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SARS-CoV-2 artificiale? L'analisi degli studi scientifici che indicano la manipolazione

Il sars cov due è artificiale? Uno studio scientifico evidenzia i punti in cui emerge la possibilità di una manipolazione: "Una sola possibilità su 237 mila che sia naturale"

15 Settembre 2022

Lattoferrina e varianti SARS-CoV-2 in gravidanza e nei bambini

Con questo articolo vorrei riportare le conclusioni di uno studio [1] che analizza la possibilità che il virus SARS-CoV-2 sia stato manipolato in laboratorio, pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Virology il 21 Febbraio 2022. Premetto che non ho preso parte nella realizzazione dello studio, quindi non posso garantire personalmente sulla qualità dei dati, tuttavia lo studio è stato fatto da ricercatori autorevoli ed è stato sottoposto a revisione paritaria. Ho atteso alcuni mesi di proposito, per verificare se nel frattempo la pubblicazione sarebbe stata ritirata, dato che i risultati presentati sono clamorosi. Gli autori hanno pubblicato un corrigendum il 13 luglio 2022, ma le modifiche non hanno alterato per nulla le conclusioni principali. Dunque, ritengo che sia maturato il momento per presentare il contenuto di tale articolo che dovrebbe essere preso in grandissima considerazione.

La possibilità che il SARS-CoV-2 sia stato manipolato in laboratorio: l’analisi genomica

Il genoma del SARS-CoV-2 presenta un’omologia, del 77.2% con il SARS-CoV e del 96.2% con il coronavirus del pipistrelloRaTG13. Nonostante ci siano numerose mutazioni puntiformi (che coinvolgono un solo nucleotide*) tra SARS-CoV-2 e RaTG13, solo in un determinato punto del genoma a RNA si osserva una differenza che coinvolge più di tre nucleotidi consecutivi. Si tratta di 12 nucleotidi allineati che codificano per gli amminoacidi** 681-684 della proteina Spike del SARS-CoV-2. La presenza di tale sequenza differenzia il SARS-CoV-2 da tutti gli altri betacoronavirus. Inoltre, è degno di nota che in precedenti studi è stato osservato come l’aggiunta di questi quattro amminoacidi: i) è stata in grado di aumentare l’infettività del SARS-CoV [2]; ii) è vitale per la trasmissione del SARS-CoV-2 nell’uomo e nel furetto [3]; iii) espande il tropismo virale nelle cellule umane [4]; iv) è il prerequisito per la forma grave della patologia nei modelli animali [5].

*I nucleotidi sono le unità molecolari che compongono gli acidi nucleici: DNA e RNA.

**Ogni tripletta di nucleotidi codifica per un determinato amminoacido (unità molecolare che compone le proteine).

La possibilità che il SARS-CoV-2 sia stato manipolato in laboratorio: Il brevetto del 2016


Impiegando uno strumento informatico utilizzato per comparare le strutture biologiche primarie, gli autori hanno trovato una omologia del 100% tra la sequenza di 12 nucleotidi sopracitati e una sequenza che è stata brevettata negli USA il 4 febbraio 2016 (SEQ ID11652, numero di brevetto: US-9587003), al fine della produzione di proteine e peptidi per la ricerca contro il cancro. Esaminando tale sequenza, gli autori hanno constatato che l’omologia si estende fino a 19 nucleotidi (5′-CTACGTGCCCGCCGAGGAG-3′). È doveroso specificare che gli autori non escludono totalmente la possibile origine naturale del SARS-CoV-2; tuttavia, tramite un’analisi biostatistica stimano che la probabilità che una sequenza di 19 nucleotidi allineati compaia casualmente in un genoma virale di 30,000 nucleotidi (come quello del SARS-CoV-2) sia di 1 su 321 miliardi [1].

Fatti meritori di riflessione


In un’intervista andata in onda sul canale FoxBusiness il 24 febbraio 2022, l’amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, non esclude la possibilità che la pandemia del COVID-19 possa essersi originata da un virus sfuggito per errore da un laboratorio di ricerca [6]. Tuttavia, il primo nome nella lista degli inventori del brevetto sopracitato, è proprio l’amministratore delegato di Moderna e gli assegnatari sono Moderna Therapeutics Inc. e Modernatx Inc. (Figura 1).

[Figura 1: Il sommario del brevetto US-9587003-B2 pubblicato su Pubchem]
Pochi giorni prima della pubblicazione dell’articolo su Frontiers in Virology, Stéphane Bancel vendeva circa 23,000 azioni di Moderna su base settimanale e cancellava il suo profilo da alcuni social network [7]. 

Da quale laboratorio di ricerca potrebbe essere sfuggito per errore il SARS-CoV-2 (ipotesi che non esclude Stéphane Bancel durante la sua intervista), che ha causato la pandemia del COVID-19, la quale ha avuto origine a Wuhan in Cina? Al momento non ci sono prove sull’origine dell’eventuale errore che potrebbe aver fatto fuoriuscire il virus da un laboratorio di ricerca. Tuttavia, il caso vuole che proprio a Wuhan esista il Centro di Virologia di Wuhan, che effettuava studi sul coronavirus del pipistrello e sulla potenziale trasmissione all’uomo, come indicano [8] precedenti studi (Figura 2).

[Figura 2: screenshot della pagina internet Pubmed che indica le affiliazioni degli autori dello studio del 02/03/2018 “Serological Evidence of Bat SARS-Related Coronavirus Infection in Humans, China”, alcuni dei quali operavano nell’Istituto di Virologia di Wuhan.]


Il 9 novembre 2015, alcuni degli autori dello studio sopracitato in collaborazione con il gruppo di ricerca di Ralph S. Baric dell’Università del North Carolina a Chapel Hill negli USA (famoso per la sua attività di ricerca sulla manipolazione dei coronavirus), avevano pubblicato un lavoro su Nature Medicine, nel quale descrivevano la creazione di un virus chimerico basato sul SARS, nell’ambito di esperimenti di gain of function (acquisizione di funzione) [9]. La pericolosità di questo tipo di sperimentazione aveva immediatamente sollevato grosse preoccupazioni, proprio a causa della potenziale trasmissione all’uomo, come indica questo articolo di Declan Butler pubblicato su Nature il 12 novembre 2015 [10]. In particolare, l’articolo sopracitato mette in evidenza le perplessità di alcuni virologi, come Simon Wain-Hobson dell’Istituto Pasteur di Parigi, che si domandavano se l’informazione ottenuta dagli esperimenti di gain of function giustificava i potenziali rischi, dato che, «cresce notevolmente bene» negli umani e se «il virus sfuggisse, nessuno potrebbe prevedere la traiettoria». L’Istituto Nazionale della Sanità (NIH) americano ha recentemente deciso di sospendere parte del finanziamento all’organizzazione no-profit Eco Health Alliance Inc. (presidente della quale è Peter Daszak, co-autore dello studio “Serological Evidence of Bat SARS-Related Coronavirus Infection in Humans, China” [8]), dopo che i suoi partner di Wuhan si sono rifiutati di fornire informazioni sugli studi che effettuavano sul coronavirus (Figura 3) [11].

Attenzione, non intendo fare nessuna insinuazione; ho solamente riportato una serie cronologica di fatti concreti e ben documentati che reputo meritori di riflessione. Inoltre, ritengo che essere un fact-checker al giorno d’oggi sia veramente un’impresa epica, dato che la retorica richiede di fornire spiegazioni in merito a incredibili coincidenze, le quali co-emergono casualmente in modo statisticamente clamoroso. Recentemente, il ministro Speranza è tornato alla carica, dichiarando che:«Finora ho visto troppe ambiguità, dal 26 settembre avanti con i vaccini» [12]. A tal proposito, va sottolineato che le versioni dei vaccini di Pfizer/BioNTech e Moderna aggiornate per fornire copertura contro la variante Omicron, sono state approvate senza aver completato la sperimentazione sugli umani [13]. Durante un meeting con la FDA (Food and Drug Administration) tenutosi a giugno del 2022, la Pfizer ha presentato dati raccolti sulla bellezza di otto topi (Figura 4), come prova che la versione aggiornata fornisce copertura anche per le sotto varianti correnti (BA.4/BA.5) [14].

Perché un colosso come Pfizer dovrebbe presentare dati raccolti su otto topi? E perché la FDA dovrebbe accontentarsi di un campione statistico che sarebbe a malapena sufficiente per la tesi di laurea triennale di uno studente universitario del corso in Biologia? Figuriamoci per vaccinare miliardi di persone. Di conseguenza, considerando i fatti sopraelencati, mi chiedo se qualche ambiguità non sia lecita. 

Uno scenario ipotetico

Immaginate una cittadina nella quale si verificano numerosi casi di aggressione, compiuti da un individuo sconosciuto il quale con una spranga spezza le gambe di malcapitati passanti, inermi e ignari. I casi si verificano con una tale frequenza, che l’amministrazione locale obbliga i cittadini a segregarsi in casa. Appena disponibili, i cittadini in preda al panico corrono in massa a procurarsi dei parastinchi, per difendere la propria salute e per poter uscire di casa e riappropriarsi della propria vita. I parastinchi si dimostrano fragili, in molti casi i colpi riescono comunque a spezzare le gambe, ma i cittadini vengono indotti dall’amministrazione locale a continuare a utilizzarli, come unica soluzione considerabile per poter lavorare, studiare ed avere accesso alla vita sociale. Circa due anni dopo, si scopre che sulla spranga ci sono le impronte digitali di uno dei principali produttori di parastinchi della città, con un margine d’errore di 1 su 321 miliardi. Quali provvedimenti prenderebbe la Giustizia in questa situazione ipotetica?

Epilogo

Se i risultati dello studio pubblicato su Frontiers in Virology sono corretti, il peso delle implicazioni sarebbe infinitamente maggiore rispetto allo scenario ipotetico appena descritto, perché nel caso della pandemia del COVID-19 i danni che ha subito la società globale sono incalcolabili. Pensiamo ai decessi per l’infezione, a quelli dovuti agli effetti collaterali dei vaccini, a quelli dovuti alle conseguenze dei lockdown e delle misure di contenimento della pandemia. A tal proposito, è doveroso riportare che recenti stime indicano che le conseguenze dei lockdown e dei rallentamenti dei servizi sanitari nazionali ingolfati dalle conseguenze pandemiche potrebbero essere responsabili di più decessi del COVID-19 stesso (Figura 5) [15, 16].

Fonte: L'Indipendente

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