Veneto, Zaia redarguisce la Lega: "Mi candiderò capolista in tutte le province, non potete mettermi veti, ora sarò un problema per voi"
A Padova l’annuncio di Zaia: “Sarò capolista in tutte le province”. Il governatore non lascia la scena e rilancia il progetto leghista nel dopo-Zaia
Terremoto annunciato in Veneto, a un mese dalle elezioni regionali. L'attuale governatore Luca Zaia ha redarguito il suo stesso partito, la Lega, che ha provato a metterlo da parte per evitargli un quarto mandato e che ha già scelto di consegnare il suo testimone a Alberto Stefani: "Mi candiderò capolista in tutte le province, non potete mettermi dei veti. Visto che sono un problema per voi, ora lo diventerò davvero".
Veneto, Zaia redarguisce la Lega: "Mi candiderò capolista in tutte le province, non potete mettermi veti, ora sarò un problema per voi"
Non un addio, ma un nuovo inizio. Dal palco del Gran Teatro Geox di Padova, Luca Zaia ha confermato che resterà protagonista della politica veneta: “Visto che sono un problema, lo diventerò davvero: correrò come capolista in tutte le province”, ha dichiarato tra gli applausi. Il governatore, dopo quindici anni alla guida del Veneto, ha ufficializzato così la sua permanenza attiva nel futuro della Lega, trasformando il passaggio di consegne a Alberto Stefani in un rilancio personale e politico.
L’atmosfera era quella delle grandi occasioni: 2.500 militanti, bandiere con il Leone di San Marco e l’intero vertice del partito, da Matteo Salvini a Lorenzo Fontana. Salvini, salito sul palco prima di Zaia, ha parlato di “quindici anni del miglior governo regionale d’Europa”, ma il momento clou è stato l’intervento del presidente uscente. Un discorso a braccio, commosso e ironico, in cui ha ringraziato la squadra e chiesto di “risparmiare gli applausi per Alberto”. Poi la sorpresa: la decisione di rimanere in campo, segno che il suo peso politico resta determinante nel Veneto e nel partito.
Zaia, pur evitando toni polemici, ha ribadito la necessità di unità: “Siamo una famiglia, ripristiniamo la festa del 15 settembre a Venezia”. Parole che molti hanno letto come un messaggio diretto a Salvini, alle prese con tensioni interne e con il caso Vannacci, sempre più divisivo.
Il governatore, popolarissimo e con ampio consenso trasversale, appare oggi come il punto di equilibrio tra le anime del Carroccio: quella più identitaria e quella più moderata, radicata nel Nord produttivo. La sua presenza da capolista rafforza la campagna di Stefani, ma soprattutto evita alla Lega il rischio di una frattura nel suo territorio simbolo.
Con l’annuncio di Zaia, il Veneto resta il cuore politico del partito e il laboratorio della sua ripartenza. Il messaggio è chiaro: “Dopo Zaia, scrivi Zaia”, perché il leghismo veneto non intende archiviare il suo leader più popolare.