Pnrr, ok Ue alla settima rata per l’Italia, 18,3 mld € ma 13 di prestiti, 140 mld erogati in totale, Meloni: “Siamo un modello per l’Europa”
La richiesta di pagamento riguarda dei passi avanti per la realizzazione di 10 riforme e 46 investimenti
L'Ue ha dato il via libera all'Italia per la settima rata del Pnrr da 18,3 miliardi di euro, di cui però, 13,7 sono prestiti, mentre 4,6 di sovvenzioni. L'esecutivo europeo ha dato valutazione preliminare positiva sui 64 milestone e target legati alla richiesta di pagamento dell’Italia. La rata include misure chiave su concorrenza, ferrovie del Sud e rinnovabili. Per Meloni, l'Italia da questo punto di vista sarebbe un "modello per l'Europa". "Primato europeo sull’attuazione del Piano, obiettivi raggiunti al 100% nel rispetto del cronoprogramma". La richiesta di pagamento riguarda dei passi avanti per la realizzazione di 10 riforme e 46 investimenti. Sono 140 i miliardi erogati all'Italia in totale.
Pnrr, ok Ue alla settima rata per l’Italia, 18,3 mld € ma 13 di prestiti, 140 mld erogati in totale
L'Italia ottiene la settima rata legata al Pnrr. Bruxelles ha dato il via libera dopo che l'Italia ha raggiunto tutti i 64 traguardi e obiettivi intermedi necessari per sbloccare i fondi. Tra questi ci sono l'adozione della legge annuale sulla concorrenza, la ristrutturazione di 10 stazioni ferroviarie nel Mezzogiorno e l'aumento di capacità della rete di distribuzione di energie rinnovabili.
Meloni: "Italia modello in Europa"
Così la premier Meloni dopo l'ok della Commissione Ue alla settima rata: "Con il pagamento della settima rata l'Italia confermerà il primato europeo nell'avanzamento del Piano, con oltre 140 miliardi di euro ricevuti, corrispondenti al 72% della dotazione finanziaria complessiva e al 100% degli obiettivi programmati nelle prime sette rate, pari a 334 tra milestone e target, obiettivi tutti conseguiti nel pieno rispetto del cronoprogramma stabilito dalla Commissione".
"Si tratta - aggiunge Meloni - di un primato anche qualitativo, abbiamo dimostrato di essere capaci di utilizzare in modo virtuoso gli strumenti che l'Europa ci ha fornito e siamo diventati un modello per gli altri Stati membri".