10 Ottobre 2023
Maurizio Landini, fonte: imagoeconomica
Qualche giorno addietro, alla manifestazione romana della CGIL, Landini era più battagliero che mai. Ha detto che è il momento di ribellarsi per difendere il lavoro, il salario minimo, la democrazia, i diritti e la costituzione. Tutte battaglie sacrosante, sia chiaro, con le quali non possiamo che essere d'accordo in tutto e per tutto. Ci fa sorridere tuttavia che a proporle sia proprio lui, Landini. Dov'era infatti l'eroe del lavoro e della democrazia quando l'Italia scriveva una delle pagine più tristi della sua storia recente con l'infame tessera verde, detta anche green pass? Come nessuno certamente potrà mai dimenticare, l'infame tessera verde operò una squallida discriminazione e andò a colpire senza pietà i diritti dei lavoratori. All'improvviso, tutti coloro i quali non erano dotati dell'infame tessera verde decadevano al rango di cittadini di seconda classe, vedendosi privati dei diritti fondamentali tra cui naturalmente quello al lavoro. Dov'era il prode Landini in quel contesto? Nelle piazze a difendere i lavoratori e i loro diritti? Sulle barricate per combattere la norma infame della tessera verde? Ma nemmeno per sogno! Landini non soltanto non era in piazza accanto ai lavoratori privati dei loro diritti della loro dignità: direttamente era negli studi televisivi di "La7" a delegittimare le proteste contro l'infame tessera verde, difendendo addirittura le ragioni dell'obbligo della benedizione col santissimo siero. A che titolo dunque ora il prode Landini dice di voler difendere i lavoratori contro i quali era di fatto schierato ai tempi dell'infame tessera verde?
Di Diego Fusaro.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia