Covid, "Tachipirina e vigile attesa ha causato la morte di migliaia di persone": è omicidio di Stato
La pubblicazione su Lancet del Prof. Giuseppe Remuzzi e dei collaboratori dell’Istituto Mario Negri conferma il ruolo degli antinfiammatori nella terapia del COVID19.
SCRITTI PANDEMICI - Come reagire alla notizia che migliaia di morti per COVID19 avrebbero potuto essere evitate se al posto del protocollo “Tachipirina e vigile attesa” il Ministero della Salute avesse prescritto farmaci antinfiammatori? La cosa è di una tale gravità che ogni commento è superfluo. Se esistesse una magistratura degna del ruolo che ricopre, un’indagine accerterebbe le responsabilità penali dei singoli che si sono macchiati di un crimine di Stato. Ma ormai, al punto in cui è arrivato il nostro Paese, è una vana speranza che qualcuno tragga le debite conseguenze e racconti finalmente che il Ministro della Salute ha causato migliaia di morti. Con questa amara consapevolezza, io – in tono parodistico ma non per questo meno serio - lancio il mio J’accuse, come fece Émile Zola il 13 gennaio 1898 su L’Aurore in merito al celeberrimo caso di Alfred Dreyfus.
Covid, "Tachipirina e vigile attesa ha causato la morte di migliaia di persone": cosa non torna
“J’accuse
Signor Presidente, permettetemi, di dirVi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva e inqualificabile delle macchie…
E quale potrebbe essere peggiore che passare alla storia per esserVi reso complice di un omicida?
Per ordine di un Ministro della Salute che non voglio neppure nominare, è stato emanato un protocollo che ha di fatto imposto ai medici italiani di prescrivere Tachipirina invece di antinfiammatori. Il protocollo è stato fatto rispettare con ogni mezzo di coercizione previsto dalla legge e dalle norme deontologiche che regolano la professione medica. Gli Ordini hanno sospeso e persino radiato i medici dissenzienti. Ma prima ancora, chiunque abbia avuto la lungimiranza, il coraggio e l’etica di andare contro il protocollo, agendo in scienza e coscienza nel rispetto del giuramento di Ippocrate e della specifica unicità della condizione di salute di ciascun paziente, è stato vittima di calunnie, offese e dileggi da parte di virologi e colleghi che col senno di poi possiamo soltanto definire vili e incompetenti.
Voi, Presidente, avete sottoscritto ogni provvedimento limitativo delle libertà individuali e dei diritti Costituzionali dei Vostri concittadini. Avete contribuito a diffondere la paura, mostrandoVi in pubblico con un’inutile mascherina fino a oggi, avete dichiarato in ogni occasione di essere fedele alla Costituzione quando al contrario ne avete consentito le gravissime violazioni che hanno portato alla deriva totalitaria del nostro Paese. Per questo, Voi verrete ricordato come il liberticida maximo. Ma tutto questo è nulla rispetto alla gravità di avere ratificato la nomina di Franco Frattini al Consiglio di Stato, che naturalmente ha dichiarato la legittimità dell’infame protocollo “Tachipirina e vigile attesa”. Presidente, i morti e i loro cari chiedono giustizia. Gli storici scriveranno che sotto la Vostra presidenza è stato commesso questo crimine.
La verità la rivelerò io, dato che la giustizia non la rivelerà affatto. Il mio dovere è di parlare, non voglio essere complice. Le mie notti sarebbero abitate dallo spirito delle vittime innocenti uccise dall’incompetenza (nel qual caso sarebbe colpevole di omicidio colposo: pur sempre un reato grave!) o dall’obbedienza di un Ministro e dei suoi complici - responsabili di una strage di Stato - ai transumanisti malthusiani che i media e le organizzazioni internazionali da loro finanziati definiscono “filantropi”.
Ed è a Voi Signor Presidente, che io rivolgo questa accusa, con tutta la voce che ho in corpo. E a chi denunciare, se non a Voi, primo magistrato del paese? Io Vi chiedo che venga aperta un’inchiesta, gestita da persone che non si siano rese complici del Ministro della Salute, persone che non siano colluse con la politica come il più volte Ministro Franco Frattini.
Se questo nostro Paese fosse ancora democratico, se esistesse ancora la divisione dei poteri, se Voi non aveste messo Franco Frattini al Consiglio di Stato, gli italiani conoscerebbero la verità su questo mostruoso crimine di Stato da una sentenza. Purtroppo, la Magistratura inquirente collusa con la politica tace e quella giudicante ratifica le scelte del potere esecutivo.
Se insisto è perché il nodo è proprio questo: la spaventosa assenza di giustizia di cui l’Italia è malata.
Ma questa lettera è lunga Signor Presidente e mi accingo a concludere: accuso il Ministro della Salute, il Presidente del Consiglio dei Ministri e Voi, Presidente della Repubblica, di avere causato la morte di cittadini innocenti che hanno creduto nella validità scientifica dell’infame protocollo e così facendo hanno aggravato le loro condizioni di salute in maniera irreparabile. Era noto alla comunità scientifica che la Tachipirina avrebbe peggiorato le condizioni dei malati mentre al contrario gli antinfiammatori le avrebbero migliorate, cosa confermata oggi in via definitiva dalla pubblicazione su Lancet del Prof. Giuseppe Remuzzi e dei collaboratori dell’Istituto Mario Negri. Ma il prof. Remuzzi la notizia che i FANS salvavano vite la diede sia alla TV che alla Radio due anni fa e prima di lui molti altri medici lo avevano scritto e reso noto, si legga in proposito il libro del Prof. Peter Breggin. Non si poteva non sapere! Accuso la stampa e i media nazionali di complicità nel crimine: fino all’altro ieri hanno condotto una campagna abominevole, per terrorizzare l’opinione pubblica e screditare i medici che mettessero in discussione il protocollo e ieri - come se nulla fosse - scrivono che quegli stessi medici avevano ragione, il tutto senza un briciolo di rispetto verso le vittime.
Formulando queste accuse, non ignoro che mi metto sotto il tiro degli articoli del codice penale che puniscono le offese di diffamazione. Ed è volontariamente che mi espongo. Quanto alla gente che accuso, non li conosco, non li ho mai visti, non ho contro di loro né rancore né odio. Sono per me solo entità, spiriti di malcostume sociale. E l’atto che io compio non è che un mezzo rivoluzionario per accelerare l’esplosione della verità e della giustizia. Ho soltanto una passione, quella della luce, in nome dell’umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla verità, alla giustizia e alla felicità. La mia protesta infiammata non è che il grido della mia anima. Che si osi dunque portarmi in tribunale e che l’indagine abbia luogo al più presto”.
Domando scusa, prima di tutto a Émile Zola poi a Voi lettori, se ho inteso scherzare su un tema tragico. Il punto, purtroppo, è che non mi resta altro che il sarcasmo per manifestare il mio disprezzo. Tutto questo non è materia per un pubblicista, ma per un rivoluzionario: è il sostrato di marciume che fa da incubatrice per le rivolte popolari. Ma no, non qui, non in Italia! L’Italia è un Paese abitato da persone pacifiche, domestiche, resilienti e il Presidente è un gobbo affetto da dislalia percepito come un nonnetto innocuo. L’italiano medio crede alla mistificazione dei media, non s’indigna, non si scalda, non si ribella. Capponi già sul tavolo della cucina, distratti dal profumo delle cipolle.
Il campionato di calcio, il reality, il reddito di cittadinanza e un’overdose di mistificazione basteranno ancora una volta a rendere sopportabile la vita.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia