06 Agosto 2023
Fonte: imagoeconomica
Il governo mette mano ai limiti dei campi elettromagnetici col decreto Omnibus che arriverà in Cdm domani, lunedì 7 agosto. Al suo interno presente la norma che sposterà la soglia verso l'alto, dagli attuali 6 V/m si passa a 24 V/m (volt/metro), di 4 volte. Il motivo per il governo è da ricercarsi al fatto che una soglia così bassa rischia di rendere molto più costoso lo sviluppo del 5G. L'Unione Europea si è già attrezzata da tempo ed anche l'Italia si vuole uniformare. Inevitabili però le polemiche, che parlano di una "scelta pericolosa ed insensata".
Così Legambiente, che a sostegno di questa tesi cita lo studio italiano dell'Istituto Ravazzini il quale solleva rischi per la salute connessi al 5G. Lo studio commissionato dal Parlamento Ue ed effettuato in laboratorio su dei roditori, sostiene come l'esposizione ai campi elettromagnetici possa avere un "effetto cancerogeno nel sistema nervoso" e danni al sistema riproduttivo negli uomini.
All'interno della bozza c'è scritto che per potenziare la rete mobile e garantire a utenti e imprese l’offerta di servizi di connettività di elevata qualità "senza pregiudizio per la salute pubblica", entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, "i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità sono adeguati alla luce delle più recenti e accreditate evidenze scientifiche, nel rispetto delle regole, delle raccomandazioni e delle linee Ue".
Legambiente con il presidente Stefano Ciafani attacca: "Non esiste nessun motivo per innalzare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze se non quello economico da parte dei gestori delle telecomunicazioni che intendono, dopo aver acquistato le licenze per il 5G, risparmiare sui costi delle infrastrutture. Al governo e alle commissioni torniamo a chiedere, insieme alle 95 realtà della Rete 6 V/m, non solo di mantenere inalterati gli attuali limiti, ma di aprire un tavolo di confronto per ragionare sulle strategie da mettere in campo".
Livio Giuliani, già dirigente di ricerca Ispesl/Inail e portavoce della Commissione internazionale per la Sicurezza elettromagnetica pone proprio il rischio legato alla salute: "Bisogna tenere conto della mole di studi che dimostrano gli effetti non termici della radiofrequenza, compreso l’effetto cancerogeno. Con l’aumento dei limiti le multinazionali potrebbero installare antenne più potenti sui siti attuali. Le multinazionali licenziatarie dei servizi di telefonia mobile in Italia sono straniere (Tim, Vosafone, Wind, Iliad, Fastweb). Più profitti per loro".
Anche la Lega, durante il periodo del governo Draghi tramite qualche esponente parlamentare sollevò "perplessità" riguardo la "necessità di verificare la validità degli attuali limiti".
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