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Vaccino Pfizer per virus sinciziale neonati, scienziati lanciano l'allarme: rischio di morte infantile e nascita pre-tempo - Lo studio

Chiesta la revisione dei dati sul vaccino per virus sinciziale dei neonati di Pfizer da somministrare alle donne in gravidanza: secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal c'è il rischio incremento di parto anzitempo e di morte infantile

24 Maggio 2023

Vaccino Pfizer per virus sinciziale neonati, scienziati lanciano l'allarme: rischio di morte infantile e nascita pre-tempo

Il nuovo vaccino contro il virus sinciziale nei neonati progettato da Pfizer fa scattare l'allarme da parte di alcuni scienziati che hanno chiesto una revisione accurata dei dati preliminari a causa del rischio di morte infantile e nascita pre-tempo. Le preoccupazioni degli esperti sono emerse in un articolo pubblicato sul British Medical Journal, in cui gli autori, affiliati all’University College di Londra, sottolineano la necessità di approfondire le indagini in merito al vaccino prima dell’autorizzazione al commercio.

I timori degli esperti in merito ai rischi di nascita pretempo e morte infantile derivano dai dati preliminari associati a un farmaco prodotto da GlaxoSmithKline (GSK), simile, per scopo e formulazione, a quello testato da Pfizer. Nel febbraio 2022 l’azienda farmaceutica londinese aveva, in effetti, interrotto uno studio clinico di fase III per un vaccino prenatale contro il virus respiratorio sinciziale. Il farmaco sembrava associato a un incremento del rischio di parto anzitempo e di morte infantile tra le partecipanti che erano state immunizzate.

Vaccino Pfizer ai neonati per virus sinciziale, lo studio: rischio di incremento di parto anzitempo e di morte infantile

Al fine di evitare che il nuovo vaccino contro il virus sinciziale nei neonati progettato da Pfizer possa essere in qualche modo correlato a un aumento delle probabilità di parto pretermine e di morte infantile, gli esperti chiedono la revisione dei dati preliminari sul vaccino prima dell’autorizzazione al commercio.

Il virus respiratorio sinciziale (RSV) rappresenta la principale causa di bronchiolite e di polmonite nei bambini di età inferiore a due anni. Secondo le stime relative al 2019, l’RSV avrebbe provocato il 3,6 per cento dei decessi avvenuti nella popolazione mondiale tra uno e sei mesi di vita. In Italia, il virus causa circa 21mila ricoveri e 3500 decessi ogni anno.

Questo virus, considerato molto contagioso, può essere letale per i neonati. Negli adulti e nei bambini più grandi, l’infezione determina generalmente una malattia lieve, che non richiede trattamenti o cure specifiche. I più piccoli, invece, possono sperimentare polmoniti, bronchioliti e conseguenze disastrose per l’organismo.

Nel mese di aprile, Pfizer ha rilasciato i dati preliminari associati a un’analisi intermedia, enfatizzando l’efficacia del vaccino contro l’RSV. Si tratta di un farmaco pensato come profilassi prenatale, da somministrare alle donne in gravidanza per proteggere i neonati dall’agente virale nei primi mesi di vita, legati al tasso di mortalità più elevato. 

I risultati, però, hanno sollevato preoccupazione in relazione all'incremento del tasso di nascite pretermine tra le madri che avevano ricevuto l’inoculazione. La Food and Drug Administration statunitense e l’Agenzia europea per i medicinali non hanno ancora deliberato l’approvazione del vaccino Pfizer, decisione attesa però entro la fine del 2023.

"I possibili effetti collaterali del farmaco sviluppato da Pfizer devono però essere attentamente monitorati”, afferma Cody Meissner, docente di Pediatria e Medicina presso la Dartmouth Geisel School of Medicine e consulente per l’RSV presso i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). “Credo che sia opportuno valutare accuratamente gli effetti del vaccino – aggiunge Klaus Überla, direttore dell’Istituto virologico dell’ospedale universitario di Erlangen e membro dello Standing Committee on Vaccination (STIKO) – potrebbe essere rilevante considerare ad esempio il peso medio alla nascita e analizzare i vari sottogruppi di partecipanti alla sperimentazione per ottenere un quadro più ampio della situazione e dei possibili effetti collaterali associati all’inoculazione”.

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