Premierato, La Russa: "A gennaio discussione alla Camera su riforma, tempi maturi", opposizioni: "Pericoloso, stravolge equilibri statali"

Il governo punta a portare il premierato in Aula a gennaio. Maggioranza divisa sulla legge elettorale, opposizioni in rivolta contro una riforma ritenuta “dirompente”

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha dichiarato che a gennaio 2026 verrà calendarizzata alla Camera l'inizio della discussione sulla riforma costituzionale del premierato. Le opposizioni sono insorte: "Modifica pericolosa alla Carta, rischia di stravolgere gli equilibri dello Stato e di essere anticamera per i pieni poteri di un solo uomo".

Premierato, La Russa: "A gennaio discussione alla Camera su riforma, tempi maturi", opposizioni: "Pericoloso, stravolge equilibri statali"

Il governo spinge sull’acceleratore e chiede di calendarizzare alla Camera, già da gennaio, la riforma del premierato. Una scelta che riapre tensioni politiche sia nella maggioranza sia con le opposizioni, impegnate a denunciare quella che definiscono una "forzatura" della Costituzione. L’obiettivo dell’esecutivo è chiaro: completare l’iter parlamentare e arrivare al referendum confermativo nella prossima legislatura. Ma sul percorso si addensano dubbi, diffidenze e calcoli elettorali.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa conferma che i tempi tecnici per approvare il premierato "ci sono", ma avverte che la scelta è "solo politica" e tutt’altro che scontata. Le recenti elezioni regionali hanno incrinato gli equilibri interni al centrodestra: la Lega, rinvigorita dal voto veneto, si mostra fredda sul cambio della legge elettorale; Forza Italia frena sull’ipotesi del nome del premier in scheda; Fratelli d’Italia invece preme per stringere i tempi e ridefinire le regole del gioco già ora. Un’accelerazione che ha immediatamente riacceso lo scontro.

Per Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all’Attuazione del programma, la nuova legge elettorale dovrà essere coerente con il premierato: "Proporzionale, premio di maggioranza e indicazione del premier". Un modello che ricalca quello dell’elezione diretta di sindaci e governatori, pensato – sostiene – per garantire stabilità e trasparenza. "Trovo molto sbagliato adattare la legge elettorale alla convenienza dell’una o dell’altra coalizione. Sarebbe bene averne una adatta alla riforma già prima del referendum".

Di tutt’altra opinione il Partito democratico. La capogruppo Chiara Braga denuncia un "ritorno alla logica di ciascuno il suo", e accusa il governo di voler "stravolgere l’equilibrio tra i poteri dello Stato" inseguendo "l’investitura di un leader anziché la rappresentanza parlamentare". Dure anche le critiche di +Europa, che parla di "anticamera dei pieni poteri", e del M5S, pronto a una mobilitazione contro quella che considera una deriva maggioritaria.

Tra sospetti di convenienze politiche, timori di stallo in Senato e divergenze nella coalizione di governo, il premierato torna così al centro del conflitto istituzionale. La battaglia parlamentare ripartirà a gennaio, ma lo scontro politico – già oggi – è totale.