Moderna, al via i test sul vaccino aggiornato contro le varianti

I laboratori Moderna stanno testando una nuova versione del loro vaccino anti Covid, da utilizzare contro varianti più problematiche rispetto alla Delta.

Per prevenire la diffusione di nuove varianti Covid, l'azienda farmaceutica Moderna sta testando versioni aggiornate del suo vaccino. Si tratta di una misura attuata a scopo precauzione, dato che il vaccino a Rna messaggero attualmente utilizzato garantisce protezione efficace sia contro la forma base del coronavirus che contro la variante Delta. La decisione è stata tuttavia presa dall'azienda statunitense (che può al momento contare sui dati clinici di 150 milioni di vaccinati in tutto il mondo) nell'eventualità che emergano varianti più problematiche della Delta.

Moderna testa un nuovo vaccino contro le varianti

A illustrare la decisione dell'azienda è il capo dei ricercatori di Moderna Paul Burton, che in un'intervista rilasciata a La Repubblica ha spiegato: "Aggiornare un vaccino a Rna è un'operazione semplice, ma quello che usiamo produce anticorpi efficaci contro la Delta. Finora non abbiamo ritenuto utile modificarlo, se non in laboratorio. Stiamo anche testando il vaccino aggiornato, ma preferiamo usare ancora quello originale. Lo cambieremmo se dovessero emergere ceppi più problematici della Delta".

Su questa nuova versione aggiornata del siero, Burton ha poi tranquillizzato: "Il vaccino è sicuro per gli adulti e lo sarà anche per i bambini. Abbiamo raccolto dati su 150milioni di persone e non vediamo alcun pericolo". Sono in molti infatti, in Italia e nel mondo, a essere preoccupati per il fenomeno delle miocarditi successive al vaccino: "Negli adolescenti sono stati osservati alcuni rari casi di miocardite, concentrati nei maschi fra 18 e 24 anni alla seconda dose, ma sono lievi e di breve durata".

Miocarditi post vaccino, Moderna chiarisce: "Tutti casi lievi"

È proprio sulla questione delle miocarditi sospette che Burton, laureato in cardiologia a Londra, ha voluto essere chiaro il più possibile: "Vediamo che i casi compaiono a partire dai 15 anni, soprattutto nei maschi, per raggiungere un massimo tra 18 e 24. Ipotizziamo che il testosterone possa giocare un ruolo, e che per questo i bambini e le ragazze siano protetti. Anche gli studi sulle miocarditi in generale, non legate alla vaccinazione, mostrano un aumento solo a partire dai 14-15 anni".

Uno studio recentemente effettuato su 5mila minori tra i 5 e gli 11 anni sottoposti al vaccino non ha infatti al momento individuato casi di miocardite. Burton ha poi specificato: "L'infezione da coronavirus causa 400 casi di miocardite ogni milione di contagiati, come dimostrano anche vari studi italiani. Un vaccino a Rna fa aumentare leggermente il rischio rispetto all'incidenza normale, quella che prescinde sia dal Covid che dal vaccino, portandolo a 20-30 casi per milione. Sono stati comunque tutti casi lievi, curabili in pochi giorni".

L'intervento di Burton non vuole ovviamente sminuire i pochi casi di miocardite effettivamente registrati, ma "è un rischio talmente piccolo rispetto al Covid che non avrei dubbi. Ho due nipoti sotto ai 18 anni in Australia e mi sono sentito sollevato quando si sono vaccinati con Moderna".

Vaccino, il capo dei ricercatori di Moderna consiglia la terza dose

Interpellato sulla questione della terza dose di vaccino, Burton ha poi spiegato che stando agli ultimi studi "gli anticorpi calano dopo 6-8 mesi. Non sappiamo bene cosa accade alla memoria cellulare, ma le curve epidemiologiche in vari paesi del mondo ci dicono che dopo questo lasso di tempo aumentano i contagi fra i vaccinati".

Per il professore dunque: "La terza dose è una scelta pragmatica, davanti all'inverno che si avvicina e a una variante Delta così efficiente nel contagiare. La terza dose in questo momento è una scelta di buon senso. Abbiamo consigliato un dosaggio dimezzato, 50 microgrammi, e l'Agenzia europea per i medicinali ha accolto la nostra indicazione. A primavera sapremo se gli anticorpi si sono mantenuti alti o se continueremo ad avere bisogno di richiami".