Ddl sul femminicidio approvato all’unanimità dal Senato, 161 i voti favorevoli, La Russa: “Sui temi importanti siamo tutti uniti”

Il nuovo ddl, fortemente voluto dal governo Meloni e varato in Consiglio dei ministri l’8 marzo scorso, introduce nel codice penale il reato autonomo di femminicidio, punito con l’ergastolo

Con 161 voti favorevoli, il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge sul femminicidio. Subito dopo il voto, l’Aula è esplosa in un applauso. Il presidente Ignazio La Russa ha commentato: “Sui temi importanti siamo uniti, nessuna distinzione di appartenenza”. Il provvedimento passa ora alla Camera per l’approvazione definitiva. Il voto è stato effettuato con il sistema elettronico, su richiesta del capogruppo leghista Massimiliano Romeo.

Ddl sul femminicidio approvato all’unanimità dal Senato, 161 i voti favorevoli, La Russa: “Sui temi importanti siamo tutti uniti”

Il nuovo ddl, fortemente voluto dal governo Meloni e varato in Consiglio dei ministri l’8 marzo scorso, introduce nel codice penale il reato autonomo di femminicidio, punito con l’ergastolo. La nuova fattispecie giuridica prevede la reclusione a vita per chiunque cagioni la morte di una donna “quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o è conseguenza del rifiuto della stessa di stabilire o mantenere una relazione affettiva ovvero di subire una condizione di soggezione o comunque una limitazione delle sue libertà individuali, imposta o pretesa in ragione della sua condizione di donna”.

Rispetto alla prima versione del testo, è stato rimosso il riferimento generico allarepressione dei dirittie introdotto il concetto dirifiuto”: un passaggio fondamentale che inquadra il femminicidio come atto derivante dal rifiuto della donna di sottostare a dinamiche di controllo, possesso o prevaricazione. Modifiche analoghe sono state applicate alle aggravanti per reati correlati come maltrattamenti, lesioni, stalking, violenza sessuale e revenge porn.

Stiamo mantenendo un'altra promessa – dice il senatore leghista e ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoliil via libera odierno dell'aula del Senato, all'unanimità, per l'introduzione nel codice penale del nuovo articolo 577 bis per prevedere il nuovo reato di femminicidio - come nuova fattispecie da punire con l'ergastolo (per ‘chiunque cagioni la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna’) - rappresenta un importante passo avanti nella battaglia contro questa strage quotidiana. Il nuovo articolo 577 bis, una volta approvato definitivamente con il voto della Camera, sarà un importante strumento deterrente per i violenti perché il messaggio che deve passare è quello del ‘fine pena mai’, sempre e comunque, per chi uccide una donna”.

La senatrice di Fratelli d’Italia, Susanna Donatella Campione, relatrice in Aula del provvedimento, sottolinea l’ampio consenso popolare alla base del ddl: “Un provvedimento fortemente voluto dal governo Meloni e che, come ha confermato un recente sondaggio, è tra le norme più attese dalla maggioranza degli italiani. Credo che sulla violenza contro le donne la politica non debba dividersi. Auspico che l'iter alla Camera prosegua in maniera altrettanto rapida e condivisa, così da consegnare all'Italia una legge che ci pone all'avanguardia in Europa”.

Toni decisi anche da Forza Italia. “Quella contro il femminicidio è una guerra. E in questa guerra ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Anche la magistratura – commenta la vicepresidente del Senato, Licia RonzulliTroppe volte ci troviamo davanti a sentenze che infliggono una beffa crudele alle vittime, che rischiano di essere uccise due volte. Da oggi la giustizia avrà una voce più chiara. Lo Stato c'è ed è dalla parte delle donne”.

Dal fronte di Italia Viva, la capogruppo al Senato Raffaella Paita evidenzia l’importanza del segnale lanciato dal Parlamento ma rilancia sulla necessità di investire in prevenzione: “L'approvazione all'unanimità del ddl sul femminicidio è un segnale importante che il Parlamento ha voluto dare al Paese per contrastare la violenza di genere, che è una vera e propria piaga sociale. L'introduzione del nuovo delitto però non basta, serve un impegno costante sulla prevenzione. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto un dibattito apposito in Senato con la ministra Roccella. La prevenzione deve partire dalle scuole e dai giovani”.

Sulla stessa linea la senatrice del Pd, Anna Rossomando: “Sappiamo che il reato in sé non basterà a fermare il fenomeno. L'educazione all'affettività e alla sessualità fin dalla scuola primaria e un investimento nella formazione del personale scolastico sono delle priorità e su questi temi è necessario intervenire con un provvedimento di legge su cui non si può attendere oltre”.

Per Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, “è significativo il voto unanime, che dimostra l'unità delle forze politiche su un tema che ci riguarda tutti”. E aggiunge: “È vero che per tutelare i diritti di parità non basta la repressione ma serve anche azione civica ed educazione nelle scuole, ma non possiamo sottovalutare il valore di una legge che aiuterà a cancellare il vecchio ‘se l'è cercata’ dai tribunali e dal discorso pubblico. Ora sarà importante approvare quanto prima il testo anche alla Camera”.