08 Marzo 2024
Giorgia Meloni (fonte: LaPresse)
Festa della donna oggi, domani e dopodomani. Ci compiacciamo, soprattutto noi uomini, di festeggiarla il più possibile, di qualsiasi orientamento sessuale noi si possa essere, non solo eterosessuali classici alla Vannacci, poiché, mirabile dictu, pure se fossimo TURBOGAY senza le donne non ci sarebbe nessun di noi, e quindi nemmeno maschioni, maschietti, twinks, bears, trans, chippendales, top of the tops, top of the bottoms ecceterona.
Viceversa volendo essere TURBOETERO, se non ci fossero le donne oltre a non nascere saremmo tutti precipitati in un girone dantesco senza nemmeno il conforto di MIA KHALIFA, ADRIANA CHECHIK E BOBBI STARR su PORNHUB. E ciò sarebbe molto peggio della mera frequentazione delle Malebolge, inseguiti a forconate dalla atroce pattuglia di diavoli delle Malebranche.
Sia come sia, noi adoriamo le donne, ESSE sono mediamente così belle, così graziose, così più complesse e delicate di noi maschiacci da caserma. Mediamente anche più studiose, più avvedute, più pacifiche, meno violente, più riflessive, con molte più qualità, persino genericamente più intelligenti, almeno apparentemente. Si vabbè, ma sarà poi vero, mannaggina mannaggella?
Diciamo subito di NO: la intelligenza non è distribuita per sessi, ma pro capite.
Sulla intelligenza, materia di partenza distribuita assai scarsamente sui primati umani di qualsiasi sesso, vale il peso del cervello quodlibet, non quello delle gonadi. Pure, negli studi e spesso nelle professioni ad alto valore aggiunto di intelletto le donne primeggiano, se non per carico lordo di materia grigia senz'altro quasi sempre per dedizione, applicazione e specifiche sensibilità, spesso più sviluppate.
Viceversa in materia di BONTÀ, ovvero questa qualità di cui non si parla praticamente mai, ma che in teoria farebbe la ritta differenza tra mondo un po' migliore e mondo di merda?
Ebbene no, anche lì la NATURA O IL DIO/GLI DEI hanno avuto il braccino corto. Con alto senso di Giustizia, bendatissima, per non sbagliare hanno rarefatto la spezia della bontà a prescindere, pur facendo talvolta pendere la bilancia sulle donne allo unico scopo di favorirne la riproduzione, per evitare saggiamente che un numero eccessivo di femmine mettessero gli infanti neonati a centrifugarsi nella lavatrice o cuocere a puntino nel microonde, le cui istruzioni del resto parlano chiaro: non metteteci dentro il gatto ad asciugare e quindi nemmeno i puttini.
Poi vi è la grande mistificazione della letteratura e del cinema, dove le donne, iscritte da incliti sceneggiatori/sceneggiatrici in perenne affanno sentimentale, sono praticamente sempre Santissime Icone madonnarie, Maddalene ultrasweet, al massimo Giovanne D'Arco con minigonna sotto l'armatura, da cui si intravedono tenerissime carni dilettevoli, promettenti gioje ed infinite consolazioni per i guerrieri che tornino dallo sterminio dei mori, come Carlo Martello nella roboante canzone di De Andrè e di Paolo Villaggio. Per l'appunto quivi persino le meretrici son quasi tutte gentilissime ed offrono all' ingrosso prezzi di favore, con gentile ammiccamento.
La donna in letteratura e cinema è raramente perfida, e se lo è ha di solito una controparte santerrima, che ne fotografa i tratti mutuati dall'orrendo maschio, generatore ipso iure di ogni nequizia.
