Ex Ilva, stabilimento salvo in attesa del piano di decarbonizzazione e dopo riapertura gara per la vendita, Urso: "Approvata AIA"
L'impianto potrà continuare a produrre i suoi 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Ancora in ballo il tema sulla presenza di una nave rigassificatrice al porto
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che lo stabilimento dell'ex Ilva è salvo, in attesa del piano di decarbonizzazione e dopo la riapertura della gara per la vendita decisa dal governo. "Taranto continuerà", ha dichiarato al congresso della Cisl. Urso ha comunicato il rilascio dell’Aia per l’ex Ilva, vale a dire l'autorizzazione integrata ambientale. Questa, aveva spiegato poco prima il ministro, è una sorta di "ponte" in attesa che si giunga al "piano di decarbonizzazione che deve essere approvato perché io non posso imporre la nave rigassificatrice al comune di Taranto, né posso fare una gara se il Comune si oppone ad un fattore abilitante. Nessuno investe se non ha certezza che l’investimento si realizzi".
Ex Ilva, stabilimento salvo in attesa del piano di decarbonizzazione e dopo riapertura gara per la vendita
Durante il congresso della Cisl, il ministro Urso ha comunicato che l’autorizzazione integrata ambientale per l’ex Ilva di Taranto "è stata rilasciata pochi minuti fa. Taranto continuerà, lo stabilimento è salvo. La siderurgia italiana è salva, l’industria italiana può ancora avere l’acciaio". Con questa mossa, l’ex Ilva ha compiuto il primo passo nel suo processo di decarbonizzazione. L'annuncio arriva pochi giorni dopo la riapertura della gara per la vendita dello stabilimento. L'obiettivo è quello di chiudere il bando di gara ad ottobre.
L'impianto potrà continuare a produrre i suoi 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Ancora in ballo il tema sulla presenza di una nave rigassificatrice al porto. Qualche giorno fa Urso aveva illustrato l'obiettivo di realizzare "il più avanzato stabilimento siderurgico green d’Europa". In caso di "no" al rigassificatore da parte del Comune di Taranto, l’ex Ilva potrà contare solo sui tre forni elettrici previsti, che devono però ancora essere installati.
Lo stesso ministro aveva reso noto che "incombe la sentenza del Tribunale di Milano" che dovrà decidere sul ricorso presentato da alcuni attivisti in merito all'Aia. A rischiare il posto sono "tutti i lavoratori dell’Ilva, sia a Taranto che al Nord, con una ricaduta esplosiva anche sull’indotto, che conta circa 25mila lavoratori". E quindi "per evitare questo, il governo si assume la responsabilità, attraverso gli organi tecnici competenti, di rilasciare un’Aia che consenta di tenere aperti gli stabilimenti", aveva affermato Urso.