Covid, Remuzzi: "Variante Xe inizia a diffondersi ma motivi per essere ottimisti"
Il direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Giuseppe Remuzzi: "Somiglianza tra Covid e influenza russa del 1889 che, pur senza vaccini e farmaci, si è spenta"
Il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, intervistato dal Correre della Sera, parla di Covid, contagi, Omicron, ma soprattutto di una nuova mutazione del virus che, secondo l'esperto, starebbe già circolando in Europa: si tratta della variante Xe. Essa - afferma - "sta prendendo piede in Inghilterra - dove l’attività di sequenziamento è molto intensa - e ci aspettiamo che possa essere già presente anche in Italia".
Covid, Remuzzi: "Virus aggressivo per alcuni anni, poi si spegne"
Il dottor Remuzzi si mostra, in un certo senso, ottimista, rispetto al Covid. L'esperto fa il paragone tra il virus e la cosiddetta "influenza russa" che colpì la città di San Pietroburgo nel 1889. "L'infezione - racconta - provocava una polmonite severa e uccideva soprattutto gli anziani. Pur senza vaccini e farmaci a contrastarlo, il virus è rimasto aggressivo per alcuni anni (e tre ondate) per poi 'spegnersi'. Le autorità sanitarie raccomandavano ventilazione e disinfezione degli ambienti, distanziamento, isolamento degli infetti. Il confronto con Sars-CoV-2 è impressionante", commenta.
Poi - precisa il professore Giuseppe Remuzzi -, nel caso del Covid, la discesa dei casi non comincerà oggi, ma forse "a metà aprile per poi proseguire fino a luglio, anche grazie alla bella stagione". I motivi sono diversi: "Il primo - spiega - è che la popolazione è quasi completamente infettata o vaccinata e quindi esiste un'immunità diffusa che ci consente di affrontare eventuali nuove mutazioni con una base protettiva che non avevamo nel 2020. Il secondo è che Omicron, nonostante l’elevatissima capacità di diffusione, tende a localizzarsi generalmente nella parte alta delle vie respiratorie, risparmiando bronchi e polmoni. Infine, questione cruciale, oggi abbiamo non solo i vaccini, ma anche antivirali e anticorpi monoclonali".
Ma se da un lato il direttore dell'istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri elenca tre punti a "nostro favore", dall'altro parla anche di tre motivi di preoccupazione al Corriere della Sera. "In primo luogo quello che sta accadendo a Hong Kong: un'ondata pesantissima che dimostra in modo inequivocabile come Omicron non sia poco pericolosa in una popolazione, soprattutto anziana, poco vaccinata. Solo il ciclo completo con tre dosi ci può proteggere da questa e altre varianti. In Italia abbiamo un milione e 200 mila over 70 che non hanno completato il ciclo vaccinale: un grosso serbatoio di circolazione per il virus".
Variante Xe, il presidente dei virologi: "Zero dati in Italia"
In secondo luogo c'è la diffusione della variante Xe - sulla quale non si sa ancora molto ma sembra destare in molti preoccupazione - e infine la questione degli ospedali italiani. "Tra il 5 e il 10% dei pazienti guariti da Covid presenta sequele di vario genere, una condizione erroneamente definita 'Long Covid': abbiamo quindi - conclude infine Remuzzi - una platea di persone che non sono né malate né sane e che peseranno nei prossimi anni sul sistema sanitario".