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Covid, Giovanni Frajese, l'endocrinologo sospeso: "I vaccinati si ammalano più facilmente"

Il medico, sospeso dall'ordine per non aver rispettato l'obbligo vaccinale, è stato intervistato dal quotidiano La Verità: "Hanno trattato come cavie la popolazione"

16 Maggio 2022

Frajese "sospeso dall'Ordine dei medici": "Raggiunto il punto più basso"

fonte: Facebook @antoniopascale

Giovanni Frajese, l'endocrinologo sospeso, dice la sua sul Covid sulle colonne della Verità: "I vaccinati si ammalano più facilmente". È questa la convinzione del medico, professore associato all'università Uniroma Foro Italico, sospeso dalla professione per non aver rispettato l'obbligo vaccinale ancora vigente per la categoria professionale. A sostegno della sua tesi nell'intervista cita non meglio precisati studi che dimostrerebbero come per il vaccino "non solo l'efficacia è inferiore al 50%, ma è addirittura negativa". Aggettivo che, in questa accezione, significa che chi è vaccinato con due o tre dosi sarebbe più esposto al virus di chi non si è sottoposto a nessuna somministrazione. Farà discutere anche la definizione di "cavie" usata per la popolazione, parlando di effetti avversi che potrebbero manifestarsi "a medio e lungo termine". 

Frajese, endocrinologo sospeso: "Vaccinati si ammalano più facilmente"

Frajese è convinto che le procedure che più di anno fa hanno portato all'approvazione dei primi vaccini contro il Covid siano state troppo veloci. E lo dimostrerebbe il modo in cui la narrazione è cambiata nei mesi successivi: in un primo momento si parlava di efficacia del vaccino del 95% - sottolinea il medico - poi le persone hanno cominciato ad ammalarsi anche dopo essersi sottoposte all'inoculazione.

In un primo momento si parlava di "immunità", poi di "protezione". Poi il professore affronta uno dei passaggi più significativi del colloquio col giornalista Fabio Dragoni, parlando degli effetti avversi. Distingue tra effetti più o meno immediati, come le reazioni allergiche o quelli che si manifestano "a distanza di pochi mesi", ed effetti a medio e lungo termine. L'osservazione di Frajese è inquietante: "Nel caso scoprissimo effetti tra tre anni e fossimo in presenza di un farmaco lo si ritirerebbe dal mercato, ma trattandosi di una persona sana già vaccinata non si può tornare indietro".

I rischi per il sistema immunitario e il dna secondo Frajese

La conseguenza è che "hanno trattato la popolazione, e in particolare i bambini, come cavie sperando che non succedesse niente", accusa l'endocrinologo, che si dice ancora più preoccupato da quello che si intravede nei prossimi mesi e anni: vaccinazioni a cadenza ciclica, per proteggersi dal continuo insorgere di varianti. Uno scenario da scongiurare assolutamente, a suo dire, perché la conseguenza sarebbe "l'anergia del nostro sistema immunitario", ossia una sua completa mancanza di reazione.

"Si rischia la compromissione del sistema immunitario che, ricordiamo, serve a proteggerci non solo dai virus, ma pure dai tumori e dai batteri", sottolinea l'accademico, che spiega anche quali siano i suoi timori sui vaccini a mRna, da molti invece considerati la svolta per il futuro della medicina: "La mancanza di studi di canceroginità e di genotossicità". Questi vaccini di nuova tecnologia - è convinto Frajese - possono interagire col nostro dna, modificandolo e trasferendo le conseguenze anche alle prossime generazioni: "Un danno potenziale tale da far tremare i polsi. Una trasmissione sul patrimonio genetico dei figli con conseguenze inimmaginabili", la sua profezia. 

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