22 Ottobre 2021
A settembre è stato pubblicato su “Journal of Clinical Medicine” uno studio clinico italiano sulla somministrazione orale della lattoferrina in un centinaio di pazienti affetti da Covid-19. Lo studio, condotto utilizzando lattoferrina in capsule (Mosiac®, Pharmaguida), ha dimostrato come la sua somministrazione, da sola in pazienti asintomatici, o in associazione con altri farmaci in pazienti paucisintomatici o moderatamente sintomatici, può essere un efficace trattamento privo di effetti avversi nella gestione dell’infezione da SARS-CoV-2.
La Lattoferrina, una proteina di grande efficacia per contrastare il Covid, focus ancora sulla sostanza che meglio di ogni altra può aiutarci a prevenire e contrastare il virus, al di là dell’indiscutibile efficacia dei vaccini anti-SARS-CoV-2. Parliamo di questo potente antivirale con la Prof. Piera Valenti, ordinario di microbiologia dell’Università La Sapienza di Roma e membro del Comitato Internazionale sulla Lattoferrina.
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In questo studio clinico retrospettivo la tempestiva somministrazione orale di lattoferrina si è dimostrata utile nei pazienti COVID. Un primo dato rilevante riguarda il tempo necessario per ottenere la negativizzazione del tampone molecolare negli 82 pazienti trattati con lattoferrina, tempo che è stato nettamente inferiore rispetto a quello osservato nei 39 pazienti non trattati (15 anziché 24 giorni).
Nessuno dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con lattoferrina, inoltre, è stato ospedalizzato. I pazienti asintomatici, paucisintomatici e moderatamente sintomatici sono stati trattati con un diverso numero di capsule (da 1 a 5) contenenti ciascuna 200 mg di lattoferrina (Mosiac®, Pharmaguida) a seconda della severità del Covid-19.
I risultati mettono, inoltre, in evidenza l'esistenza di un legame tra la maggiore efficacia del trattamento con la lattoferrina, la significativa riduzione dei sintomi e l’età. Infatti, la lattoferrina viene sintetizzata sotto il controllo ormonale e la sua produzione diminuisce con l'avanzare dell'età. Ne consegue che, nei soggetti più anziani che ne sintetizzano una minore quantità, la supplementazione della proteina esogena mostra una maggiore efficacia rispetto a quella osservata in pazienti più giovani.
Lo studio giunge dopo due pubblicazioni internazionali apparse a giugno 2021 su Frontiers in Pharmacology e ad agosto 2021 su PNAS riguardanti l’efficacia della lattoferrina in vitro nell’inibire l’infezione da Covid-19.
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