Cnel, Brunetta alza lo stipendio a sé e a altri membri organo da €240mila a €310mila e poi fa dietrofront, Meloni: "Aumento inopportuno"

Dopo le critiche di governo e opposizioni, il presidente del Cnel fa marcia indietro sull’aumento da 310 mila euro: “Non voglio danneggiare la credibilità dell'organismo”. Renzi provò ad abolirlo con la riforma costituzionale del 2016 in quanto "inutile", ma non ci riuscì

Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha annunciato di volere alzare lo stipendio a sé e a tutti gli altri membri dell'organo da 240 mila euro all'anno a 310 mila euro per ottemperare a una sentenza della Corte Costituzionale. Il centrodestra si è però opposto, in primis la premier Giorgia Meloni, che ha sottolineato come l'aumento del compenso sarebbe stato "inopportuno". Brunetta ha poi deciso di fare dietrofront, annullando il provvedimento.

Cnel, Brunetta alza lo stipendio a sé e a altri membri organo da €240mila a €310mila e poi fa dietrofront, Meloni: "Aumento inopportuno"

Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha annunciato di voler revocare l’aumento di stipendio che si era attribuito, dopo le critiche arrivate sia dal governo che dall’opposizione. La decisione di portare il proprio compenso da 240 mila a 310 mila euro, in linea con una recente sentenza della Corte costituzionale che ha abolito il tetto dei 240 mila euro per i dirigenti pubblici, aveva suscitato forti polemiche politiche.

Giorgia Meloni ha definito la scelta "non condivisibile" e "inopportuna", mentre la Lega, per voce della deputata Tiziana Nisini, ha annunciato un’interrogazione parlamentare e una norma per reintrodurre un limite agli stipendi del Cnel. Sotto pressione, Brunetta ha diffuso una nota spiegando di voler "evitare strumentalizzazioni che danneggino la credibilità dell’istituzione" e ha quindi annunciato la revoca immediata dell’aumento.

Le opposizioni hanno attaccato duramente la vicenda. Giuseppe Conte (M5S) ha accusato il governo di ipocrisia, ricordando la promessa mancata sul salario minimo, mentre Alleanza Verdi e Sinistra ha ironizzato sullo scarto tra gli stipendi dei vertici istituzionali e i salari reali dei lavoratori.

Anche Matteo Renzi è intervenuto, sottolineando la contraddizione tra le dichiarazioni di Meloni e le scelte del governo: "Dice che non farà mai quello che ho fatto io. Per una volta ha detto il vero: io volevo abolire il Cnel, lei invece lo ha riempito di soldi". Renzi, infatti, nel 2016 aveva incluso l’abolizione del Cnel nella sua riforma costituzionale, poi bocciata dal referendum del 4 dicembre di quell’anno.

Il Cnel, organo consultivo previsto dalla Costituzione per le materie economiche e sociali, è spesso al centro delle polemiche per i suoi costi e la sua limitata utilità percepita. La vicenda dell’aumento di Brunetta riapre ora il dibattito sul ruolo e sul peso di un’istituzione che molti, nel corso degli anni, hanno considerato superflua.