Ravenna, carico d'armi verso Israele senza autorizzazioni, sindaco Barattoni scrive a Salvini: "Il nostro scalo non sarà complice di genocidio a Gaza"

Il 30 giugno la portacontainer Zim New Zealand aveva toccato il porto romagnolo carica di munizioni, senza però l'ok di Uama

"Non voglio che il nostro scalo sia complice del massacro a Gaza. Non intendo in nessun modo alimentare il traffico di armi che contribuisce, ogni giorno, ad accrescere il numero di vittime". Così scrive il primo cittadino di Ravenna Alessandro Barattoni in una lettera indirizzata al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e datata martedì 2 settembre. Una presa di posizione netta in riferimento al transito non autorizzato, nel porto di Ravenna, di una nave carica di armi diretta ad Israele.

Ravenna, carico d'armi transita senza autorizzazioni verso Israele e il sindaco Barattoni scrive a Salvini: "Il nostro scalo non sarà complice di genocidio a Gaza"

Era il 30 giugno scorso quando la nave Zim New Zealand carica di munizioni e armi provenienti dalla Repubblica Ceca transitò per il porto della cittadina romagnola diretta ad Haifa. Ciò che emerse in seguito però era che per quel transito l'Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) non aveva dato il via libera. E la segnalazione di quel transito - che altrimenti sarebbe avvenuto senza disturbo passando inosservato - fu lanciata da un portuale, quindi raccolta e rilanciata da Weapon Watch. Alla luce di quanto successo, il sindaco di Ravenna ha scritto al ministro Salvini ribadendo il posizionamento della città contro le politiche di Israele e avanzando chiarimenti sulla collaborazione tra l'autorità portuale della città e il ministero della Difesa di Israele.

A finire nell'occhio del ciclone però ci sarebbe anche la Undersec, progetto da 6 milioni di euro sullo sviluppo di tecnologie per la sicurezza marina e sottomarina nei porti, che coinvolge il porto di Ravenna oltre - fra i vari partner - al Ministero della Difesa Israeliano, l'Università di Tel Aviv e Rafael, azienda militare israeliana. "È giunto il momento - ha scritto Barattoni - di terminare la collaborazione con un Ministero che mentre lavora con le istituzioni europee, si macchia ogni giorno di crimini verso persone innocenti". L'autorità portuale ravennate è intervenuta in difesa di Undersec, che "non ha alcuna finalità di produzione di armamenti o strumenti bellici". In posa difensiva anche l'ente portuale che ha affermato come l'attività di controllo e monitoraggio di ciò che transita nel porto è "demandata ad altri soggetti". Anche l'onorevole del Pd Ouidad Bakkali è intervenuto lo scorso 2 settembre: "Vicenda gravissima, presenteremo un'interrogazione parlamentare ai Ministri degli Affari Esteri, della Difesa e dell'Economia e Finanze".