01 Dicembre 2022
Il 1 dicembre è dedicato alla Giornata Mondiale contro l’AIDS, una malattia infettiva causata dal virus HIV, che ogni anno colpisce ancora milioni di persone in tutto il mondo. In Italia, nel 2021 sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione, pari a un’incidenza di 3 infetti ogni 100.000 residenti. Sono invece 382 i nuovi casi diagnosticati entro maggio 2022, pari a un’incidenza di 0,6 per 100.000 residenti. Un trend in diminuzione nel Paese e sotto la media europea, ma con le diagnosi tardive in lieve aumento.
Dal 1982, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia, al 31 dicembre 2021 sono stati notificati 72.034 casi. Di questi il 77,1% sono uomini, di cui 1,1% in età pediatrica o con infezione trasmessa da maternità e 11,4% stranieri.
L’incidenza segue un trend in costante discesa: dal 2012, anno in cui la sorveglianza ha raggiunto la copertura nazionale, si osserva una diminuzione delle nuove diagnosi di HIV, con un declino ulteriore negli ultimi due anni. Va tenuto conto però, che i dati relativi al 2020 e al 2021 hanno risentito dell’emergenza Covid-19, che potrebbe aver comportato una diagnosi poco accurata del fenomeno con conseguente sotto-notifica.
Ad oggi, i rapporti sessuali restano la prima causa di trasmissione del virus HIV, motivo per il quale è necessaria una forte campagna di prevenzione, rivolta soprattutto ai giovani.
Dai primi casi documentati, la ricerca ha fatto passi notevoli. L’aspettativa di vita si è allungata e le attuali strategie terapeutiche permettono di tenere l’infezione costantemente monitorata e sotto controllo. Una persona con HIV in trattamento corretto e continuo, ha infatti una speranza di vita quasi pari o poco inferiore a quella di una persona non contagiata. Quello che ancora manca, però, è una corretta informazione e una consapevolezza diffusa.
Ancora in numero elevato però, sono le persone che scoprono l’infezione quando è in fase avanzata. Un terzo delle persone si rende conto di essere HIV positivo perché subentrano sintomi o patologie correlate.
Fondamentale è quindi fare prevenzione, soprattutto tra le nuove generazioni, che non conoscono il virus e non hanno ricevuto una educazione sessuale accurata a scuola. E altrettanto importante è garantire l’accessibilità ai test, anche tramite luoghi che non siano solo ospedali e ambulatori.
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