai più alti standard di rigore analitico, integrità e oggettività. Non siamo soliti pagare i ricercatori affinché giungano a determinate conclusioni. Prendiamo queste accuse molto sul serio e le stiamo studiando. Terremo il Congresso debitamente informato". Per adesso, tuttavia, Makridis sarebbe barricato dietro ad una parete di "no comment".
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