Check-in per affitti brevi, per CdS obbligo di identificazione di persona degli alloggiati, ammesse tecnologie di riconoscimento e videochiamate
Per il check-in di affitti brevi il Consiglio di Stato conferma obbligo di identificazione "de visu" degli alloggiati. Airbnb si dice soddisfatta grazie all'ammissione di tecnologie di riconoscimento e videochiamate
Il Consiglio di Stato conferma l’obbligo di identificazione di persona degli alloggiati nelle strutture per affitti brevi, ribadendo che i gestori non possono limitarsi a ricevere i documenti a distanza o a trasmettere codici di apertura di porte e key box. Tuttavia, la sentenza apre alla possibilità di utilizzare tecnologie di riconoscimento in tempo reale, come "videocollegamenti", purché siano in grado di verificare l’identità degli ospiti al momento dell’ingresso.
Check-in per affitti brevi, per CdS obbligo di identificazione di persona degli alloggiati, ammesse tecnologie di riconoscimento e videochiamate
La decisione accoglie il ricorso del Ministero dell’Interno contro la pronuncia del Tar del Lazio che, lo scorso maggio, aveva annullato la circolare del Viminale del 18 novembre 2024. Secondo i giudici di Palazzo Spada, l’obbligo di riconoscimento "de visu" resta fondamentale per garantire la sicurezza dei turisti e dei residenti, ma non deve essere necessariamente svolto in presenza. Difatti, anche strumenti digitali avanzati possono adempiere alla normativa, a condizione che permettano l’accertamento immediato della corrispondenza tra ospite e documento d’identità. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato che la sentenza "rafforza la sicurezza e chiarisce definitivamente le regole per tutte le strutture, comprese le locazioni brevi". Soddisfazione anche da parte di Airbnb, che sottolinea come il self check-in rimanga consentito se accompagnato da verifiche dell’identità tramite videocitofoni o telefonate in tempo reale, comunicando poi i dati alle autorità entro 6-24 ore dall’arrivo.
Secondo Confindustria Alberghi, la sentenza conferma l’importanza di mantenere standard rigorosi quando è in gioco la sicurezza dei turisti e la tranquillità dei residenti, pur lasciando spazio all’innovazione tecnologica. Marco Celani, presidente di Aigab, auspica la convocazione di un tavolo presso il Ministero dell’Interno per chiarire le tecnologie ammesse ai fini del riconoscimento degli ospiti. Il Consiglio di Stato sottolinea che l’obbligo di identificazione "de visu" non è una novità poiché è previsto dal Testo unico sulla pubblica sicurezza dagli anni ’30, ma negli ultimi decenni spesso non è stato applicato. Ora, con la possibilità di utilizzare strumenti digitali per la verifica immediata, i gestori di affitti brevi dovranno assicurarsi che ogni ospite sia identificato correttamente, sia di persona sia attraverso sistemi di "videocollegamento" idonei a garantire la sicurezza e la legalità del check-in.