Elezioni regionali Marche, Acquaroli (FdI) avanti di sei punti su Ricci (Pd): centrodestra compatto, sinistra in affanno anche nel Fermano

Le Marche si preparano a votare il 28 e 29 settembre, e il primo round della lunga stagione elettorale d’autunno potrebbe già segnare un punto importante per la tenuta nazionale del Governo Meloni

Le Marche si preparano a votare il 28 e 29 settembre, e il primo round della lunga stagione elettorale d’autunno potrebbe già segnare un punto importante per la tenuta nazionale del Governo Meloni. Secondo l’ultimo sondaggio Emg Different, realizzato tra l’8 e il 10 settembre, Francesco Acquaroli, presidente uscente sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, è in netto vantaggio: 52% contro il 46% dello sfidante Matteo Ricci, europarlamentare PD ed ex sindaco di Pesaro. Un divario di sei punti che fotografa non solo la fiducia personale nei confronti del governatore, ma anche una campagna elettorale segnata dalla chiarezza del centrodestra e dalle incertezze del “campo largo” guidato da Elly Schlein.

Fiducia e numeri che contano

I dati parlano chiaro. Il 52% dei cittadini marchigiani giudica positivamente l’operato di Acquaroli, con picchi del 79% tra gli elettori di centrodestra e del 65% tra quelli di centro. Una fiducia trasversale, che certifica un buon radicamento sul territorio. Per quanto riguarda le intenzioni di voto alle liste, Fratelli d’Italia si conferma primo partito con il 31,5%, seguito dal PD al 29%, Lega all’8%, Forza Italia al 7%, M5S al 6% e AVS al 4%. Un vantaggio che, tradotto in seggi e consenso territoriale, potrebbe consolidare ulteriormente il governo regionale uscente. L’affluenza stimata si attesta al 55%, in calo rispetto al 60% delle regionali 2020. Un dato che riflette la crescente disillusione verso la politica, ma anche il peso che avranno gli indecisioltre il 46% degli intervistati.

Un centrodestra unito contro un “campo largo” in affanno

La vera forza di Acquaroli e della coalizione che lo sostiene sta nella compattezza. Mentre il centrosinistra si presenta al voto con un candidato forte ma indebolito da un’inchiesta giudiziaria — che Ricci ha più volte definito “strumentale” — il centrodestra si mostra coeso e determinato. La presenza della Premier Giorgia Meloni, attesa ad Ancona il 25 settembre insieme a Salvini e Tajani, testimonia quanto la posta in gioco sia alta: non solo la guida delle Marche, ma anche la legittimazione dell’azione di governo a livello nazionale, specie in vista delle prossime sfide regionali in Toscana, Campania e Puglia. Mentre Elly Schlein punta sul simbolismo del “campo largo”, cercando di tenere insieme PD, M5S, AVS e cespugli vari, il centrodestra si muove con pragmatismo e visione strategica.

Il Fermano: candidati forti per il centrodestra, sfide aperte per il centrosinistra

Un terreno particolarmente interessante è quello del Fermano, dove il centrodestra schiera candidati radicati e con solide esperienze amministrative. Spiccano i nomi di Andrea Putzu, consigliere regionale uscente di FdI e figura di riferimento per l’intero centrodestra locale, e Tulli, vicino alle istanze del territorio e determinato a consolidare la sua posizione proprio alle spalle di Putzu. Accanto a loro si muovono figure come Morresi (Forza Italia), Senzacqua (vice-sindaco della Lega di Porto San Giorgio) e Marinangeli (Noi Moderati). Interessante la scesa in campo dell’avvocato Ugo Ciarrocchi (Noi Moderati), amministratore dal 2001 al 2011 con il sindaco di Centro-destra, Saturnino Di Ruscio. Un gruppo eterogeneo ma coeso, capace di parlare al tessuto produttivo, alla sanità locale e alla domanda di sicurezza. Sul fronte opposto, il centrosinistra schiera alcuni nomi noti, come Francesco Trasatti, ex assessore alla Cultura del Comune di Fermo durante la prima amministrazione Calcinaro, ora schierato con Ricci.

Le priorità per i marchigiani

Tra i temi sentiti dall’elettorato, la sanità si conferma la priorità assoluta (61%), seguita da lavoro (20%), formazione (13%), politiche giovanili (12%) e scuola (10%). Il 75% degli intervistati si dice soddisfatto della qualità della vita nelle Marche, con punte dell’85% tra i giovani (18-34 anni). Segnali di una Regione che, pur tra mille difficoltà, non ha perso fiducia nel futuro, ma che chiede concretezza e continuità. Ed è proprio questa richiesta che sembra favorire Acquaroli.

Un voto regionale dal significato nazionale

Le Marche sono da sempre una Regione barometrica: né rossa né blu per vocazione, ma abituata a premiare chi sa governare bene. Il successo del centrodestra nel 2020 fu il frutto di un cambio di paradigma, ma oggi il rischio di ritorno al passato appare lontano. Una vittoria di Francesco Acquaroli non solo confermerebbe la fiducia nel buon governo, ma suonerebbe anche come un sonoro stop al progetto Schlein-Conte, troppo sbilanciato a sinistra e lontano dalle reali esigenze dei territori. Con il centrodestra unito e radicato, il centrosinistra si avvicina all’ennesima occasione mancata. Il 28 e 29 settembre, il voto marchigiano sarà molto più di una scelta locale: sarà un segnale chiaro sulla direzione del Paese. E i cittadini sembrano aver già scelto da che parte stare.

Di Riccardo Renzi