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Covid, gatto infetta essere umano, Capua: "Basse probabilità che si ripeta"

Il caso isolato da scienziati tahilandesi di un gatto che ha infettato una veterinaria con il sars cov 2 "ha basse probabilità che si ripeta" secondo Ilaria Capua. Lo studio è stato pubblicato su Emerging Infectious Diseases e Nature

01 Luglio 2022

Covid gatto infetta essere umano

E' il primo caso di salto di specie registrato per il Sars cov 2 da un gatto ad un essere umano. Il caso è stato isolato da scienziati tahilandesi e pubblicato su Emerging Infectious Diseases e poi rilanciato da Nature
Secondo la veterinaria Ilaria Capua "non c'è da aere paura, è un caso estremamente raro". Il caso del gatto che in Tahilandia avrebbe infettato una veterinaria tuttavia è anomalo perché, sebbene sia vero che il gatto abbia starnutito in faccia alla veterinaria, poi risultata positiva dopo 5 giorni di incubazione, i due proprietari erano positivi anche al momento della visita nello studio del professionista. Tuttavia il vettore del virus viene riconosciuto nel gatto perché anche gli altri due veterinari, indicati nello studio come pazienti  E ed F sarebbero rimasti infettati dopo aver esaminato i tamponi e aver trattenuto il gatto. Naturalmente se la causa dell'infezione possa essere originata in altri luoghi non è dato saperlo. 

Covid, gatto infetta essere umano: lo studio pubblicato su due riviste

In realtà, come ha commentato Angela Bosco-Lauth, una scienziata della Colorado State University, su Nature, si sapeva già da tempo che i felini sono in grado di beccarsi il sars cov 2 dai legittimi proprietari e neutralizzarlo senza particolari sintomi oppure trasmetterlo tra felini. Il passaggio dal felino all'essere umano tuttavia è un tassello che cambia le prospettive e che prima si ammetteva solo nella teoria ma non nella pratica. Si tratta in sostanza di un'ipotesi rara, che ha una percentuale molto bassa di possibilità di realizzarsi, ma tuttavia possibile. Anzitutto vi è la necessità che il gatto acquisisca il virus da un essere umano infetto, poi il gatto dovrebbe dormire vicino al volto del proprietario e starnutirgli in faccia o effettuare uno scambio salivare e già qui le possibilità scendono drammaticamente.

Ilaria Capua intervistata dal Corriere ha dichiarato che: "Siamo all’inizio di un macrociclo di circolazione virale: come una cascata che va a raccogliersi in molte pozze. Dobbiamo aspettarci che gli animali si infettino e dobbiamo stare attenti perché il problema è che se il virus si endemizza in una popolazione di animali, a quel punto si potrebbero selezionare virus antigenicamente diversi. Come potrebbero tornare indietro? Non lo sappiamo, ma potrebbero anche essere più aggressivi. Ciò che deve preoccuparci è la magnitudo del fenomeno. Purtroppo non è finita. Il virus continua a girare — e questo lo stiamo vedendo — e il problema non è il gatto ma l’effetto domino che potrebbe crearsi nel regno animale".

E' bene precisare che sono moltissime le tipologie di Covid che interessano il mondo felino. I ceppi sono centinaia e tre di questi statisticamente favoriscono una forma mutata che risveglia una malattia autoimmune e mortale per i gatti: la peritonite infettiva felina (FIP). Nessun virus che interessa i felini è trasmissibile agli umani, ma circola nelle colonie feline. Per il covid felino e per la FIP non esistono né vaccini e né cure. Nel caso del sars cov 2, era stato già registrato il salto di specie che aveva interessato anche i visoni, quindi che prima o poi il salto di specie sarebbe accaduto anche tra gatto e uomo era una probabilità nota. Infatti si ritiene che negli appartamenti vivano 220 milioni di gatti, ma si tratta di un numero sottostimato.

Covid, gatto infetta essere umano: il caso

Il caso pubblicato su è il seguente, ne riportiamo la traduzione integrale della descrizione clinica dello studio:

"Nel periodo luglio-settembre 2021, la pandemia di COVID-19 si stava spostando dalla variante Alpha alla variante Delta. Il 15 agosto 2021, a Songkhla, una provincia commerciale nel sud della Thailandia, il paziente A, una veterinaria di 32 anni precedentemente sana che viveva da sola in un dormitorio nel campus, ha visitato l'ospedale della Prince of Songkla University, situato nel distretto di Hatyai, nella provincia di Songkhla, con una storia di febbre, secrezione nasale chiara e tosse produttiva della durata di 2 giorni. I risultati di un esame fisico, inclusa una radiografia del torace, erano altrimenti insignificanti. Quando è stata interrogata sulla sua storia, ha detto che 5 giorni prima, lei e altri 2 veterinari (pazienti E e F) avevano esaminato un gatto appartenente a 2 uomini (pazienti B e C).


I pazienti B e C, un figlio e un padre di 32 e 64 anni, provenivano da Bangkok, la capitale della Thailandia. Sono stati confermati positivi all'infezione da SARS-CoV-2 mediante PCR a trascrizione inversa (RT-PCR) il giorno prima e sono stati trasferiti all'ospedale universitario Prince of Songkla a causa dell'indisponibilità di letti d'ospedale a Bangkok. Insieme al loro gatto, i pazienti B e C sono stati trasportati da un'ambulanza in un viaggio di 20 ore e 900 km l'8 agosto 2021. All'arrivo, i pazienti sono stati immediatamente ricoverati in un reparto di isolamento. Il gatto che aveva dormito sugli stessi letti dei pazienti è stato inviato all'ospedale veterinario universitario per un esame da parte del paziente A il 10 agosto 2021 e si è rivelato clinicamente normale.

Il paziente A ha recuperato campioni di tampone nasale e rettale dal gatto mentre i pazienti E e F lo hanno trattenuto. Durante il tampone nasale, il gatto sedato starnutì in faccia al paziente A. Tutti e 3 i veterinari indossavano guanti monouso e maschere respiratorie N95 senza schermi facciali o occhiali per gli occhi al momento. L'intero incontro veterinario-gatto è durato 10 minuti".

Maria Melania Barone

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