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MDMA e psichedelici possono curare la depressione? L'alleanza di medici che vuole legalizzare la sperimentazione sulle droghe

Dopo il lungo stigma lasciato dalla guerra alle droghe, la curiosità verso le potenzialità farmaceutiche delle sostanze psicoattive è più vivace che mai. Il PAREA è una alleanza di medici europei che vogliono rendere legale la sperimentazione clinica di MDMA, chetamina e psichedelici per trattare depressione, disturbo post-traumatico da stress (PSTD) e altre problematiche psicologiche, e ha recentemente portato un appello all'EU. Perché? Aiutano a capire meglio le proprie emozioni

20 Luglio 2022

MDMA e psichedelici possono curare la depressione? L'alleanza di medici che vuole legalizzare la sperimentazione sulle droghe

Se qualcuno ci dicesse che le droghe pesanti - si, quelle delle discoteche che si vedono nei telegiornali - possono salvare vite forse penseremmo di essere presi in giro. Siamo abituati a pensare che le droghe rovinino la vita alle persone. Eppure, sempre più medici, psicologi e scienziati pensano che molte droghe abitualmente consumate a scopo ricreativo potrebbero avere un enorme potenziale nel trattamento di disturbi psicologici. Queste opinioni sono ora rappresentate dal PAREA (Psychedelic Access and Research European Alliance), associazione di medici convinti delle potenzialità terapeutiche delle sostanze psichedeliche: poco fa, hanno lanciato un appello all'Unione Europea affinché si possa dare il via libera alla sperimentazione. Perché queste sostanze sarebbero così fondamentali? Perché ci permettono, secondo alcuni, di avere un rapporto diverso con le nostre emozioni.

La sperimentazione sulle sostanze psichedeliche: il futuro nella lotta contro i disturbi mentali?

Gli esperimenti, a dire il vero, proseguono da decenni, ma a rilento in virtù dell'ovvio stigma che giace su queste sostanze. Alcune, specialmente l'MDMA, sono considerate fonte di forte assuefazione e potenzialmente mortali; altre, come la LSD, potenziali cause di traumi o di scatenamento di malattie mentali. Qui, tuttavia, cambia completamente il contesto: le sostanze prescritte sono di provenienza accertata, e dunque non tagliate come quelle che si trovano per strada (vera fonte di mortalità), e l'esperienza avviene in contesti controllati con la supervisione di esperti e psicologici. Il paziente viene informato sui potenziali effetti, e affronta il percorso in modo tranquillo e consapevole, oltreché guidato. In questo modo, l'effetto non è più finalizzato al solo "sballo": è un modo di indagare l'interiorità e la coscienza.

Nel caso dell'MDMA, ad esempio, alcune peculiarità rendono la sostanza utilissima nel trattamento di traumi e PSTD. L'MD è una meta-anfetamina che agisce sul rilascio di serotonina, causando una amplificazione degli effetti percettivi ed emotivi oltreché uno stato di felicità ed empatia verso gli altri. In questo stato, è possibile rivivere l'evento traumatico senza tuttavia cedere al terrore o all'angoscia legata ad esso. Alcuni pazienti, rivivendo scene terribili come il suicidio di familiari, la morte di compagni (nel caso di ex-militari traumatizzati) o violenze sessuali hanno potuto analizzare le proprie vicende con un occhio più lucido, meno compromesse dai meccanismi mentali di autodifesa che rendono i traumi così difficili da sradicare. La terapia è difficile proprio perché molte persone trovano insopportabile rievocare episodi simili: l'MD fornisce, oltre a una superiore introspezione, anche il coraggio e la sicurezza di affrontarli nuovamente. In questo modo, è possibile accettare il fatto traumatico liberandosi dai sensi di colpa: la sostanza funge da "cortina protettiva".

Anche gli psichedelici veri e propri - LSD, psilocibina, funghi allucinogeni, DMT - hanno dimostrato forte potenzialità nella cura a certi trattamenti. In particolare, alcolismo, depressione, disturbo compulsivo-ossessivo. L'esperienza psichedelica è un'esperienza estremamente intensa, che mette in contatto il paziente con il suo subconscio, e può anche in questo caso a portare fuori paure rimosse. Non è un caso che molte civiltà utilizzino le piante psichedeliche, come la celebre ayahuasca, come medicine sacre da migliaia di anni. La natura estremamente intensa e significativa dell'esperienza sopperisce a quei disturbi, come la depressione, che spingono le persone a vedere la vita come priva di significato. La perdita di senso del tempo e la spersonalizzazione - quei fenomeni spesso chiamati ego death, "morte dell'io", donano un profondo senso di tranquillità interiore, una relativizzazione delle ansie e dei problemi che rendono a molti pazienti la vita intollerabile. L'effetto dissociativo è comune anche alla chetamina, che si è dimostrata uno dei pochissimi farmaci in grado di combattere la depressione acuta, soprattutto quando il restante ventaglio di soluzioni chimiche fallisce. 

Sebbene alcune vicende sembrino miracolose - celebre la vicenda di una ragazza bipolare che ha assunto per sbaglio una dose mostruosa di LSD che le avrebbe "resettato il cervello" facendola guarire per sempre - è necessario enfatizzare che questi effetti benefici non dovrebbero giustificare il consumo occasionale. Ciò che fa la differenza nell'uso terapeutico è appunto, oltre alla qualità della sostanza, il contesto: il paziente è seguito; avvengono lunghe sessioni di conversazioni, prima, dopo e durante l'esperienza; si utilizza la musica per calmare il paziente e aiutarlo e trovare la concentrazione. Senza l'abilità di uno psicologo esperto, in grado di guidare l'esperienza in un senso fruttuoso, l'assunzione della droga può anche peggiorare i problemi e aumentare il disordine psichico, come del resto avviene frequentemente tra chi abusa di sostanze psicoattive. Una ragione in più perché, come sostenuto dal PAIRE, la sperimentazione possa avvenire in un contesto sicuro, legale e controllato.

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