Vaccino Covid, efficacia Pfizer cala dopo 90 giorni: lo studio

Partendo dal caso di Israele, alcuni studiosi britannici hanno condotto una ricerca su uomini vaccinati con doppia dose di Pfizer e hanno scoperto che, passati 3 mesi dall'ultima iniezione, l'efficacia diminuisce

Che il vaccino Covid non proteggesse al 100% dal rischio di contrarre il virus è ormai stato dimostrato da diversi studi ma oggi, proprio mentre la campagna vaccinale in Italia avanza e il Governo vara il Super Green pass, emergono dati non molto rassicuranti su Pfizer: stando all'ultimo studio promosso da Leumit Health Services e pubblicato su British Medical Journal, questo farmaco, trascorsi 90 giorni dall'iniezione, vedrebbe una diminuzione dell'efficacia

Vaccino Covid, Pfizer meno efficace dopo 3 mesi

Sempre più spesso si sente parlare di uomini, donne e ragazzi vaccinati (a volte anche con due dosi) ma lo stesso positivi al Coronavirus e pertanto obbligati alla quarantena in casa. Il caso più eclatante è quello di Israele, uno dei primi Paesi al mondo ad aver iniziato a somministrare farmaci anti-Covid a tutta la popolazione, ma anche uno dei primi a rivedere, nonostante l'alta percentuale di vaccinati, un boom di casi.

Così il British Medical Journal ha pubblicato una ricerca in cui, partendo proprio dal caso di Israele, si dimostra che effettivamente il vaccino, in particolare quello prodotto da Pfizer, con il passare delle settimane diventa sempre meno efficace. I dati dimostrano che il farmaco sviluppato dal colosso farmaceutico americano garantisce sì un'eccellente protezione nelle prime settimane dopo la somministrazione, ma al tempo stesso evidenzia anche che dopo 90 giorni, questa stessa protezione va diminuendo. 

La ricerca condotta dagli esperti del Leumit Health Services e pubblicata sul prestigioso giornale britannico era partita proprio per cercare di analizzare e capire quanto effettivamente duri l'efficacia del vaccino anti-Covid di Pfizer. Il lavoro - precisano gli scienziati - si è concentrato sulle infezioni e non sulla gravità dei casi in termini di ricovero ospedaliero, ricovero in terapia intensiva o addirittura decesso.

Efficacia vaccino Pfizer: i dati pubblicati sul British Medical Journal

Sono state così esaminate ben 83.057 cartelle cliniche di adulti vaccinati con due dosi (e con un'età media di 44 anni) che tra il mese di maggio e quello di settembre scorsi sono stati sottoposti a tampone molecolare. Esclusi dallo studio quindi sia chi aveva già ricevuto la dose booster, ma anche chi aveva già contratto in passato l'infezione. 

Sul British Medical Journal si legge che tra tutti i partecipanti alla ricerca, 7.973 - ovvero il 9,6% del totale - sono risultati positivi al Covid nonostante la doppia dose di Pfizer. Quasi tutti avevano contratto la variante Delta. Lo studio condotto dai dottori del Leumit Health Services conclude che in tutti questi soggetti, più passano i giorni dall'ultima somministrazione di vaccino, più cresce il tasso di positività. Nello specifico essa è pari a:

  • 1,3% tra 21 e 89 giorni,
  • 2,4% tra 90 e 119 giorni,
  • 4,6% tra 120 e 149 giorni,
  • 10,3% tra 150 e 179 giorni
  • 15,5% dopo 180 giorni

Infine i ricercatori fanno sapere che l'interpretazione dei dati pubblicati è comunque limitata e che sarebbero da considerare anche altri fattori qui non presi in considerazione come il ceppo virale, il numero di familiari conviventi e la densità di popolazione.