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Fondi Covid, la ministra Santanchè indagata per truffa all'Inps: “20mila ore di Cassa non dovute”

L'ipotesi di reato nata in relazione a presunte irregolarità per 13 dipendenti. Ma lei confida nel commissario: "Metterà fine a questa querelle"

22 Marzo 2024

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Milano per il reato di truffa aggravata nei confronti dell'Inps per una presunta gestione irregolare dei fondi messi a disposizione dallo Stato per la cassa integrazione durante il periodo del Covid. La Procura di Milano ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti del Ministro Daniela Santanchè e di altre persone, nonché delle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. 

Tredici dipendenti per un totale di 126mila euro

In una nota emanata dal Procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, viene chiarito che sono indagate, oltre alla ministra Santanchè e ad altre due persone, anche Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria "in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti". La ministra Daniela Santanchè è indagata in qualità di amministratore delegato delle due società, cariche che ha poi dismesso, insieme al suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo, che l'ha succeduta in Visibilia Editore, e a Paolo Giuseppe Concordia, in qualità di collaboratore esterno delle due società con funzione di gestione del personale. L'ipotesi di truffa ai danni dell'Inps esiste in relazione a delle presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione durante il Covid per 13 dipendenti dal 2020 al 2022 per un totale di oltre 126 mila euro versati dall'ente pubblico. 

Ma la ministra confida nel commissario: "In sei mesi metterà fine a questa querelle"

Pochi giorni fa, ad inizio marzo, commentando la notizia del commissariamento della società Visibilia Editore, la ministra aveva espresso la sua soddisfazione: "Credo sia una cosa che ha fatto in maniera molto giusta e che finalmente darà la possibilità di mettere chiarezza". "Capisco che voi giornalisti, chiamandosi Visibilia, fate confusione per le varie Visibilia che ci sono - aveva aggiunto -. La decisione del tribunale l'ho trovata giustissima perché così il commissario avrà sei mesi per mettere fine a questa querelle. Anche perché faccio impresa da 30 anni e prima di diventare ministro non ho avuto nessun problema con nessuna azienda".

La denuncia che ha fatto scattare l'indagine

A far nascere il fascicolo per truffa aggravata è stata la denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations dell'azienda, ed in una relazione della Guardia di Finanza al pm Marina Gravina e all'aggiunto Laura Pedio era venuto fuori che la mossa di ricorrere alla Cigs sarebbe stata architettata anche da Dimitri Kunz D'Asburgo e da Paolo Giuseppe Concordia. Secondo le Fiamme Gialle dalle conversazioni tra i due emergerebbe la loro "consapevolezza" dello schema "illecito" che sarebbe stato adottato. 

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