22 Marzo 2023
A conferma dei danni inguaribili, irreversibili scatenati dalla banda Speranza – Conte – Draghi, l'ennesima disfisa, a tempo largamente scaduto, sui vaccini: a Siena i novax o così definiti promuovono un convegno all'insegna della scienza, per discutere delle conseguenze della campagna vaccinale autoritaria, quanto a dire il fall out: una buona cosa in sé, ma con ampi rischi di scadere nell'esagerato e nel mitopoieutico. Questi convegni, novax, provax, sono sempre un po' delle kermesse di egocentrici in cui vengono fuori le solite cose e comunque poco e niente di interessante o di inedito. Risponde comunque, con lo sdegno del caso, la controparte “bigotta”, del piddinismo senese a tout prix, a mezzo libera stampa, scandalizzata di tanta audacia nella città del Biotecnopolo “che ha avuto Albert Sabin tra i contradaioli”. Questa commistione scienza tradizione, dal Palio dei cavalli dopati al vaccino degli uomini dopati è molto evocativa, molto retorica, ma non risolve niente: le anime belle della biotecnologia dovrebbero, tanto per cominciare, ammettere che questo anticovid non è un vaccino come gli altri e forse non è neppure in vaccino, comunque “un aereo fatto volare mentre lo stavamo ancora costruendo” come ha ammesso serenamente una vicepresidente della principale casa vaccinale, la Pfizer delle 5 miliardi di dosi negoziate, pare, a 10 miliardi con la baronessa Ursula via messaggi privati e subito cancellati. Con tutto ciò che ne è conseguito e che adesso finalmente viene fuori in termini di morti improvvise, infarti, lesioni permanenti. Dall'altra parte gli stessi novax dovrebbero chiarire se le loro pretese “scientifiche”, per dire oggettive, riguardano solo il composto attrezzato per il Covid o tutti i vaccini in genere, che è una aberrazione: il sospetto è che il povero Sabin non avrebbe apprezzato né gli uni né gli altri.
Tribù allo specchio. Il capolavoro della banda Speranza è stato di dividere la cittadinanza per schiacciarla meglio, ma anche la cittadinanza, se si vuole la gente, ci ha messo del suo, si a mossi più come fazioni ultrà o cosche mafiose che come esseri raziocinanti e capaci di confronto. Simili allo specchio: le virustar ambiziose, irrilevanti sul lato scientifico, cialtronesche, vanitose, pronte a correre in soccorso del regime, a sfidarsi nel gioco sporco delle proibizioni, delle chiusure; ma i sedicenti libertari non erano da meno: libertari alle loro condizioni, forcaioli e schematici, e ugualmente proiettati in politica: alle ultime consultazioni di settembre, non ce n'è stato uno che abbia resistito al canto delle sirene, rifiutando d'infilarsi in qualche setta o movimento estremista di quelli che partendo dal rifiuto vaccinale arrivano con disinvoltura al rifiuto dell'America e dell'Occidente in blocco, preferendo gli eredi delle ultime dittature comuniste, antidemocratiche e antilibertarie, responsabili di chiusure spaventose e di politiche vaccinali estreme.
Da una parte gli stronzi in camice che mentivano, due dosi e passa la paura, la terza che durerà dieci anni e poi si correggevano: dieci settimane al massimo, altre dosi, almeno quattro l'anno, per sempre. Così, come fosse cosa normale e scientifica bombardare un organismo umano senza limite; dall'altra quelli che se ti vaccinavi, confuso, frastornato, convinto, magari a torto, di scegliere il male minore, stretto tra propagande deliranti, rinnegavano fulmineamente la politica della libertà di scelta e ti maledivano: devi morire, te la sei voluta e ti aggredivano appiccicandoti addosso chiavi e monete come su un albero di Natale, convinti che nel vaccino ci fossero le lucertole e i microchip per telecomandarti.
Tutti ad appellarsi alla scienza ma, di fatto, tutti a tradirla: questa fu la tragedia. Non bastava la cauta oggettività, lo scetticismo, la paura che salva gli uomini, il dubbio metodico su questa scienza per sua natura soggetta a confurarsi, a smentirsi per ricominciare, no, c'erano le due scienze, come due colonne di granito, inattaccabili e ciascuno manovrava la sua. Perché la scienza, in questa sporca faccenda, era l'ultima cosa a contare: c'era dietro l'ideologia, la controideologia, la smania di controllo e di potere del regime, ma anche quei rigurgiti casinisti, complottisti, anarcoidi propri dei lunatici e dei disadattati. Avevano ragione alla prova dei fatti i dietrologi, i complottisti duri? Diciamo che a non cascare nella propaganda di regime non si sbaglia mai, ma da qui a dire che loro sapevano, che essendo consapevoli, di cosa non si capiva, avevano capito tutto abbeverandosi alle teorie strampalate della Rete e dei nostalgici di Stalin o del fanatismo magico, ce ne corre. I vaccini, questo può sostenerlo chi li ha provati, tra cui chi scrive, facevano male e non schermavano, non immunizzavano, ma c'è stato un contagio forse più grave e più endemico: quello dell'isteria, dell'odio, di un malinteso senso di libertà che consisteva, da una parte e dall'altra, nel sentirsi liberi non solo di adottare le proprie scelte ma di impedire quelle dell'altera pars. Oggi rilanciano coi convegni in cui si parte dal composto maledetto e si sbarca al Grande Reset che spiega tutto, perché tutto comprende, tranne una fondamentale verità: se questi vaccini erano fatti per cancellare la popolazione, non si capisce a cosa poi sarebbe servito resettarla. Ma il fascino della lettura apocalittica, del noi avevamo capito tutto è più forte, crea quel vago senso di cospirazione e di comunità del quale gli uomini hanno un disperato bisogno e li fa sognare di entrare nel gioco della politica anche se è la politica, non la scienza, che li ha rovinati.
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