Salvini: "Favorevole a riaprire case chiuse e regolamentare mestiere prostituta, meglio controllate che mezze nude in strada"

Il riferimento di Salvini è alla legislazione di alcuni Paesi europei, che permette e tassa ormai da anni le prostitute, in certi casi con modelli abbastanza somiglianti alla Partita Iva

Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha dichiarato il suo favore verso la regolamentazione della prostituzione attraverso la riapertura delle case chiuse. Durante una diretta sui suoi canali social, Salvini ha affermato in video: "Sono personalmente a favore della regolamentazione del mestiere della prostituta o del prostituto scelto come lavoro, per toglierli dalla strada". Ha poi aggiunto: "Non vedrei nulla di strano nel regolamentare e tutelare anche questo tipo di lavoro, con queste persone controllate, pagando le tasse e non mezzi nudi in mezzo a una strada".

Il riferimento di Salvini è alla legislazione di alcuni Paesi europei, che permette e tassa ormai da anni le prostitute, in certi casi con modelli equiparabili a quello della Partita Iva.

La prostituzione in Italia e la dichiarazione di Matteo Salvini sulle case chiuse

In Italia, la prostituzione non è illegale, ma è vietato lo sfruttamento e la gestione di case chiuse, secondo la legge Merlin del 1958. Tuttavia, il fenomeno della prostituzione di strada è diffuso: stime recenti indicano la presenza di circa 90.000 persone coinvolte, con un giro d’affari annuale che si aggira tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro, secondo i dati raccolti da diverse ONG. La mancanza di regolamentazione lascia il settore in una zona grigia, esponendo le persone coinvolte a rischi sanitari e di sfruttamento.

Esempi di regolamentazione in Europa

Salvini ha suggerito un modello di regolamentazione simile a quello adottato da alcuni Paesi europei. Tra gli esempi più noti:

  1. Germania
    Dal 2002, la Germania considera la prostituzione un’attività legale e regolamentata. I lavoratori e le lavoratrici del sesso possono registrarsi, pagare le tasse e beneficiare di assistenza sanitaria e previdenziale. Tuttavia, nonostante la legalizzazione, il Paese continua a fare i conti con fenomeni di sfruttamento e traffico umano, soprattutto tra lavoratori migranti.

  2. Paesi Bassi
    Amsterdam è famosa per il suo quartiere a luci rosse, dove la prostituzione è legale e regolamentata. Le persone che esercitano questo mestiere devono registrarsi e sottoporsi a controlli sanitari regolari. Le autorità hanno introdotto misure per contrastare lo sfruttamento, come l’obbligo di licenze per i bordelli.

  3. Svezia
    Al contrario dei due Paesi precedenti, la Svezia adotta un approccio diverso. Dal 1999, è illegale acquistare prestazioni sessuali, ma non venderle. Questo modello, noto come "modello nordico", mira a ridurre la domanda e a combattere lo sfruttamento, ma ha ricevuto critiche per spingere la prostituzione nell’illegalità.

Chi come il ministro Matteo Salvini sostiene la riapertura delle case chiuse in Italia, ritiene che una regolamentazione possa ridurre lo sfruttamento, migliorare le condizioni di sicurezza e salute delle persone coinvolte e generare introiti fiscali per lo Stato. D’altra parte, i critici temono che possa legittimare tali forme di sfruttamento o non essere sufficiente a eliminare i fenomeni illegali.