Draghi ricompare e invoca un "doppio piano Marshall" per fare la guerra alla Russia: "800 mld€ l'anno, puntare sulla Difesa" - REPORT PDF
Oltre alla Difesa anche "ricerca e tecnologia oppure l’Ue si consegna ad una lenta agonia". Costo del piano? Circa 800 miliardi di euro l'anno
Mario Draghi ricompare e invoca un "doppio piano Marshall" che in sostanza ha tra gli obiettivi anche quello di fare la guerra alla Russia. Lo si evince dal fatto che nel report ufficialmente presentato quest'oggi dall'ex premier si parli anche e soprattutto di Difesa come settore nel quale intervenire. Oltre a questo anche "ricerca e tecnologia oppure l’Ue si consegna ad una lenta agonia". Costo del piano? Circa 800 miliardi di euro l'anno.
Draghi ricompare e invoca un "doppio piano Marshall" per fare la guerra alla Russia
Non bruscolini per quello che potrebbe essere il rapporto da seguire nella prossima legislatura europea. A Draghi era stato chiesto circa un anno fa da Ursula von der Leyen di redigere il rapporto sulla competitività europea. Un rapporto di 400 pagine con 170 proposte.
Le sfide per punti:
- Divario nell'innovazione: L'UE è in ritardo nelle tecnologie rivoluzionarie, specialmente nei settori digitali/tecnologici. Manca di nuove aziende dinamiche e fatica a commercializzare la ricerca.
- Alti costi energetici: Le aziende dell'UE affrontano prezzi energetici molto più alti rispetto ai concorrenti statunitensi, danneggiando la competitività.
- Obiettivi climatici ambiziosi: Gli obiettivi di decarbonizzazione dell'UE sono più aggressivi rispetto ai concorrenti, creando costi a breve termine per l'industria.
- Dipendenze esterne: L'UE dipende fortemente dalle importazioni per materie prime critiche e tecnologie.
- Esigenze di difesa/sicurezza: L'instabilità geopolitica sta aumentando i requisiti di spesa per la difesa.
- Venti demografici contrari: Si prevede che la forza lavoro dell'UE si ridurrà, limitando ulteriormente il potenziale di crescita.
Ma cosa propone il rapporto di Draghi per affrontare queste sfide? Una nuova strategia industriale per l'Europa concentrata su tre aree principali:
- Colmare il divario nell'innovazione:
- Riformare i finanziamenti UE per la R&S per concentrarsi maggiormente sull'innovazione rivoluzionaria
- Facilitare la commercializzazione della ricerca e la crescita di aziende innovative
- Accelerare l'adozione dell'IA e di altre tecnologie avanzate in tutti i settori
- Affrontare la carenza di competenze attraverso riforme dell'istruzione/formazione - Piano congiunto di decarbonizzazione e competitività:
- Abbassare i costi energetici riformando i mercati dell'elettricità
- Cogliere le opportunità industriali nella produzione di tecnologie pulite
- Adottare un approccio pragmatico alla politica commerciale e alle industrie "difficili da abbattere" - Aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze:
- Sviluppare strategie per garantire materie prime critiche
- Costruire capacità interne in tecnologie chiave come i semiconduttori
- Rafforzare le industrie europee della difesa e dello spazio
In sostanza se vuoi la pace, sii pronto alla guerra. Deve essere questo il diktat seguito da Draghi, che nell'introduzione del rapporto scrive: "I valori fondamentali dell’Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d’essere. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente".