25 Gennaio 2021
Vaccino Covid (fonte foto Lapresse)
Marco Cavaleri, Responsabile della Strategia per le minacce alla salute e i vaccini presso l’Ema, ospite a Che tempo che fa, ha parlato del vaccino contro il Covid 19, soffermandosi in particolare sul ritardo riscontrato nell'arrivo delle nuove dosi che a sua volta ha provocato un ritardo nel proseguimento della campagna vaccinale. "Dobbiamo ricordarci che sono tecnologie nuove e si sta lavorando a regime per produrre lotti di vaccino uno dietro l’altro", ha detto al conduttore Fabio Fazio. "Così da spedirli e continuare con queste campagne vaccinali così importanti", prosegue.
Cavaleri ritiene più che "comprensibile e fisiologico che ci siano leggeri ritardi di una o due settimane". "Non è auspicabile - spiega -, ma questa è la realtà dei fatti". E ancora: "Dobbiamo capire come ovviare a questo problema e come avere la possibilità di avere più dosi in futuro".
Il professore, poi, incalzato dalle domande del conduttore, parla della valutazione del vaccino messo a punto da AstraZeneca: "È matura e quindi in questa settimana il nostro comitato con tutti i paesi membri rappresentati discuterà come finalizzare questa procedura". Il vaccino potrebbe addirittura essere approvato già il 29 gennaio. "Ovviamente ci sono diversi aspetti da dirimere, in particolare il tipo di raccomandazione che possiamo dare su come usare questo vaccino".
Inoltre, "Johnson e Johnson - prosegue Cavaleri - sta già conducendo un grande studio clinico in diverse parti del mondo. Sono molto vicini o hanno già raggiunto il numero di casi sufficienti per determinare se il vaccino è efficace. Uno studio molto ampio che include 40.000 soggetti. Ci aspettiamo di sapere nei prossimi giorni se i risultati sono positivi così che possiamo procedere e concludere quanto prima”.
Cavaleri ha anche spiegato che ci sono molti altri vaccini vicini all'approvazione. Si tratta di quello di Novavax e quello di Curevac. "Hanno iniziato e stanno per iniziare la fase 3", racconta il professore. E ancora: "Ci sono poi altri vaccini un pochino più indietro come Reithera. Abbiamo avuto contatti lungo tutto l’anno scorso e adesso aspettiamo per capire come andare avanti e come disegnare studi di efficacia e sicurezza che possano portare all’autorizzazione molto presto".
Tuttavia continuano a preoccupare, e non poco, le nuove varianti Covid trovate in giro per il mondo. In particolare destano molte domande le varianti inglese, sudafricana e brasiliana, con la prima che sino ad oggi si è rivelata la più contagiosa e mortale delle tre. Ma recentemente è spuntata fuori anche una variante francese, si teme che non sia ancora finita. "Stiamo guardando per capire l’impatto sui vaccini", spiega Cavaleri. "Nei prossimi giorni arriveranno nuovi dati che ci daranno un’indicazione sul potere neutralizzante dei sieri e sui vaccinati almeno con i vaccini dell’Rna".
Quest'ultima è "un’informazione importante", ha continuato il professore. "Ma è bene ricordare che questi dati non saranno sufficienti per sapere se i vaccini hanno perso protezione o no". "Sarà essenziale seguire le campagne vaccinali e capire se effettivamente ci saranno numeri inaspettati di casi di infezione e malattie da Covid in soggetti vaccinati, che ci potranno far intendere se il vaccino non è più sufficientemente protettivo e quindi che c’è bisogno di cambiarne la composizione", spiega. "In tal senso ci siamo già attivati per pensare quali possono essere le vie regolatorie per l’approvazione di un vaccino con un ceppo virale diverso. Ci aspettiamo che la variante inglese non abbia un grande impatto sul potere neutralizzante dei sieri".
Stando però ai primi dati, Cavaleri è ottimista: "Ci possiamo immaginare che probabilmente i vaccini funzioneranno. Sulla variante sudafricana e brasiliana ci sono mutazioni più insidiose e potremmo aspettarci che il potere neutralizzante sia ridotto. Poi di quanto, lo vedremo. Fintanto che l’azione neutralizzante non è abrogata, possiamo comunque aspettare che i vaccini mantengano un certo livello di protezione".
"Abbiamo iniziato un dialogo con la società russa che ha sviluppato il vaccino Sputnik", ha concluso Cavaleri, aprendo per la prima volta al vaccino sviluppato dai russi. "Per il momento ci limitiamo a cercare di capire come sono fatti gli studi, come il vaccino è stato prodotto. Se il vaccino rispetta gli standard europei", dovremmo essere, "aperti a discutere questo vaccino".
Infine: "Mi aspetto che nelle prossime settimane sarà più chiaro quanto possiamo andare avanti e se ci sono possibilità si approvarlo nel prossimo futuro. C’è una enorme collaborazione tra il mondo industriale, tra diverse aziende, anche quelle che erano in competizione, le abbiamo viste cooperare. E questo è un fatto positivo. Ben venga tutta questa collaborazione”.
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