Gaza, governo verso divieto di libertà d'espressione, Lega propone "ddl censura": vietate manifestazioni pro Palestina e critiche a Israele

La proposta di legge di Massimiliano Romeo contrasta con gli articoli 3 e 21 della Costituzione italiana. Molti giuristi hanno già descritto il ddl come "fascista e discriminatorio"

Il governo Meloni vira verso il divieto della libertà di espressione. La Lega ha infatti proposto il cosiddetto "ddl censura" su Gaza: se approvato, verranno vietate le manifestazioni pro Palestina e verranno invece sanzionate le critiche a Israele e al sionismo.

Gaza, governo verso divieto di libertà d'espressione, Lega propone "ddl censura": vietate manifestazioni pro Palestina e critiche a Israele

Una proposta di legge della Lega, presentata dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, sta accendendo lo scontro politico in piena estate. Si tratta del ddl 1004, intitolato “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”. Tre articoli che, secondo le opposizioni, rischiano di trasformarsi in uno strumento per criminalizzare le critiche al governo israeliano e impedire le manifestazioni pro-Palestina.

Il provvedimento, incardinato in commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, presieduta dal meloniano Alberto Balboni, ad appena una settimana dalla pausa parlamentare, si rifà alla definizione dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (Ihra), una formulazione controversa perché equipara spesso l’antisionismo all’antisemitismo. Il testo fa riferimento al “negazionismo delle violenze” del 7 ottobre 2023 e al “radicale rifiuto di Israele” come segnali di antisemitismo, ma secondo molti ciò rischia di colpire anche la legittima critica politica e morale verso le politiche del governo Netanyahu.

L’articolo 3 è il più contestato: prevede il divieto di autorizzare manifestazioni pubblicheper ragioni di moralità” in presenza di simboli o messaggi considerati antisemiti secondo la nuova definizione. “Un bavaglio senza precedenti alla libertà di espressione”, ha denunciato la senatrice M5S Alessandra Maiorino, parlando di un disegno liberticidache garantisce impunità a Netanyahu e colpisce chi osa dissentire”.

Anche Laura Boldrini (Pd) ha attaccato duramente: “Con questa legge ogni iniziativa per la fine del genocidio a Gaza potrebbe diventare un crimine. È inconcepibile in una democrazia”. Intanto la Lega si difende: “Le opposizioni non hanno capito il senso del testo”, ha replicato Romeo.

Le violazioni alla Costituzione

Il disegno di legge leghista sull’antisemitismo entra in rotta di collisione con gli articoli 3 e 21 della Costituzione italiana, che tutelano rispettivamente l’uguaglianza dei cittadini e la libertà di espressione.

L’articolo 3 sancisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”, e vieta ogni forma di discriminazione, anche ideologica; impedire per legge la critica a uno Stato estero, come Israele, costituirebbe una disparità di trattamento rispetto alla possibilità di criticare altri governi, ledendo il principio di uguaglianza.

L’articolo 21, invece, garantisce a ogni cittadino il dirittodi manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, oltre alla libertà di riunione e manifestazione. Il provvedimento, vietando manifestazioni pubbliche ritenute antisemite secondo una definizione estensiva e ambigua, limita gravemente il dissenso politico e la libertà di opinione, introducendo una censura preventiva incompatibile con i valori fondanti della democrazia costituzionale.

Un disegno di legge in sé fascista, limitante i diritti inalienabili dell'individuo. Una legge bavaglio che difende il genocidio dei palestinesi e chi lo compie. Un ddl discriminatorio, esattamente come il ddl Zan: se la si pensa diversamente dalla proposta leghista, si può essere puniti e limitati.