Vaccino Covid, Donzelli (Fondazione Sanità & Salute), studio dell'Università di Basilea: "Miocarditi subcliniche 10mila volte superiori rispetto a quelli registrati da AIFA"

Numeri che sarebbero confermati anche da uno studio condotto in Thailandia, condotto su 301 adolescenti. Il 29,24% dei ragazzi vaccinati avrebbe riscontrato problemi all'apparato cardiovascolare

Il professor Alberto Donzelli raggiunto da Il Giornale d'Italia, ha fornito maggiori informazioni in merito agli effetti collaterali cardiaci registrati a seguito del vaccino. Come si sa infatti l'AIFA effettua una farmaco vigilanza passiva e i dati che sono stati forniti, in tutti i report e in particolar modo nel dodicesimo e tredicesimo report AIFA, risulterebbero sottostimati "se comparati agli effetti avversi locali e sistemici registrati dalle segnalazioni pervenute a V-safe e VAERS. Sorprende inoltre che una grande quantità di reazioni avverse sarebbe stata registrata anche dal campione di convenienza del report RCT fatto stilare per Moderna, produttore di vaccini a mRna".

Vaccino covid e miocarditi: l'importanza della sorveglianza attiva

Si tratta infatti di una mole ingente di segnalazione avverse che sottolineano un divario importantissimo: AIFA infatti indica 1000 volte meno rispetto alle reazioni avverse registrate dal sistema VAERS, che pure utilizza una vigilanza passiva ma evidentemente non seleziona nessun tipo di evento. AIFA stima anche una quantità di effetti avversi inferiore 980 volte rispetto ai riscontri del report RCT di Moderna e 1.800 volte rispetto a uno studio thailandese, e circa 800 volte in meno rispetto allo studio elaborato dall'università di Basilea in Svizzera.
E quindi come è possibile che parti così distanti nel mondo abbiano tutti grosso modo la stessa quantità di segnalazioni avverse e di eventi di mortalità? Evidentemente la metodologia con cui vengono raccolti e soprattutto elaborati dati da AIFA non garantisce la registrazione totale degli effetti e reazioni avverse rispetto ad altri punto come sottolineato anche dal comitato scientifico indipendente composto dal professor Donzelli e dal professor Frajese, più volte raggiunti da Il Giornale d'Italia, con la sola eccezione di VAERS, tutti gli altri elaborano una vigilanza attiva che è l'unico metodo per poter verificare effettivamente la tipologia di effetti avversi, il contesto in cui si verificano e quindi l'anamnesi e la conoscenza delle patologie pregresse di un soggetto, oltre che la tempistica in cui avviene l'evento.

Vaccino covid e miocarditi: lo studio Tahilandese su 301 adolescenti

In particolare la Thailandia è un paese che ha attivato in maniera molto efficiente la farmacovigilanza attiva.
Lo studio condotto da alcuni ricercatori thailandesi su 301 adolescenti che avevano ricevuto le inoculazioni con il vaccino Pfizer, questi avevano registrato significativi e a dir poco allarmanti eventi di pericarditi e miocarditi.
Naturalmente gli effetti cardiovascolari del vaccino sono considerati eventi gravi. Eppure AIFA non li considera. In generale in tutti i report anche i decessi dovuti a problemi cardiovascolari, sono considerati non necessariamente collegati al vaccino.
I dati presi in considerazione comprendevano anche l'elettrocardiogramma e l'ecografia cardiaca oltre agli enzimi cardiaci fatti prima del vaccino e dopo tre giorni, sette giorni e 14 giorni. Si tratta di un vero e proprio studio che serve a isolare gli effetti sulla salute cardiovascolare dei sieri vaccinali.
Per questo studio è stato anche stabilito un rapporto diretto tra medico e paziente, quindi tutti i volontari potevano avvertire il ricercatore dei sintomi e situazioni di malessere fisico punto Inoltre per ogni esame strumentale anomalo, i ragazzi venivano poi seguiti per valutazioni successive in base all'andamento clinico.
Il totale dei dati rinvenuti dallo studio comprende il 29,24% dei ragazzi con eventi avversi strettamente legati all'apparato cardiovascolare. Di questi:
  • Tachicardia 7,6%;
  • Respiro corto 6,6%,
  • palpitazioni 4,3%,
  • dolore al petto 4,3%
  • ipertensione 4%
  • prolasso valvola mitralica 4%
  • marcatore cardiaco elevato o valutazione di laboratorio positiva >1 il 2,3%.
  • 1 miopericardite confermata,
  • 2 pericarditi sospette,
  • 4 miocarditi subcliniche sospette.
In conclusione le mio-pericarditi si sono manifestate nel 2,33% dei ragazzi vaccinati e quindi, su 301 partecipanti 7 di questi hanno registrato questo grave effetto avverso. Il 17,94% invece ha registrato anomalie all'ecocardiogramma.
Anche lo studio dell'università di Basilea pubblicato qualche giorno fa indica danni immediati al cuore subito dopo l'inoculazione del vaccino, così come notiziato dà Il Giornale d'Italia il 10 novembre 2022.

Vaccino covid e miocarditi: la relazione con quanto rilevato da VAERS

È interessante notare che anche per quanto concerne le segnalazioni registrate dal vice su 340.522 segnalazioni, ben 20431, a pari al 6,6% corrisponde ad eventi gravi avversi, mentre i casi di decesso registrati sono 3404, pari al 1,3%. Quello che è importante notare è che la mortalità si divide in cavi per cui non si conosce il certificato di morte oppure la causa di morte e casi in cui invece questi documenti sono in possesso dei ricercatori che hanno analizzato le segnalazioni. Dei 3664 casi in cui non c'è il documento che attesti la causa di morte si comprende che i pazienti erano affetti anche da malattie cardiovascolari per il 17%.
Invece, per gli 808 casi di cui si conosce la causa di morte il 46,5% di questi aveva malattie del cuore e quindi sarebbe morto a seguito dell'inoculazione del vaccino.

Vaccino covid i rischi per i giovani secondo uno studio in Florida: fino a 3200 reazioni avverse gravi su 30000 giovani

Sulla base dei risultati di uno studio fatto da alcuni ricercatori in Florida invece risultano altri dati: "da 22.000 a 30.000 giovani di 18-29 anni senza precedenti infezioni da SARS-CoV-2 dovrebbero ricevere un booster con vaccino a mRNA per prevenire 1 ospedalizzazione da COVID-19, con un danno netto". I giovani hanno subito, secondo lo studio:

da 18 a 98 eventi avversi gravi, inclusi da 1, 7 a 3 casi di miocarditi in maschi;

da almeno 1370 fino a 3200 reazioni avverse di grado 3 o superiore, con impossibilità di svolgere attività quotidiane o di lavorare, e in parte necessità di ricorso ad assistenza sanitaria (fino all’ospedale).

Lo studio conclude che: "Data l'elevata prevalenza dell'immunità post-infezione, questo profilo rischio-beneficio è ancora meno favorevole. I mandati di richiamo universitari non sono etici perché: 1) non esiste una valutazione formale del rapporto rischio-beneficio per questa fascia di età; 2) i mandati di vaccinazione possono comportare un danno netto previsto per i singoli giovani; 3) i mandati non sono proporzionati: i danni attesi non sono compensati dai benefici per la salute pubblica data l'efficacia modesta e transitoria dei vaccini contro la trasmissione; 4) i mandati degli Stati Uniti violano il principio di reciprocità perché i rari danni gravi correlati ai vaccini non saranno compensati in modo affidabile a causa delle lacune negli attuali schemi di danno da vaccino; e 5) i mandati creano danni sociali più ampi".
Il prof. Alberto Donzelli ha dichiarato a Il Giornale d'Italia, che sulla base dell'incrocio dei dati, come al solito si riconfermano inferiori le segnalazioni raccolte da Aifa anche per quanto concerne i casi d'incidenza sulle miocarditi e pericarditi oltre che gli effetti collaterali nei giovani (sempre stando agli studi di centri di ricerca che hanno pubblicato questi risultati, dalla Florida alla Tahilandia). Per la precisione: "Il rapporto V-safe è 640 volte superiori ad Aifa. i dati italiani sono inoltre 4.650 volte inferiori ai riscontri di Moderna".
Recentemente l'FDA ha annunciato uno studio ufficiale sulle miocarditi e pericarditi che però sarà affidato agli stessi produttori di vaccini.