E quale peggiore nequizia mascolina della POLITICA, SIORE E SIORI, quale letamaica palestra di sudore e sangue più adatta a trasformare un angelo del focolare in una verminosa bagascia ad assoluta imitazione del verminoso bagascio suo maestro? Si, ammettiamolo: dai tempi del matriarcato, in un mitologico paleolitico perduto, dove la MATER MATUTA regolava le tribù di scimmioni da poco eretti con mano più misurata, prima che a prevalere fosse la clava, le regine già c'erano, ma erano poche, poiché il potere si amministrava col metro del CALIGOLA di Tinto Brass, a botte di gladio insanguinato, lancio di pilum, orge di vino al miele, Messaline poppute, veleni e pretoriani incazzati. Le donne o accettavano il gioco o finivano male, alla peggio a fare le vestali, quindi poi in convento. Ed essendo codeste donne già aduse a ragionar mediamente meglio, fin dai tempi di Elena di Troia, meglio Troia che Sparta, e soprattutto meglio Troia che convento, e daglie torto!
Dal trono di regine consorti al trono di regine e basta il viatico non è stato breve né docile, ma ora ormai ci siamo: il DUEMILA è non solo la finestra aperta, ma pure il portone spalancato: ADESSO e in futuro se sei femmina sei pure avvantaggiata per avere la cadrega, in politica e altrove, con sempre meno eccezioni. E ci sta pure, visto il ritardo storico e i ritardati che lo hanno protratto. E chi se la piglia in tasca siamo noi maschi contemporanei, e bella lì, zia.
Ma allora, le vogliamo o no più donne AL GOVERNO, nelle scuole, nelle università, nelle aziende, nelle Forze Armate, nelle Istituzioni? Le vogliamo sì, soprattutto in Italia, perché more solito siamo INDIETRO più degli altri. MA AL SODO, finora, le donne giunte fin qui, si sono dimostrate migliori degli uomini? Ecco, in politica apparentemente SÌ, ma alla fine gratta gratta MICA TANTO, e dal dopoguerra in poi, al seguito di tal breve compendio:
* La Regina Elisabetta Mountbatten/Windsor: brava, bravissima, ma anche assente dalla politica, nel bene e nel male
* Golda Meir: madre della patria israeliana, ma anche figura naturalmente controversa soprattutto alla luce dell'attuale disastro israeliano
* Mad Maggie Thatcher: energica, eroe di guerra persino, ma distruttrice di posti di lavoro e alfiere del peggior liberismo, nemico del popolo per definizione
* Diana Spencer: angelica e iperfragile nel contempo, esagerata icona sociologica quindi anche politica
* Angela Merkel, detta la culona: benefattrice della Germania, avvelenatrice di pozzi europei
* Michelle Obama: non solo moglie del POTUS o no?
* Christine Lagarde: figura grigia, non solo nell'aspetto
* Ursula von der Leyen: figura grigia diventata oltremodo sinistra
* Kamala Harris: non pervenuta
* Giorgia Meloni: la abile politicante romanesca, del tutto inetta ad assurgere ad un ruolo di statista che non le compete né la riguarda, giustamente poi dedita all'unico lavoro che sanno fare i politicanti del duemila, ovvero le relazioni internazionali, poi rivendibili ad alto cachet una volta trombati, le passerelle, le dichiarazioni a base di frasi fatte e i tic verbali da psicanalisi, come l'onnipresente ed isterico "DICIAMO".
* Elly Schlein: autoannegata non solo nelle frasi fatte, nei tic, nel politichese, nelle supercazzole e nel pagamento della armocromista, con risultati per altro pessimi nel campi dell'abbigliamento, ma soprattutto annegata nel compromesso democristiano tra volontà di cambiamento e zavorre da far sembrare Nilde Iotti un crossover tra Nina Hagen, Vivienne Westwood e Taylor Swift, in confronto.
Tranne le prime grandi figure storiche qui citate, non a caso TUTTE del Novecento e non della tragicomica attualità, non abbiamo qui propriamente degli esempi luminosi da seguire per le giovani generazioni di donne che volessero impegnarsi nell'agone delle Scienze Politiche.
Come se ne esce? Boh. Forse davvero capendo che se i cattivi maestri maschi sono palesemente cattivi, non ha tanto senso continuare su quella strada lì, pur con l'ausilio dell'armocromista.
DONNE, È ARRIVATO L'ARROTINO! Non fatevi arrotare. La prossima ARROTINA sia un po' meglio del suo ex datore di lavoro, maschio o femmina che sia.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia