Variante Covid sudafricana, Galli è cauto: "Preoccupa, ma non fasciamoci la testa"
Ai microfoni di Radio 1 l'infettivologo Massimo Galli, ex responsabile del reparto di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, si mostra cauto sulla nuova variante Covid sudafricana
Massimo Galli, ex responsabile del reparto malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, si mostra cauto sulla nuova variante sudafricana. Intervenuto a "Che giorno è" su Radio 1, Galli è sembrato poco preoccupato dalla nuova mutazione del virus, al limite dell'ottimista: "Non fasciamoci la testa, ma la preoccupazione è legittima".
Le parole di Massimo Galli sulla nuova variante Covid sudafricana
Galli ha affermato: "Dalle varie cose che stanno emergendo è necessario capire se questa variante diventerà un competitor della Delta, e tutti capiamo che la faccenda diventerebbe seria." E ancora: "Non sappiamo se è possibile che questa variante sia in grado di bucare il vaccino, io non sono convinto di questo ma non abbiamo i dati per poterlo dire. Il vaccino probabilmente continuerà a fare il suo mestiere". Riporta Quotidiano.net che il Professore avrebbe dichiarato ancora: "Premesso che si naviga a vista e c'è il rischio di essere smentiti senza dati solidi, c'è ancora un dato da stabilire: questa variante carica di mutazioni bucherà il vaccino e riuscirà in più a diffondersi meglio della variante Delta?"
Che cos'è la nuova variante del Covid sudafricana
La nuova variante sudafricana è stata dapprima rilevata fra il Botswana e il Sudafrica, ma è proprio da quest'ultimo che potenzialmente rischia di raggiungere l'Europa e il resto del mondo. Sulla variante si esprimeranno oggi gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, decidendo se relegarla a "matter of interest" oppure se considerarla "matter of concern". Si tratta di una variante potenzialmente più contagiosa della Delta e non è chiaro se i vaccini attuali possano reggere le sue mutazioni. In data 26 novembre 2021 l'Italia ha deciso di vietare l'ingresso sul suo territorio a chiunque sia stato negli ultimi 14 giorni non solo in Sudafrica e Botswana, ma anche in Lesotho, Zimbabwe, Mozambico, Eswatini o Namibia. Simili contromisure sono state prese anche dai governi di paesi come Israele, India, Regno Unito, Giappone e Singapore. Alcuni hanno vietato l'ingresso ai cittadini dei suddetti paesi africani, altri effettueranno screening aeroportuali più approfonditi.